Conforto – di Tina Conti

Problemi tecnici non mi hanno permesso di seguire il testo della canzone a cui ci saremmo ispirati, nessun problema, ero nel gruppo e sentivo le vibrazioni e le suggestioni che scaturivano.
Certo il tema era profondo, capace di farci sentire nel momento, nella situazione del mondo e in quella dei nostri cuori.
Non ci sono strade traverse, dobbiamo trovare dentro di noi sempre e nella vicinanza con gli altri il conforto per andare incontro alla vita.
Non siamo sempre pronti a fare questo cammino e a incoraggiarlo nei nostri vicini, ma la nostra esistenza ce lo chiede e noi lo dobbiamo sperimentare, scoprire, accogliere.
Facciamo finta che c’è il sole, dicevo a una mia cara collega quando la vedevo intristita dalla pioggia e dal grigio dell’anima.
E ci aiutava, serviva per comunicarci le vibrazione della nostra vicinanza e dei cuori, faceva uscire suggestioni e muovere le nostre forze e idee.
Troviamo in questo deserto, arido e ventoso, un sassolino che assomigli a un fiore, usciamo e guardiamo le cose che si muovono, a volte si riesce a farlo.
Se si impara con umiltà ad ascoltarsi, a sentire le energie a volte arriva anche quel conforto che scalda le nostre giornate.
Il contenitore della nostra vita solleva il nostro vivere, se riusciamo a sentirci dentro.
La nostra piazza, gli edifici, le piante intorno a noi, il torrente, i volti conosciuti ci fanno sentire accolti, vicini, ci sembra che una mano venga vicino a noi.
Ieri mattina in giro per compere, la festa della donna che mi volevo regalare con un bel cappuccino e la visita alla libreria, più una camicetta colorata mi hanno fatto riflettere sulla bellezza delle persone.
Camminando Sulla strada di casa, davanti a me riflettevo su due oggetti che vedevo: una borsa di stoffa con i colori della bandiera della pace, un sacchetto di carte del negozio C.Bio dove anche io faccio acquisti. La signora sportiva e vivace che portava quelle cose , si volta, mi sembra di riconoscerla, ah la nonna dei gemellini esclamo.
No, no, i miei nipoti sono grandi e non gemelli bella signora, con questo bel cappottino celeste. Vedo che è stata da cibio, replico, che tristezza pensare che non incontreremo piu Fabio nella piazza e nei negozi.
Non lo dica a me, che vengo tutti i giorni, mi faccio una passeggiata e compro quello che mi manc., sono vedova da venti anni e ho imparato a scaldarmi la giornata con piccole cose. Vedo che anche lei protesta per questa cosa assurda del conflitto in ucraina, siamo proprio in un difficile momento ho detto.
Ci sentiamo impotenti e disarmati, non sappiamo cosa fare, eppure almeno protestare lo possiamo fare ha ribattuto lei
In cinque minuti mentre camminavamo a fianco, ci siamo raccontate la vita, ora che i miei nipoti non hanno bisogno di me ha replicato lei, faccio compagnia a una cara amica molto anziana con la quale ogni domenica si veniva a san Ambrogio a pranzo dal Picchi, ora non si potrà più, forse cambiano le aperture e noi dovremo fare altro. Che dolore, ci sentivamo in famiglia per noi era di grande conforto sentire questi odori, il suono delle campane, i discorsi della gente, e quella allegria sorniona di Fabio ,ci regalavano attimi di piacere.
Per noi era il luogo del cuore.
….ecco si facciamo finta che ci sia il sole…
Un sole giusto che non ti abbagli o ti bruci…
Che ti faccia riconoscere la gente giusta e perchè no anche un piccolo saluto a quella meno giusta….altrimenti è troppo facile…
Incontri semplici, luoghi del cuore
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Quanta “Tina” in queste parole, in questo modo gentile e ottimista di rivolgere lo sguardo su cose e persone. Quanto rispetto per le cose piccine, le cose che consolano davvero, quanto cuore grande accogliente.
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La condivisione è sempre un gran conforto. Ancora di più se nasce spontanea in un incontro casuale. Una borsa con i colori della pace…..come se l’estraneo fosse improvvisamente tutto il nostro sentire.
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Bello ,grazie
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