Anni 2016 e 1979 – di Stefania Bonanni
Nel 2016 ho compiuto 60 anni, ed ho proibito qualunque festeggiamento, per civetteria. In realtà ero contenta. Di me, perché mi piacevo, nonostante gli acciacchi, del mio bellissimo nipotino Leo che cominciava ad esprimere affetto ed allegria (essendo nato nel 2015), ero contenta della vita che stava per cambiare perché smettevo di lavorare, essendomi chiarissimo che volevo passare il mio tempo da nonna. Mi ricordo contenta, nel 2016. Come a tagliare un traguardo. Come uno che ce l’ha fatta, nonostante il fiatone.
1979.
In quel periodo sono stata pazzamente felice, non contenta, proprio pazza e felice: con le farfalle dappertutto, le risate sempre sull’orlo delle labbra e gli occhi scintillanti. Il 1979 è stato l’anno nel quale ci siamo decisi a saltare nel precipizio, io e Paolino, senza paracadute, ma tenendosi per mano. Era rischioso, ma non servirono parole. Per noi parlarono mani, cuori, braccia, occhi. E si sono intesi in una lingua che non conosce interpreti, né intermediari, nella quale vicino non è abbastanza, conta solo stringersi. “L’amore che strappa i capelli, ha detto un poeta”, e averlo riconosciuto, quell’amore, è stara una grande fortuna, un ricordo bellissimo, un arcobaleno.