La foto 2 di Luca

Notte Rumena – di Luca Di Volo

Quella notte in quel paese, un paesino qualsiasi, adagiato in una boscosa valle dei Carpazi. . quella notte, dicevo,  si era scatenato l’inferno. .

Non bastava che dal principio dell’Estate il maledetto colera avesse infierito in tutta la vallata. Isolata com’era, non aveva diffuso la malattia. . ma nemmeno aveva avuto aiuti, Chissà, forse a Bucarest nemmeno lo sapevano, così sua maestà il colera si era preso più di tre quarti degli abitanti.

Ma quella notte. . in quella notte maledetta. . si erano scatenati i quattro cavalieri dell’Apocalisse…. ed avevano cominciato ad appiccare incendi un po’ dappertutto…

Quando Iacov e le sue due sorelle, Elena e Maria, si accorsero che questa volta la folla, ormai regredita ad uno stadio pre-umano, si stava dirigendo verso la loro casa…non esitarono un momento…coi vestiti che avevano addosso, misero alla rinfusa un po’ di viveri in una borsa e via…. Iacov fece appena in tempo ad afferrare al volo una specie di coperta, intuendo con impressionante chiarezza che quella sarebbe stata l’ultima occasione in cui avrebbero visto intera la loro casa adorata…

Ma non c’era posto per i rimpianti, la folla feroce muggiva come una legione  infernale e la lunga colonna di fuoco  si muoveva sinuosa e terribile, però sembrava guidata da una sorta di bestiale intelligenza . . il che faceva anche più paura. . se fosse stato possibile. .

Seguendo solo l’istinto, abolita ogni forma di pensiero superiore, Iacov, Elena e Maria, senza esitare,  trovarono un binario che riverberava sinistramente le fiamme…. E si misero subito a seguirlo, obbedendo all’istinto primitivo. . era pur sempre una strada . . e da qualche parte doveva portare…

Non era vero ……ci pensarono solo  quando, trafelati, dopo qualche ora di corsa disperata si erano fermati e i loro cervelli avevano ripreso un po’ di vita. Già…non era vero. . dal paese partivano solo due binari. . uno portava a Timisoara.  E lì avrebbero trovato qualcuno per aiutarli…ma l’altro. . l’altro era un binario morto. . In passato era servito per trasportare carbone dalle miniere, ma ora, finito il carbone, era stato dismesso…e non portava più da nessuna parte.

Fu Elena a parlare per prima,  profondamente religiosa, espresse così il suo parere “Non disperiamo. . dev’essere per forza quello perTimisoara…Dopo averci salvato dal colera e dalla folla assassina, non vorrete mica che il buon Dio ci abbandoni proprio ora?! Lui non agisce così…. . ”

“ E che ne sai tu?Che te lo dice a te?!”Iacov (e si vede) non poteva sopportare il fideismo iperreligioso della sorella. .

“E’ perché non hai la Fede…. ”

“Ma state zitti…. vi sembra sia questo il momento per le vostre dispute teologiche. . ?!”Maria. . contadina piena di buon senso…poco portata per i sofismi…li aveva interrotti subito. ”Non sappiamo ancora cosa ci aspetta…. Ma siamo ancora giovani…. forza…andiamo. . ”Altro che Iacov. . il vero uomo tra di loro era lei. .

E ripresero il cammino. Quei binari sembravano non aver mai fine. .

“O quanto c’è per arrivare a Timisoara…. qui sta per venire il buio. . ”

“Iacov risparmia il fiato e non fare domande cretine. . se lo sapessi ti pare sarei tanto preoccupata?!

Intanto il Sole accarezzava sfiorandolo l’orizzonte Ovest, abbagliante come non mai.

Bisognava approfittare di quell’ultima luce per andare il più possibile avanti…di notte era meglio fermarsi.

Fu in quel momento che si fece udire il suono di tanti campanelli, insieme ad uno stridio di ruote …un po’ fuori moda.  

Si voltarono: una sontuosa carrozza nera immensa, guidata da quattro cavalli neri…di un nero più che notturno, quasi con riflessi azzurrini. .

Stava arrivando velocissima e, con una gran frenata si fermò accanto a loro.

I tre fratelli erano rimasti imbambolati a bocca aperta come tre allocchi colpiti dalla luce…Non stavano pensando a nulla, con tutte le loro facoltà impietrite, quando da quell’anacronistico veicolo si spalancò uno sportello ed una mano bianca, bianchissima…fece loro cenno di avvicinarsi…

La figura del padrone della mano era difficilmente visibile nell’oscurità incombente, ma la voce risuonò dolce, sonora…angelica, si sarebbe detto.

“Ma dove credete di andare. . questo binario porta alle miniere abbandonate, non lo sapete? Laggiù c’è solo il nulla…. ”

“Veramente. . noi si pensava di andare a Timisoara…”Iacov per miracolo aveva ritrovato la parola. .

“Ma davvero…. Via…permettetemi di aiutarvi. . Io non sto andando a Timisoara, scenderò prima…ma vi ci porterà il mio cocchiere. . Forza, salite. . ”

In quel momento il cocchiere si era girato per guardarli…Elena si era stretta a Iacov…. distogliendo lo sguardo. . ”Iacov. . sei sicuro. . ma l’hai visto che razza di ghigna che ci ha questo figuro. . ?!”

“Ma non deve mica vincere un premio di bellezza…. ragazza mia…sei troppo impressionabile. . ” Faceva il fenomeno ma un po’ di tremarella quel viso l’aveva fatta venire anche a lui…

L’unica a rimanere impassibile era stata Maria. . solida mente contadina, piedi in terra e pedalare…Senza farsi pregare salì a bordo.

Gli altri la seguirono. . chiedendo educatamente “permesso. . permesso…scusi il disturbo. . ”si accomodarono su quei sedili, neri, naturalmente…ma morbidissimi, avvolgenti…Una vera delizia per chi camminava da ore…E poi lo spazio. . velluti, tendaggi. . rigorosamente tutti scurissimi, comunicavano una sorta di splendore barbarico…Un’opulenza quasi oltraggiosa…

 La carrozza avanzava nella notte senza ballonzolii, senza scosse. . sembrava volasse…

I tre spauriti passeggeri guardavano ogni tanto di sottecchi il generoso signore…. sì perché un “signore” lo era di sicuro…Lineamenti aristocratici. . naso fine. . quasi greco. . bocca un po’ tumida . . Aveva il labbro inferiore lievemente cadente che gli conferiva una strana espressione da eterno bambino crucciato.  I capelli, pochissimo visibili dietro l’alto tricorno…. Iacov, a proposito, aveva notato che il copricapo era un po’ troppo alto: sembrava non appoggiarsi direttamente sui capelli…ma forse la stanchezza lo faceva diventare strabico. . E poi c’erano gli occhi…che erano nerissimi…ma anche acuti…sembravano bucare l’interlocutore…forse avevano visto cose che…. Iacov scantonò dai suoi pensieri, era  la stanchezza…. gli faceva sempre venire in mente pensieri morbosi…

Però, nonostante la stanchezza, tentò un abbozzo di conversazione ”Lei, signore, non è di queste parti, vero? L’avrei visto di sicuro se per caso fosse passato nel nostro villaggio. . ”

“No no, io viaggio molto . . ma lì non ci sono ancora arrivato…”La voce era melodiosa, ma…. c’era un lieve sottinteso ironico? Nella piega della bocca…nel breve luccichio degli occhi…

Ma Iacov continuò…quella figura insolita e anacronistica  lo incuriosiva parecchio…” E dove si stava recando Vostra Signoria?. . . Forse le stiamo facendo perdere tempo”

“Ah, per me il tempo non conta molto. . si tranquillizzi…anzi mi fa piacere viaggiare in compagnia. . ”Di nuovo quel guizzo impercettibile degli angoli della bocca. . Dava l’impressione di godersela un mondo…A Maria ricordò l’immagine di un gatto col topo…

“Ma volevate sapere dove stavo andando. . ? Ve lo dirò…. stasera ci sarà una festa. . una grande festa…Peccato che voi mortali non possiate intervenire. . abbiamo finito gli inviti. . ”

Con la coda dell’occhio Iacov vide che Elena di nascosto si faceva in continuazione il segno della Croce…

“Noi…mortali?!”

“Beh non è colpa vostra…ognuno ha il suo posto…”

Iacov tacque. . il misterioso personaggio anche. Maria non aveva ancora pronuciato una parola. . Ma Elena era terrorizzata…Sussurrò a Iacov con voce rotta dai singhiozzi. . ”Vedi cosa succede ad essere egoisti? Se tu avessi prestato quelle dracme al povero Dimitri. . ora non saremmo qui…. ”

“Zitta zitta Elena…. tanto saremo tra poco a Timisoara. . ”

Ma Elena non si calmava. . ”ma l’hai capito CHI è…. ?!Sei tanto ateo da non capirlo?…è LUI, ti dico…LUI!!”

Intervenne il loro ospite   con un sorriso. . ”Fossi in lei caro Iacov . . non brontolerei sua sorella…potrebbe essere nel vero più di quel che lei può pensare. . ”

Maria a questo punto urlò. . ”il Diavolo…lei è il Diavolo…. !!!” E svenne….

“Per servirvi signori…. e se avete bisogno di altre prove. . guardate qui”. . con fare noncurante sollevò appena la coperta da viaggio con cui si copriva le gambe. . un attimo, ma fu sufficiente…quelle zampe di capra ispide di peli arruffati…quegli zoccoli caprini. . non potevano mentire. .

Tanto fu il terrore che anche Iacov e Elena svennero insieme…

Furono svegliati da un coro di voci allegre, stavano rallentando inoltrandosi fra una marea di gente festante. . alcuni in maschera, altri in abiti da gran sera…le signore, con abiti che mostravano forse più del dovuto erano rosse in viso e ridevano…ridevano…

Finalmente la carrozza si fermò.

Un uomo alto magnificamente vestito si fece incontro al Signore gridandogli ”Siate il benvenuto Vostra Grazia…voi Mylord onorate il nostro modesto ritrovo. . ”

Il loro compagno si alzò…

Allora andava davvero ad una festa…pensò Iacov…un po’ incongruamente…

Ma Sua Grazia si fermò sul predellino…”Amici”. . arringò la folla che gli si stringeva intorno…”Amici. . stasera ve ne dico una bella…vedete questi tre bifolchi qui con me? Ebbene… gli ho fatto credere di essere nientemeno che il Diavolo!!”

Una risata omerica coprì le sue ultime parole…Sghignazzando si rivolse ai tre malcapitati…. ”Guardate per che cosa vi siete terrorizzati…” Si tolse i finti gambali a forma di capra gettandoglieli sul sedile accanto…”Ma non vi ha insegnato nessuno che la preoccupazione più grande del Diavolo è convincervi che non esiste?!”

Maria e Iacov fulminarono Elena con lo sguardo…”Accidenti alla tua superstizione. . ci avevi fatto cascare anche me…”

E, rivolto a Sua Grazia, Iacov quasi si scusò. . ”Ci perdoni Eccellenza. . siamo poveri contadini ignoranti. . ma lei ci ha fatto quasi morire di spavento. . ”

“Questi zecchini vi ricompenseranno?!” E gettò loro una borsa tintinnante.

“Eccome. . ” E tutti e tre si precipitarono a baciargli le mani. . che lui ritirò disgustato.

Scese, finalmente, gridando al cocchiere “Nicolaij. . porta questi nostri amici a Timisoara…. E poi torna a prendermi. . ”

“Ma, eccellenza. . non dovevo andare nella “ri”…?!”

Un rombo di tuono. . ”Fai come ti dico”. . ma la voce tornò subito melliflua. . ”arrivederci cari amici . . e non vogliatemene se mi sono divertito un po’ con voi. . ” E si perse nella folla festante. .

La carrozza ripartì. . sempre col suo andare leggero senza scosse né sobbalzi.

Seduti comodamente sui morbidi cuscini, i tre fratelli  erano tranquilli, quasi felici. . come lo si è, di solito, dopo uno scampato pericolo. . la casa era assicurata. . problemi non ce n’erano e finalmente la mattina dopo avrebbero scorto le cupole di Timisoara. .

Sarebbero stati meno beati però, se avessero potuto captare i pensieri del conducente che erano invece questi…”Io Sua Maestà proprio a volte non lo capisco…ma che bisogno c’era di portare tre poveri disgraziati proprio alla festa della notte di Valpurga?! E lo sapeva benissimo che se un mortale avesse visto era condannato alla “rimessa”…. che non era un posto piacevole…qualcuno la chiamava anche “Inferno”. . un nome antiquato, però…

Con decisione improvvisa frenò bruscamente la carrozza facendo fare ai passeggeri un gran ruzzolone. .

Scese da cassetta, aprì lo sportello ingiungendo con modo brusco ”Scendete, per l’amor di…. ” quel nome non poteva pronunciarlo ma si sentiva bene l’urgenza nel tono…I tre protestavano. . si erano abituati alle comodità… ”Ma come. . qui, nel mezzo della notte?!”

“Ci sono cose peggiori …scendete, mettetevi a camminare…più svelti che potete…Poi, quasi rivolto a sé stesso… ”forse perderò il posto per quello che sto facendo. . bah. . tanto non mi piaceva. . “

Saltò di nuovo a cassetta e in meno di un attimo ripartì. .

Rimase la notte, i tre fratelli e le stelle che avevano capito tutto…

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

7 pensieri riguardo “La foto 2 di Luca”

  1. Fantastico… complimenti….. in carrozza con il diavolo! È vero Luca…. la mia foto di ieri sera era perfetta perfetta per il tuo racconto!
    Grazie

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  2. Per un attimo ho creduto che tu avessi fatto vivere il diavolo! Troppo forte hai vintoo la scommessa con te stesso. Bravissimo 👏👏👏

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