Verde smeraldo. – di Gigliola Franceschini
Foto di Gianni Crestani da Pixabay
Notte magica. La voce roca di Gianna Nannini usciva dalle finestre aperte di tutte le case ” Notte magica, aspettando un goal….” e il goal era arrivato ed era esploso l’entusiasmo. Dopo ore di attesa, eravamo campioni del mondo! Un sogno avveratosi , una coppa che passava di mano in mano, un Presidente in piedi a manifestare la sua gioia. Si preparava una lunga notte, nessuno aveva voglia di andare a dormire. A gruppi ci organizzammo per fare un carosello per le strade del paese, tutti in piazza del mercato tra un’ora. Al mio gruppo mancava una bandiera tricolore, non potevamo non averla e percio’ decidemmo di confezionarla alla svelta. La Ines taglio’ una tovaglia bianca e forni’ il primo colore, Beppe il fornaio tiro’ fuori la bandiera rossa per formare il secondo colore. Ma la bandiera aveva la falce e martello dipinta e pensammo non fosse il caso di unirla nel tricolore nazionale. Lui, comunista com’era, ci rimase male quando tagliammo solo una parte del grande drappo, ma alla fine si convinse , non era la notte adatta per fare politica, eravamo tutti uniti in un unico entusiasmo. Mancava il verde e non si trovava. ” io ho una cosa verde” gridai prima di rendermi conto di quello che avrei fatto , vado a prenderla. Quando aprii l’armadio , mi occhieggio’ la forza splendida della lunga gonna di seta verde. Tante pieghe, tanta stoffa, un’occasione passata molto importante, una festa di carnevale e tanti ricordi preziosi. Ormai era fatta, la staccai dalla gruccia e la portai fuori. Mi sembrava di portare la veste di una fata. Nel suo splendido verde, mi stava lasciando un altro pezzetto della mia vita. Fu confezionata una bandiera bellissima che difettava per la precisione perche’ avevamo usato una cucitrice da ufficio, ma la gioia di quella notte ripagava anche i piccoli difetti. La issammo su una canna dell’orto e con la macchina di Beppe arrivammo in piazza. Alcuni a piedi perche’ eravamo in tanti, altri pigiati in una 1100 grigia. Cantavamo in coro “Notte magica” e quella notte lo fu davvero. Avremmo ricordato a lungo quella gioia solidale, un bianco, un rosso e un verde splendente.