Lo Spaventapasseri delle Rose

Ho trovato il mio spaventapasseri! – di Laura Galgani

foto di Laura Galgani

Il giardino delle rose stamani è deserto. Strano, stranissimo trovarlo così! Appena entrata dal cancello secondario sulla via delle Rampe ho visto un giardiniere chinato su una pianta. Smuoveva con la vanga la terra intorno alle radici. Mi ha salutata gentilmente con un sorriso che ho intuito sotto la mascherina. Ho girovagato fra i vialetti silenziosi, solo qualche cinguettio ad interrompere il silenzio. I rumori della città arrivano appena, portati via dal vento leggero che li sospinge altrove. Osservo le aiole e i rosi che contengono. Si percepisce la mano sapiente che da poco ne ha potato i vecchi rami ma senza ferirle. Le zolle tutto intorno sono smosse, tagliate in blocchi geometrici con spigoli aguzzi. Immagino che sia per far passare aria e pioggia giù in fondo e mantenere il terreno pieno di vita. Mi volto verso la città e lo sguardo mi si impiglia su una presenza che sapevo essere lì, ma che era sempre rimasta confusa fra le tante persone distese sul prato. Oggi invece è solo, e la sua figura spicca decisa fra le piante basse e senza fiori. Mi avvicino, mi siedo davanti a lui e lo osservo. So che è di Folon, sulla targhetta c’è scritto “L’envol”, l’attimo in cui si prende il volo. E infatti sta sulla punta di un piede e tiene l’altro appena sollevato. Guarda in su, verso il cielo che oggi è perfettamente azzurro. Dimenticando il peso del bronzo raccoglie le braccia vicino al corpo e si prepara a volare. È un perfetto “Spaventapensieri”, ma solo quelli brutti. Quando il prato è pieno di gente lui raccoglie tutti i cattivi pensieri che sente e li lancia verso il cielo. Trasforma preoccupazioni, maldicenze, offese, ingiurie, ansie, in nuvole color pastello, sbuffi di fumo celestino, stelle pallide piccole e grandi, pezzi di cielo rosarancio e viola all’orizzonte. Allora le coppie amoreggiano su plaid a scacchi, i lettori trovano pagine consolanti nei libri che tengono in mano, i padroni dei cani pensano di essere fortunati ad avere un quattrozampe così fedele, i pittori trovano un bello scorcio da dipingere, e chi era in preda al malessere prima di arrivare qui sente ad un tratto che il cuore si è fatto più leggero e può trovare la forza di andare avanti. Grazie, amico. Prendiamo il volo insieme a te.

Oggetti intorno

Conchiglie – di Patrizia Fusi

foto e oggetti di Patrizia Fusi

Tanti oggetti cari intorno a me, libri che mi hanno fatto conoscere, sognare, emozionare.

 Piante di orchidee che vivono con me da diversi anni, che ogni tanto fioriscono con più o meno intensità, e altre piante verdi che mi piace accudire con amore.

Oggetti, ognuno di loro è un ricordo di un luogo, di un evento, o di una persona che l’ha posseduto. Qualcuno di loro non è più fra noi, perché gli oggetti hanno vita più lunga degli esseri umani.

 Mentre sono ad occhi chiusi fra tutto questo, mi sono venuti alla mente i due grossi barattoli di vetro pieni di conchiglie e alcuni fossili, ricordi di vacanze trascorse al mare, da quando avevo le bambine piccole fino a otto anni fa.

 Momenti felici, periodi difficili, momenti di riconciliazione e d’amore, la gioia e la fatica di nonna, momenti dolorosi e di mancanza.

 Nel silenzio della stanza mi è passata davanti a gli occhi una parte della vita, vista attraverso le conchiglie contenute in quei vecchi barattoli di vetro raccolte nel tempo.