
Ruvido e duro quel pezzo di pane che nessuno adesso vuole più. Va tanto il fresco croccante tendente al morbido .Quello invece parla di un tempo che non c’e’ piu’, e di famiglie contadine le cui case costellavano le campagne attorno ad Antella. Frutto di sapienza antica,contadina,il tradurlo in nuovi piatti saporiti per non perderne neanche una briciola.
Ruvido e duro come la vita dei lavoratori che se lo portavano nelle bisacce, incartato in carta di giornale per mangiarselo lungo la via del rientro verso casa. A piedi da Firenze ad Antella, con un pane che sapeva di giornale. Erano i tempi in cui mia nonna, appena agli inizi del nuovo secolo, il ventesimo, lavorava a servizio in via S.Gallo, accudendo i bambini presso una famiglia agiata.
Ruvido e duro ma ancora oggi in molte parti del mondo un pane cosi’ segna la linea fra la morte e la vita!
Puoi arrivare ad uccidere, per prenderlo e mangiarlo.
Qui da noi spesso,basta che perda di croccantezza e anche il giorno dopo si puo’ decidere di fargli fare una fine poco gloriosa, buttandolo nel cestino.
Bello il tuo tozzo di pane avvolto nel giornale. Quante cose belle e importanti si possono trasmettere alla gioventù che purtroppo non ascolta più. Bello Nadia, grazie
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