Anni: 2016 – Mimma

ANNO 2016 – RICORDI E SENSAZIONI – di Mimma Caravaggi


Le foto di uno degli ultimi compleanni di mia sorella mi riportano ricordi allegri e felici in una riunione di famiglia: noi tre sorelle i nostri due nipoti ormai grandi e i due nipotini a rallegrare e movimentare una giornata sicuramente da ricordare con nostalgia ma anche di gioia e serenità.
Un altro ricordo, che purtroppo mi rende triste è quando riguardo le foto dei miei lavori manuali di cucito: facevo borse, e soprattutto di bigiotteria. Riempivano appieno le mie giornate rendendole piacevoli, creative, soddisfacenti. Creavo e questo mi dava gioia e soddisfazione. Ero sempre in mezzo ad una quantità molto varia di perle e perline che mi piaceva acquistare nei mercatini. Ora ho raccolto tutto in un mobiletto dai fermagli ai fili alle perle alle perline con ogni sorta di accessori per collane, orecchini e braccialetti. Poi le stoffe, i merletti e dei cordoni che mi servivano per creare le borse. Ho un armadio pieno di tutte queste belle cose e quando mi ricapitano sottocchio mi intristiscono poiché ho dovuto smettere per via dei dolori alle mani. A volte mi sento inutile perché non avrò più la possibilità di riprendere questo hobby che mi dava gioia poter pensare elaborare e creare.

Anni: 2016 – Laura

Festa a sorpresa – di Laura Galgani

Veder avvicinarsi il 29 ottobre, giorno in cui avresti compiuto 18 anni, è stato emozionante.

Avevi fretta di crescere, sempre un passo avanti rispetto alla tua età: più maturo, più capace, più uomo.

Accompagnarti nei festeggiamenti ha reso il 2016 un anno indimenticabile. Per fortuna quel 29 ottobre del 2016 era un sabato, la giornata era tutta lì, a disposizione per te e per noi.

Non scorderò mai la corsa in pasticceria per prenderti la piccola torta della nonna appena sfornata, che mi avevi chiesto per colazione.

Poi via, fuori per il pranzo con soli tre cari amici. Intanto io e tua sorella, a casa, preparavamo palloncini, finger food e tartine per parenti e amici di famiglia. La tua gioia nel tornare a casa e trovarli ad aspettarti fu davvero grande.

Ma non era finita lì! Ti avevamo promesso una cena in un bel ristorante del centro, solo noi quattro, mamma, papà, tu e tua sorella. Ci vestimmo tutti per benino, ricordo che mi costringesti a cambiarmi per essere più elegante e mi facesti persino mettere i tacchi.

Lasciammo la macchina in San Niccolò e poi a piedi, sul Lungarno, passando per Ponte Vecchio. Lungo il tragitto ci tempestavi di domande: ma dov’è questo ristorante? Ma quanto manca ancora?

La sorpresa in realtà te l’avevamo preparata in combutta con i tuoi compagni di classe e i tuoi amici più fidati: altro che cenetta in famiglia, almeno in 25 fra ragazze e ragazzi ti aspettavano in un locale alla moda! Di nascosto ci mandavano messaggi per dirci di rallentare, alcuni non erano ancora arrivati all’appuntamento, e allora si cercava tutte le scuse per perdere tempo lungo il tragitto: facciamoci un selfie, guarda che bel palazzo, ancora un’altra foto …

Alla fine, ecco il Ponte di Santa Trinita, e poco più avanti il locale agognato. Tuo padre entrò per avvertire “che ci preparassero il tavolo”, mentre noi fuori guardavamo il menu. In realtà, andava ad avvertire gli amici che c’eravamo. Ricordo che mi chiedesti perplesso “Mamma ma perché avete scelto questo posto? Qui fanno solo carne! E tu che mangi?” Riuscii ad inventarmi “una bella insalata con tanti pomodorini, guarda qui, è una specialità!” Tuo padre per fortuna ci venne a chiamare, togliendomi dall’imbarazzo, e ti accompagnammo, ancora totalmente ignaro, davanti ad una piccola porta socchiusa di una sala appartata; letteralmente ti ci spingemmo contro e quella si spalancò, buttandoti fra le braccia dei tuoi amici.

Fu una sorpresa grandissima, un momento di felicità autentica per tutti.

Ti lasciammo incredulo, commosso e frastornato a vivere uno dei momenti più belli della tua ancora giovane vita.

Noi passammo alla cassa a pagare torte e spumanti e tornammo a casa, coi piedi doloranti ma col cuore pieno di emozioni e davvero commossi.

Che ce ne siano altri, figlio mio, di giorni così!