Spaventapasseri in giardino

Mio, il mio spaventapasseri – di Rossella Gallori

foto, interpretazione e disegno di Lucia Bettoni

Un agremano dorato? No meglio un gallone,  la giacchettina di velluto rosso fuoco è così  bordata alla perfezione, sotto un gilet di broccato avorio, la camicia di un pizzo macramè delicato, cela un collo rigido, di legno prezioso, intagliato. I pantaloncini riempiti dal nulla,  di velluto nero liscio…oh no ti manca il cappello,  a nascondere lo sguardo un basco piccolo di feltro grigio, una piccola penna azzurra punta verso il cielo…..Mio come sei bello!!

Ti pianterò in giardino, nascosto tra le rose, non ti espongo, non ti ho fatto la bocca, non devi parlar con nessuno, anche gli occhi  ho dimenticato, son rimasti nei miei, il nasino piccolo a patata, ti farà riconoscere il mio profumo sempre, alle mani  guanti di pelle bianca, le dita larghe ben imbottite, come ali corte e solide, il palmo rivolto verso l’alto….un piccolo portatabacco appeso alla cintura, ma non fumare MIO lo sai, ti fa male…

Aspetterò il primo giorno di primavera ed insieme sceglieremo il posto, qui no? Qui forse? Un posto riparato, allora avevo ragione, tra le rose rosse…lo sapevo…abbiamo gli stessi gusti.

 È notte, dal buio di camera mia ti osservo, sei solo in mezzo a quel praticello, che campo non è, sento che vorresti dirmi qualcosa, mi pento sai, Mio, di non averti fatto la bocca, non importava una mezza luna, bastava un cuoricino, quel tanto per parlarmi, per sorridere, respirare…il vento di un maggio tiepido  ti muove appena il capo, non ti ho fatto occhi, era per difenderti, dalle cose brutte, da quello che avrei voluto nasconderti, non so se è stata una buona idea, lascio tutto a metà, mi perdo nei particolari, dimenticando le cose importanti…. Importanti come questi tre o quattro uccelli che ti saltellano intorno, sbeffeggiandoti, sento il loro gracchiare, in un battito d’ ali stupido ed inutile, come il beccar foglie di rose alla faccia tua che non ti puoi muovere, ridono di te, che sembri un damerino d’altri tempi: ti manca solo la cipria sul nasooooo , sibila il merlotordo.

Mi alza di colpo, no, non ti lascio lì, Mio mio, mi vesto in fretta, indosso la vecchia camicia a quadri, la parrucca rossa, una cravatta brutta, trucco malamente il mio viso stanco, il cappellaccio lo recupero tra i rifiuti in partenza, guanti gialli di gomma, pantaloni a righe di chissà chi, transitato e morto da tempo….metterò anche una coda, ho saggina, nel sottotetto…ecco sono pronta, sono MIA la spaventapasseri…

foto e spaventapasseri di Rossella Gallori

Ti sollevo dal tuo incarico, ti sostituisco,  bercio ai poveri pennuti, che scappan più per accondiscendere che per paura…ma chi spaventa più uccelli?  Ma chi tiene alla larga intrusi voraci?

Ti porto in casa, Mio, al riparo da tutto e tutti, ti spolvero un po’, ti disegno occhi  e bocca e ritorno al mio posto, mentre la notte si fa un po’ più buia ed io piantata in terra, con un’unica  gamba di legno, resisto e guardo il cielo… e quella luna che non mi è mai sembrata tanto grande….

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

9 pensieri riguardo “Spaventapasseri in giardino”

  1. Sei tutto per Mio: madre créatrice piena d’amore, amica attenta e fedele, sorella piena di attenzioni. Una grande “fattrice” nel senso che genera senza risparmiarsi. Abvracciali Mio e Mia, anche per me.

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  2. Grazie a tutti, in modo particolare a Lucia…
    Io scribacchio lei interpreta ed imprigiona su tela fedelmente, mi correggo, non imprigiona…. dà vita…

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