Suggestioni di Nadia davanti a un mazzo di rose rosa

La rosa rosa – di Nadia Peruzzi


È stato difficile mettere insieme questo mazzo di rose.
Mi sono resa conto che il fioraio non aveva quello che cercavo. Lo sai che i fiori, le rose in particolare, parlano. Raccontano di sentimenti, belli talora brutti. C’è una intera letteratura sull’argomento.
Tutto quello che ho visto in quel negozio non era in grado di esprimere i miei sentimenti, quelli più profondi. Tanto meno le parole che non ero riuscita a dirti e che erano un vero macigno da portare dentro.
Ho girovagato per ore senza trovare nulla che mi andasse a genio.
Poi le ho viste.
Un negozio di cristalli di Murano aveva quel che faceva al caso mio.
Attraverso la vetrina in mezzo a tanti oggetti troppo colorati, c’era una rosa rosa, che sembrava impalpabile come seta ma era fatta di cristallo.
Ne ho ordinate tre e le ho fatte confezionare come un piccolo mazzo.
Si sa le rose si ordinano dispari. Quel 3 ne aveva di significati!!
Anche troppi.
3 come gli anni che siamo stati insieme.
3 come le amanti che sei riuscito a collezionare in quei tre anni senza che io me ne accorgessi.
3 come i mesi di terapia con cadenza giornaliera, che ho dovuto fare per riprendermi,  dopo aver scoperto quanto falso e vigliacco sei stato con me.
Mi son costate un piccolo capitale. Le ho prese lo stesso.
Sono tornata alla casa dove ci incontravamo e dove tu ora vivi con un’altra, dopo avertene ripassate chissà quante!
Tenendole in mano le ho sentite gelide come il mio cuore in quel momento.
Si è acceso solo nell’attimo in cui ti ho visto uscire di casa, solo.
Non ho esitato.  Le ho prese una ad una, delicatamente, e te le ho tirate in faccia, mirando bene.
La prima sul naso, ha fatto il suo.
La seconda diritta sul labbro inferiore. Posso solo immaginare il gran dolore.
La terza diritta in mezzo alla fronte.  Centro perfetto. Ti sei svenuto accasciandoti accanto al portone.
Forse ho esagerato un pochino.
Ma la mia analista aveva detto di fare qualcosa di eclatante per buttare fuori la rabbia che mi stava logorando.
Beh? L’ho fatto eccome.
Dopo, sono stata benissimo.
Nel raccontare quello che avevo fatto, alla dottoressa alla prima seduta di controllo dopo un periodo di pausa, ho parlato solo di rose rosa e di spine andate a segno . Ho omesso che fossero di cristallo.
Ero euforica mentre raccontavo,  e per nulla pentita.
PS ho con me l’originale di questa lettera, che ti ho lasciato perché tu potessi leggerla. Per me vale solo come piccolo ricordo dell’impresa compiuta!
Non saprai mai chi ti ha giocato lo scherzetto. Ho approfittato del buio. D’altra parte visto che ti comportavi così per abitudine,  fra le tantissime, rintracciarmi ti sarà impossibile.  
Ero sicura che ti saresti ripreso, eri solo svenuto si vedeva, tuttavia ho aspettato un po’ dietro un angolo fino a che non ti sei rimesso in piedi.
Fossi morto mi sarebbe dispiaciuto. Non avresti potuto ricordarti di quanto male possa fare un piccolo mazzo di rose rosa, anche senza spine!

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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