Il gioco con le parole di Carmela

Macchia, frequentarsi, lacerare

Un convento di clausura

Frequentarsi – di Carmela De Pilla

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Arrivò in silenzio, senza far rumore e lei l’accolse con sollievo, già da tempo provava uno strano tumulto, la paura di non farcela la immobilizzava, sentiva  che quella macchia nascosta stava lacerando  un dentro malmesso e capì che doveva riconciliarsi con la propria storia.

Era sempre stata irrequieta e un po’ assente, aveva preferito lasciarsi vivere che vivere, ma ora basta! Doveva riconciliarsi con la sua storia per ritrovarsi e fu così che quella mattina di buon’ora senza pensarci troppo decise di partire, la sera precedente aveva fatto una breve ricerca su internet, “ Convento di clausura Santa Chiara”, doveva andare da lei.

Quando lo seppe non si dava pace, non capiva, era accaduto tutto così in fretta che non ebbe nemmeno il tempo di adattarsi a quella nuova storia, stavano sempre insieme loro eppure non si era accorta che uno tsunami  stava cambiando la vita della sua più cara amica, era la più corteggiata Anna, i suoi capelli lunghi e neri incorniciavano un volto dolce e sorridente e i suoi occhi grandi guardavano la vita con curiosità e passione, ricordava bene quando  le raccontò del suo grande amore, erano appena entrate in una vita più complicata, ma straordinaria, da adolescenti si sa, appare tutto moltiplicato per cento e quel giorno lo capì dai suoi occhi bagnati che era innamorata.

Poi arrivò il tempo dell’università e le loro strade si divisero, ma continuavano a frequentarsi, ogni settimana una lettera e ognuna continuava a vivere nella vita dell’altra e quel giorno quando lesse la notizia ne rimase tramortita “ Ho deciso, Maria, mi faccio suora, entro nel convento di clausura Santa Chiara, mi dispiace non avertene parlato, ma io stessa sono stata travolta da una tempesta improvvisa, voglio pregare per l’umanità e pregherò anche per te” e quella mattina una forte spinta la condusse al convento.

-Vorrei parlare con Suor Anna- disse alla monaca che stava dietro la grata della piccola finestra.

-Ma lei lo sa che questo è un convento di clausura? E poi qui non c’è nessuna suora che si chiami Anna!-

-Lo so per certo, è entrata in convento un mese fa.-

-Ah, vorrà dire suor Chiara! Comunque sia non posso chiamare nessuna suora, siamo in clausura signora cara!-

-Bene, allora vorrà dire che aspetterò qui e ci dormirò anche, se necessario!-

Il caso volle che proprio in quel momento arrivasse Suor Chiara per dare il cambio in portineria e quando i loro occhi s’incontrarono i  cuori incominciarono a battere forte in un unico ritmo, non poterono abbracciarsi per l’impedimento della grata, ma le loro mani s’incontrarono in un tenero abbraccio.

Non ci volle molto perché ognuna si aprisse all’altra, si raccontarono le cose più intime e nascoste, si donarono il piacere di incontrarsi ancora, di frequentarsi come quando erano bambine, di visitare ogni angolo dell’anima, non si accorsero del tempo che scorreva troppo velocemente, ma furono grate a quel tempo che aveva permesso il loro incontro.

-Non sarà facile, Maria, ci vorrà del tempo, dovrai ripercorrere la tua vita per riconciliarti con essa, devi ritornare un po’ bambina e lasciarti attraversare dagli eventi con più leggerezza e capirai tante cose che finora ti erano oscure, dai luce alla tua vita e tutto ti sembrerà più bello e ricordati che io sono felice qui.-

Abbracciarono ancora più intensamente le loro mani -Ritorna quando vuoi- disse Suor Chiara col sorriso di quella ragazzina di un tempo lontano.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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