Quasi “Lettera d’amore” di Cecilia

di Cecilia Trinci

La mia pagina scritta a mano è una parte del diario di lavoro del 2013-14 che scrivevo a mano, appunto, per conservare i risultati degli incontri delle Matite. Si può considerare una “lettera d’amore” particolare.

La giornata si riferisce al “gioco” della palla di cristallo portata appositamente per stimolare l’inventiva di ognuno

Traduzione:

Stefania dice che si è vista liquida e trasparente dentro un recipiente anch’esso liquido e trasparente ed è la sua voglia di guardarsi dentro.

Elisa ha rivissuto un reportage notturno su Firenze con un suo amico fotografo. La città si rifletteva con le sue lucine sull’Arno

Roberto ha visto la luna nel pozzo e intorno il cielo stellato e le lucciole

Miria ha visto una stella nel cielo notturno al mare una notte d’estate.

Luca ci ha visto la lampada di Aladino che realizza i desideri e dice “non importa che le cose non vadano come vorremmo, l’importante è desiderare”

Bella la descrizione di Ema che ricorda una serata di ragazzini mandati a letto al buio. Da principio paura, poi racconti a voce alta, prima (racconti) di paura, poi sempre più diversi. La parola illumina il buio e anche qui, tra noi, lei dice che ha cercato la comunicazione

Donatella da principio “concreta” come dice lei, ha visto solo l’arancio del golf di Patrizia, poi si è sciolta e ha scritto del colore dell’estate, l’ombrellone, i fiori del giardino, la tovaglia….molto bello.

Patrizia ha fatto una lunga descrizione dei poli opposti che ha visto della corrente che si forma e che viene attraversata da una persona, un amore, una relazione che poi sparisce e lascia il posto alle lucciole. Bello.

Si discute a luci accese tutti emotivamente presi tanto che la serata finisce un po’ prima del previsto. Serata bella e intensa. Il gruppo ora è più compatto. Anche Patrizia è più presente.

Questo lo scritto di Donatella:

19/11/2013

                                         COLORE ARANCIONE

Come i tramonti che si vedono dalla mia terrazza, come alcuni fiori del giardino che piacciono tanto alle mie tre tartarughe, come una tovaglia che uso solo l’estate quando mangiamo fuori, come l’ombrellone che mi ripara dal sole, come un bellissimo scialle di finissima impalpabile seta con lunghe frange appartenuto alla mia bisnonna; la mia mamma non lo ha mai indossato perché essendo chiara come me, il colore non le donava. Alla sua morte l’ha preso mia sorella, alta e bruna. Arancione come le bucce delle arance e dei mandarini che mettevamo ad essiccare sulla piastra della cucina economica, ancora  ricordo il profumo che sprigionavano.

Arancione come il movimento di protesta in Ucraina.

Arancione come le vesti dei monaci Buddista

Una foglia si stacca da un ramo della quercia, volteggia pigramente, sale, scende pare non voglia finire per terra: è colore arancione..

Arancione colore per tutte le stagioni.

E questo lo scritto di Pat:

Al buio nella palla trasparente ho visto :due luci opposte (polo positivo –polo negativo) scossa elettrica ,nel mezzo una persona .

A cosa mi fa pensare:ad un momento della vita quando sei attratta da una persona,quello che provi,un’emozione e poi …. Tutto svanisce:vedi solo una luce in cielo;è rimasto solo una piccola  lucciola!

A casa distesa  a letto

Cosa succede??!gli occhi sono chiusi,una luce mi abbaglia,cerco di aprirli ma subito li richiudo perché,ecco,un fenomeno strano:è come se vedessi un volto che si avvicina e poi si allontana,è circondato da colori accesi rosso-mattone,giallo. Diventa un gioco, cerco di immaginare persone a me care per confrontarle  e capire a chi può assomigliare questa” immagine”.

A volte sembra un muso di un felino, vedo bene il naso e gli occhi:non ho paura e quindi provo e riprovo a socchiudere gli occhi.

Pat

Questo lo scritto di Stefania

La meraviglia di un oggetto perfetto, liscio, luminoso e trasparente, e….sottilmente ti entra nei pensieri la sensazione di qualcosa che fa affiorare qualcos’altro, e non sempre ricordi teneri e nostalgici, a volte quello che torna a galla fa ancora male come allora, ma di certo e’ parte di te, anzi una parte complicata e fragile, che di sicuro non avresti scelto per te.
Ma tant’è,  senza giudicare, solo sentimenti…….
E potrei ripiombare perfino nel periodo, tanto l’angoscia era una cosa fisica, un mattone pesantissimo all’altezza dello stomaco. 
Dal giorno che, dopo tanto combattere,  furono pronunciate quelle indimenticabili parole: “non c’è più niente da fare”, e da lì il precipizio. Avresti attraversato i monti a piedi, il mare a nuoto,avresti speso , saresti andato ovunque nel mondo, ed invece non serviva più a nulla, niente serviva a nulla.
Poi una “amica” ti dice che potresti sapere se c’è una speranza, andando da una certa signora,  che vede proprio in una palla di cristallo. Sembra incredibile,non è vero?
Io sono una persona disincantata, anche un po’ cinica, forse, se me l’avessero raccontato avrei detto non era possibile. E invece allora mi sembro’ la possibilità di stare meglio.  Non potevo fare nulla di buono, questo però si.
E decisi di provare. Di sicuro non avrebbe fatto male, non peggio.

 Non fu così. 
A parte lo squallore della situazione e della persona,  a parte le banali parole che naturalmente dicevano come fosse troppo tardi, che si doveva andare prima, per più e più volte, ecc, fu affrontare quanto si potesse cadere in basso, che faceva così male.
Fu vedere come si può essere fragili, e facili prede di approfittatori, come ti possono venire in mente cose fasulle a cui attaccarsi, che faceva sprofondare.
La vita va avanti da sé,  anche nel dolore è sempre vita, non ci possono essere scorciatoie,  ma è umano tentennare.
Basta capire che, se si sta per annegare e ti si avvicina qualcuno con la barca, pensi che ti voglia salvare e non piuttosto dare un remo in testa per accelerare l’inabissamento.
Il tempo che resta va speso per dirsi quanto ci si vuole bene, perché solo l’amore fa bene, e solo l’amore resta.

Stefania

e anche Miria:

PALLA DI VETRO

Tutte le volte mi stupisco, eppure è una cosa semplice, che più semplice non si puo!  Ma ci trovo sempre delle difficoltà. E’ risaputo che le cose semplici sono le più difficili da realizzare: forse perché diamo per scontato il successo del risultato oppure non ci impegniamo abbastanza: RICORDARE.

Ricordare momenti piacevoli è facile il difficile è rivivere le emozioni , le sensazioni , i batticuori, la felicità e  gli stati d’animo che abbiamo provato. E ancora più difficile è  riuscire a mantenere dentro di noi tutte queste belle sensazioni.

Una volta ho provato in una stanza al buio a guardare  cosa avrei visto o immaginato dentro una palla di vetro illuminata da una piccola luce esterna.

Nel silenzio e al buio dentro la palla mi è apparso un cielo di notte di colore blu scuro e una stella luminosa brillava ardentemente.

Mi richiama alla mente una sera d’estate al mare,  quando distesa sulla spiaggia ancora calda dai raggi del sole appena tramontato, ammiravo e rimanevo abbagliata dalla forte e chiara luce della stella che brillava  solitaria nel cielo scuro. Era talmente luminosa che  non lasciava spazio alle altre piccole stelle.

Cerco di rivivere quella bella sensazione piena di silenzio di pace e tranquillità interiore, quasi un oblio, ma allo stesso tempo carica di forza di coraggio e di speranza.

e anche Elisa

Firenze by night –  Elisa

Piazzale Michelangelo: è la prima volta che lo vedo vuoto.

Non ci sono turisti, non ci sono innamorati, non ci sono venditori ambulanti.

Ci siamo solo noi, Aron ed io, che un po’ turisti lo siamo, specialmente lui che vuole immortalare con la sua costosa macchina fotografica la bella Firenze di sera.

Ecco perché non c’è nessuno: è una sera fredda, piove e tira vento. E che vento!

Ma che importa. Firenze è sempre bellissima e, silenziosa, si specchia nell’Arno. Ci si immerge con il suo vestito di luci. E Aron la coglie così, bella e vezzosa, mostrandola in un quadro contorto che solo l’obiettivo della sua macchina fotografica può creare.

“Ok, ora andiamo però.” Meno male, sono parole che mi confortano perché, nonostante sembri un momento romantico, io sono completamente bagnata dalla pioggia e batto i denti dal freddo.

A distanza di tanto tempo, ripenso col sorriso a quel giorno.

“Tu Aron ricordi che avventura abbiamo passato insieme?” gli chiedo in chat.

“Hey Elisa!” mi risponde dopo poco (ci dividono tanti chilometri e un fuso orario importante, ma sembra sia qui con il suo entusiasmo). “Che giorno fantastico! Ricordo il momento quando ho fatto la foto al vicolino e quanto è stato eccitante fare la foto che rappresentava per me l’essenza dell’Italia. Quando siamo andati al Piazzale, la tua sfida nel tenermi l’ombrello, il cercare l’angolo giusto e l’essere certi che la macchina non si bagnasse…è stata una vera avventura! Non  avrei potuto viverla senza di te.”

Avventura e ricordi, tutto racchiuso in una palla di cristallo che scruto per far in modo che riemergano ogni qual volta voglio rivivere la magia di quel giorno.

Grazie ragazze e ragazzi……..come vedete niente va perduto quando si scrive!