Incipit con cartine: Nadia

Raggio di sole – di Nadia Peruzzi


E poi c’era brutto tempo. Arrivava da un giorno all’altro ,una volta passato l’autunno.


Che giornata di merda. Non c’era altro modo per descriverla. Svegliata male, al suono della sveglia, cosa che poteva succedere non più di due o tre volte l’anno e quando succedeva di solito era un vero disastro.
E fuori pioveva a catinelle!
Tutto era condizionato da una fretta che non le era propria.
Colazione in piedi, bevendo di corsa un caffè rovente mentre sgranocchiava l’ultimo biscotto rimasto nella scatola. Ecco cosa si era dimenticata di comprare il giorno prima, pazienza.
Di gran corsa lei che ingranava come un diesel e aveva bisogno dei suoi tempi in bagno a lavarsi e poi a vestirsi.
“Che mi metto con questo tempo terribile? Mi sa che devo prendere anche le galosce e la mantella da montagna!!”
Non si truccò nemmeno . Sembrava più uno spaventapasseri con quella mantella lunga fino ai piedi e quel visuccio pallido pallido e gli occhi che erano un misto fra un pesce più morto che vivo e l’incazzato.
Fuori l’acqua cadeva ormai a scrosci. Anche la giunchiglia nel vaso vicino alla finestra aveva piegato definitivamente il capo. La seconda fioritura della stagione aveva avuto vita brevissima . Il passaggio di clima l’aveva stroncata Che tristezza!!!
Maledetta pioggia, maledetta sveglia, maledetta fretta, maledetto tutto.
Trovò il biglietto colorato appena mise il piede sulla soglia . Era quasi coperto dalle foglie di acero che stavano cadendo giorno dopo giorno lasciando l’albero quasi spoglio ormai.
“Fin troppo bello e raffinato questo biglietto”, si disse Laura mentre lo raccoglieva.
Chissà che non sia in grado di volgere al bello una giornata partita malissimo e con per di più un tempo da cani.
Quando era nelle sue “giornate malissimo” anche i colleghi le stavano alla larga. Che era nervosa lo vedevano a distanza e a distanza restavano .Le sue arrabbiature fuori misura erano diventate leggendarie.
Raccolse il biglietto. L’uccellino e tutto il ricamo di fiori fra il viola e il dorato sapeva di buono.
Non fosse mai!!Giornata di merda anche per il biglietto.
C’era un TI LASCIO, NON TI SOPPORTO PIU’, scritto in lettere grandi , marcate da cui traspariva la rabbia con cui era stato scritto, grafia che sapeva di cattivo, inclinata e definitiva.
Non era firmato. Non c’era bisogno . Sapeva chi era il gran cafone che non aveva il coraggio di dirglielo in faccia che la stava lasciando. In fondo l’aveva già capito pur nel poco che si erano frequentati che era uomo arido , senza sentimenti e a doppia faccia proprio come quel bigliettino .
Bello fuori ma coatto e maleducato dentro.
Mentre girava e rigirava per le mani quel bigliettino si trovò a considerare che la giornata di merda in fondo non lo era del tutto.
Anzi quell’addio era la cosa migliore che le potesse capitare..
Era stata fin troppo vigliacca in quella relazione e per paura della solitudine, di nuovo, aveva fatto finta di non vedere quanto quel tipo fosse pieno di sé, arrogante e privo di umanità.
Eppure lei ancora non sarebbe riuscita a dargli il benservito .
Quel bigliettino double face era proprio ciò che sperava arrivasse prima o poi. Non sentì più né il freddo, né l’acqua battente , né il vento. Per un momento, solo un momento, le sembrò di vedere un raggio di sole.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

4 pensieri riguardo “Incipit con cartine: Nadia”

  1. Nella mia mia lettura di” te ” trovo molto ” me”
    Una Nadia che fa ” cronaca vera” ….di sentimenti altalenanti lasciando ora, giorno, luogo, in un cassetto.
    E poi quello stupendo e reale che giornata di merda…….❣🤸‍♀️🌻

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  2. Un ritmo costante e incalzante ci porta alla fine in un soffio
    Reale ,vero,senza fronzoli, si intravede un bel raggio di sole per più di un momento

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  3. Mi piace come il descrivi il racconto. Un frase fra tante e (quel visuccio pollido pallido e gli occhi che erano un misto fra un pesce più morto che vivo e l’incazzato) grazie

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