Prima frase: Lo sventurato era stato anche in prigione, per un certo periodo, malgrado proclamasse la propria estraneità ai fatti.
Seconda frase: Sfogliò ad una ad una le pagine, più volte fino a che trovò quello che cercava
Terza frase: La mia mamma lavava i panni nel fiume al lume della luna.
La magia di un piccolo fiume – di Tina Conti
Nonna, tu sei del 1900 mi dice il mio nipote maggiore che è nato nel 2011, si sente autorizzato a questa frase perché mi vede armeggiare con fatica con le nuove tecnologie. Capisce che sono spesso in difficoltà con tasti e codici così dogmatici e lontani dalla mia formazione meccanica.
Io accetto volentieri gli aiuti che mi propone con fare di grande esperienza ma, ribatto che nel mio secolo ho imparato cose talmente importanti che mi possono permettere di sopravvivere in autonomia non dipendendo dalle diavolerie moderne. Asserisco che so coltivare un piccolo orto, allevare polli e animali da cortile, prendermi cura di alberi da frutta e cibarmi di erbe di campo che all’occorrenza so usare anche per piccoli malanni.
Oltre a poter cucinare cibi freschi e pane, accendere un camino per riscaldarmi.
Sono stata capace di preparare con lana e altri filati indumenti e ho cucito semplici abiti per me e i miei familiari,provo piacere a scrivere a mano e disegnare anche con il carbone. Queste capacità,una volta erano patrimonio di tutti e contribuivano ad un “economia familiare” dotata di mezzi limitati..
Sono cambiate molte cose negli anni e non tutte buone, si sono raggiunti dei traguardi nel campo della scienza e della medicina nonché nella conoscenza del mondo non prevedibili. Ricordo quando la mia mamma andava al fiume a fare il bucato, col freddo e con il sole cocente portandosi dietro un grande fagotto di indumenti e un pezzo di sapone.
Fu molto contenta all’inaugurazione dei lavatoi coperti costruiti vicino al prato dove noi giocavamo felici e spensierati. Quando poi arrivò la lavatrice elettrica fu una delle prime ad acquistarla perché nel frattempo erano nati altri figli ed eravamo diventati cinque in famiglia.
Oggi abbiamo oggetti che ci aiutano e sempificano la vita.
Ho dei bei ricordi di quel prato vicino al fiume dove nella bella stagione ci fermavamo uscendo da scuola che raggiungevamo a piedi , con la merenda portata dalla mamma sempre preparata in casa con pane e altre cose semplici e gustose come pomodoro, olio ,frittata. Mi capita di vederlo adesso quel prato diventato parcheggio e di dimensioni molto più piccole rispetto a quello che ricordavo. Il fiume poi era una grande risorsa sia per la vita che ospitava con rane, pesci, bisce e muschi e anche per le tante possibilità di gioco.
Con la temperatura estiva diventava la nostra spiaggia e la mamma si portava il lavoro da rifinire a mano per permetterci giochi infiniti e per lei chiacchiere con le amiche. Era una donna molto moderna, pratica e attiva, una sarta per tutte le misure dai bambini agli adulti, ma la sua specialità era stata la confezione di impermeabili.
Anche se ero molto piccola ho ricordi nitidi di quel periodo e della discesa al fiume per il lavaggio degli indumenti da parte di tutte le donne del paese.
Le pietre levigate rimanevano allineate e distanziate, le donne inginocchiate insaponavano, stropicciavano e sculacciavano i panni con delle palette di legno.
Il risciacquo era il momento più felice, significava che il lavoro era finito, si poteva ridere e parlare prima di tornare a casa.
I panni grandi, lenzuola e tovaglie buone, la mamma le dava ai lavandai che avevano bottega proprio davanti al fiume dalla parte del prato.
Loro, con grandi caldaie, bollivano i panni con un preparato fatto con la cenere ,poi gli imbiancavano con il turchinetto, il risultato erano capi profumati e candidi.
La mamma mi è sempre apparsa contenta e serena di andare con noi al prato, era per lei un momento di svago e di chiacchiere con le amiche.
Il fiume EMA, con le sue sponde e la natura intorno che si modificava con le stagioni, era il nostro parco giochi. Adesso quando mi capita di ripercorrere quei posti osservo cambiamenti scoraggianti, non ci sono più percorsi a piedi lungo le sponde, solo recinzioni e cemento.
Si sono impossessati di spazi vitali e pieni di magia.
Come nelle città anche nei piccoli centri è difficile e poco sicuro muoversi a piedi, non è più previsto camminare .
Ad ANTELLA dove attualmente vivo, per scelte fortunate e per una donazione in denaro di un privato, è stato ripulito e consolidato il Borro di San Giorgio con le sue cascatelle e i manufatti che un tempo erano usati dalla viabilità agricola.
Mentre mi trovavo a conversare con altri nonni ai giardini, ho assistito ad una conversazione emozionante: due nonni antellesi si comunicavano un fatto accaduto..
:-lo sai che nel borro venerdì , alla nostra cascatella c’erano dei ragazzi che come noi in mutande facevano il bagno? davvero!! rispondeva l’altro!
Si,ho fatto le foto, le possiamo confrontare con le nostre, quelle che ci fece il tuo babbo nel 1960…
Sono rimasta stupita e felice,una cosa bella che si ripropone ai nostri giorni, magia di vivere in un piccolo paese.
Passati alcuni giorni, il Giulio dell’inizio del racconto mi ha riferito che il suo gruppetto di amici ha scoperto una cascatella al borro dove insieme fanno il bagno rigorosamente in mutande e senza asciugamano.