Festa a sorpresa – di Laura Galgani
Veder avvicinarsi il 29 ottobre, giorno in cui avresti compiuto 18 anni, è stato emozionante.
Avevi fretta di crescere, sempre un passo avanti rispetto alla tua età: più maturo, più capace, più uomo.
Accompagnarti nei festeggiamenti ha reso il 2016 un anno indimenticabile. Per fortuna quel 29 ottobre del 2016 era un sabato, la giornata era tutta lì, a disposizione per te e per noi.
Non scorderò mai la corsa in pasticceria per prenderti la piccola torta della nonna appena sfornata, che mi avevi chiesto per colazione.
Poi via, fuori per il pranzo con soli tre cari amici. Intanto io e tua sorella, a casa, preparavamo palloncini, finger food e tartine per parenti e amici di famiglia. La tua gioia nel tornare a casa e trovarli ad aspettarti fu davvero grande.
Ma non era finita lì! Ti avevamo promesso una cena in un bel ristorante del centro, solo noi quattro, mamma, papà, tu e tua sorella. Ci vestimmo tutti per benino, ricordo che mi costringesti a cambiarmi per essere più elegante e mi facesti persino mettere i tacchi.
Lasciammo la macchina in San Niccolò e poi a piedi, sul Lungarno, passando per Ponte Vecchio. Lungo il tragitto ci tempestavi di domande: ma dov’è questo ristorante? Ma quanto manca ancora?
La sorpresa in realtà te l’avevamo preparata in combutta con i tuoi compagni di classe e i tuoi amici più fidati: altro che cenetta in famiglia, almeno in 25 fra ragazze e ragazzi ti aspettavano in un locale alla moda! Di nascosto ci mandavano messaggi per dirci di rallentare, alcuni non erano ancora arrivati all’appuntamento, e allora si cercava tutte le scuse per perdere tempo lungo il tragitto: facciamoci un selfie, guarda che bel palazzo, ancora un’altra foto …
Alla fine, ecco il Ponte di Santa Trinita, e poco più avanti il locale agognato. Tuo padre entrò per avvertire “che ci preparassero il tavolo”, mentre noi fuori guardavamo il menu. In realtà, andava ad avvertire gli amici che c’eravamo. Ricordo che mi chiedesti perplesso “Mamma ma perché avete scelto questo posto? Qui fanno solo carne! E tu che mangi?” Riuscii ad inventarmi “una bella insalata con tanti pomodorini, guarda qui, è una specialità!” Tuo padre per fortuna ci venne a chiamare, togliendomi dall’imbarazzo, e ti accompagnammo, ancora totalmente ignaro, davanti ad una piccola porta socchiusa di una sala appartata; letteralmente ti ci spingemmo contro e quella si spalancò, buttandoti fra le braccia dei tuoi amici.
Fu una sorpresa grandissima, un momento di felicità autentica per tutti.
Ti lasciammo incredulo, commosso e frastornato a vivere uno dei momenti più belli della tua ancora giovane vita.
Noi passammo alla cassa a pagare torte e spumanti e tornammo a casa, coi piedi doloranti ma col cuore pieno di emozioni e davvero commossi.
Che ce ne siano altri, figlio mio, di giorni così!