Si nasce senza scelta: Stefania

La scelta di nascere e di morire – di Stefania Bonanni

Si nasce senza averlo deciso. Si può decidere di morire.

Se non fosse stato per quella spinta violenta, se la spinta avesse dovuto essere lei a darla, se ne fosse stata consapevole, forse non sarebbe nata. Aveva cominciato a non scegliere.

Capitò in una famiglia che non le piaceva, del resto non l’aveva scelta. Ebbe un fratello più grande ed una sorella più piccola. Del maggiore non fu mai alla pari, costretta per sempre a rincorrerlo. Della sorellina non ebbe mai la grazia, la delicatezza, il modo di battere le lunghe ciglia sugli occhi sognanti, la bocca a cuore che si increspava nelle smorfie. Non avrebbe voluto essere paragonata, ma non lo poté scegliere, e le capitò.

Cominciò presto a rintanarsi, quando capì che non dare problemi faceva sì che la lasciassero in pace. Andò a scuola e si ritrovò con compagni che non aveva scelto. Qualcuno le piaceva, qualcuno la infastidiva, ma tutti la intimidivano.

Fece la seconda perché veniva dopo la prima, le medie perché seguivano alle elementari, le superiori perché venivano dopo le medie. Non scelse lei che indirizzo dare ai suoi studi. Non le piaceva nulla davvero, tutto le sembrava troppo difficile, troppo impegnativo. Scelsero i suoi, il corso di studi più corto. Quando ebbe il diploma di segretaria, trovò lavoro nello studio di un amico di suo padre. Non avrebbe mai, e “mai” lo ripete’ più volte il capufficio, dovuto prendere iniziative personali. Fu sempre silenziosa e dovutamente impersonale.

Intanto i giorni, i mesi, gli anni, passavano senza scossoni, come essere in un’utilitaria, su un’autostrada con il limite di velocità a 50 km l’ora. Sembrava tutto andasse piano. L’accelerazione ci fu quando suo fratello si sposò. Comnciarono discorsi sulla “sistemazione” che anche lei avrebbe dovuto trovare. Vent’anni sembran pochi, ed anche trenta, poi ti volti a cercarli e non li trovi più.

Quando si sposò anche la sorella minore fu come se lei fosse stata spinta in prima fila. Il problema ora era evidente. Quando le chiedevano se avesse un amore rispondeva: “non so scegliere”. Come se l’amore si potesse scegliere. Arriva e basta: non si sceglie un uomo, non si sceglie più nulla. Per amore son state fatte pazzie, sono stati vissuti dolori e gioie violente. L’energia dell’amore fa sembrare luminosi, si può credere di essere capaci di tutto, pur di stringere tra le braccia quell’unica persona al mondo che l’amore ha scelto per te.

A lei non era successo. I suoi le spiegarono che era l’ora, e pazienza se non era innamorata. Avrebbe imparato a voler bene a quel brav’uomo, modesto e lavoratore. Lo sposò senza emozione. Continuò a mettere in pratica la lezione avuta in ufficio: mai prendere iniziative, mai.

Quando si trovò il marito addosso, che la forzava ad aprire le cosce, le spalancò con rassegnazione. Durò pochissimo, e lei pensò che se era tutto lì, allora si poteva fare. Presto si accorse di aspettare un bambino, e se lo lasciò crescere in seno più per vedere come andava a finire, che per amore. Partorì un maschio, buono e sano. Ma i figli di suo fratello erano oggettivamente più belli, e quelli di sua sorella più vispi, più grassi, più… più…

 E tutti, davvero tanti, a dirle cosa fare, come fare. Non davano consigli: piuttosto giudizi: una mamma capace deve sapersi imporre con i figli, e prendere decisioni sui comportamenti, le scuole, lo sport, l’alimentazione, i giochi, le compagnie. Lei lasciò scorrere la vita come veniva.

Quando il figlio fu adolescente le disse di essere convinto avrebbe fatto la stessa vita, fosse stato orfano di madre.

Il suo poco mondo le cascò addosso tutto insieme, provocando fratture e ferite così profonde che non se ne vedeva l’origine.

Lei non seppe più uscire da quella caverna. Avrebbe avuto bisogno le buttassero una corda, ma non la chiese, non chiamo’ cercando aiuto, e scivolò sempre più giù. L’oscurità ed il silenzio le riempirono gli occhi, i polmoni, le mani, lo stomaco.

Non l’aveva scelta, la malattia.

La lasciarono andare come si butta a mare una zavorra, per essere più leggeri e veloci.

E lei questa volta decise. E se ne andò.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

10 pensieri riguardo “Si nasce senza scelta: Stefania”

  1. L’inesorabile peso del dolore quando sa essere senza soluzione. Una serie di scelte non nostre ci può portare sul baratro e spesso farci cadere. Non è il caso di Stefania, ma lei sa vedere oltre le scelte, prevedere, sapere, capire che non si DEVE prendere strade troppo ripide, in discesa.

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  2. Non so commentarti Stefania tanto sei geniale.
    Riesci a scrivere di ciò che è il più difficile da raccontare, la sofferenza umana con inaudita capacità.
    Chapeau

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  3. Avrebbe avuto bisogno le buttassero una corda, non la chiese non chiamò.
    Un racconto di vita così importante così delicato nella pesantezza della vita da farti restare in silenzio per rispetto.
    Ho avuto bisogno di corde ho urlato, ho chiamato, nessuno ha sentito…ma veramente non hanno sentito?

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  4. La tua penna magistrale mi incanta e mi atterrisce allo stesso tempo. Mi auguro solo che una persona così non esista! Troppa sofferenza in quel vuoto sordo e muto… Eppure basterebbe volgere lo sguardo alla stella che per prima sorge a oriente, o farsi carezzare dal muso festoso di un animale per accendere l’amore dentro di sé … E amare sé stessi, scegliere di amarsi, nonostante tutto!

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  5. Ho letto le tue parole tutte d’un fiato. Ancora una storia al femminile
    In cui la vita non lascia spazi.

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  6. Come dimenticare di non avere avuto scelte e ribellarsi ad un destino crudele e viscido allo stesso tempo? C’e’ una via d’uscita? Come trovarla? Forse in una fiducia nascosta ma che esiste nel profondo.Eterno mistero

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  7. Bello e struggente Stefania questo attraversare la vita lasciandosi trasportare .Purtroppo vale per tanti che nn trovano la loro strada.

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  8. Quando le lacrime salgono agli occhi vuol dire che le parole sono lame taglienti che penetrano nel cuore e tu mi hai commossa con il tuo racconto così struggente….

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