Le cose – di Rossella Gallori
foto e oggetto di Rossella Gallori
Nessuna casa e stata mai, abbastanza mia, nemmeno quella dove sono nata, neppure quella dove son vissuta, ancor meno questa dove vivo da quasi sempre che mi sembra solo un ponte tra ciò che ero e quella che volevo essere, quello che non ho potuto portare con me è rimasto nel cuore, nei polmoni, rallentando i miei battiti, togliendomi spesso il respiro, una perenne salita….
Quando “ la voce” mi ha detto chiudi gli occhi, l’ ho fatto, più per educazione che per convinzione, come si fa, pensavo, a star davanti ad uno schermo gracchiante e poco nitido ad immaginare, a concretizzare a dove sei,al tuo oggetto del cuore, a spiegare perchè hai scelto quella stanza.
“ La voce” da un ritmo al mio essere zingara nell’ anima, al mio girovagare tra cose che forse non ho mai visto ed altre piccole che ho perso, stupide cose che hanno perso me, senza soffrirne, eppure le amavo…come il pianoforte di mia madre adolescente o le canne da pesca del babbo, i fucili di mio fratello, gli orologi, quel tavolo, quel quadro, quella strada, le stufe elettriche, il servito di piatti tanto buono da non usare, quella sala da pranzo così bella che nessuno ce l’ aveva…
Mi è arrivato tutto addosso, senza accorgermi che “la voce” cercava di difendermi da me stessa, impresa ardua, ma non sempre impossibile.
Affascinata mi rincattucciavo nell’ angolo del tinello tra il divano rosso fuoco, ed un pouf poco ospitale, spaventata da quel che non ho ascoltavo di quadri, d’ autore, di statue piccole e preziose, di affacci niente male, di matrimoni sulla sabbia, di conchiglie color luna, tra i colori della lana….mi sembrava di non aver nulla, avevo anche un po’ freddo….
Ho preso la cosa piú piccola che avevo, una piccola pergamena, ricordo di un giorno arcobaleno…
Un luglio 2017 arrivato dopo toppe, quante toppe, aveva smesso di piovere, non solo acqua, aveva fatto freddo fino a pochi giorni prima, in un estate caldissima….ma io e lo ripeto IO avevo retto: cappello impermeabile cappotto e perchè no ventaglio….perchè tra gerbere rosse ed una poesia di Frida avevo accolto un amore e ve lo ho raccontato, mentre “ la voce” taceva, io leggevo, chissà qualcuno ascoltava, altri zuccheravan la tisana, non mi sono fermata nemmeno allo squillo stridulo di un telefono.
TI MERITI UN AMORE CHE TI VOGLIA SPETTINATA
TI MERITI UN AMORE CHE TI FACCIA SENTIR SICURA.
E tra gerbere rosse ho ritrovato le mie cose perse, quelle mai avute, quelle degli altri di cui poco mi importava, e guidata dalla” voce” mi sono accorta di aver cose belle da mostrare, e nella casa che non è mai mia ho quasi capito..che casa è dove sogno…..