Amici immaginari

Amici immaginari – di Vanna Bigazzi


Sono una modalità ideativa e creativa della mente alla quale si deve considerazione e rispetto.
Possono essere bambolotti, oggetti morbidi per i più piccoli, amici ideali con i quali si condividono giochi e confidenze per i più grandicelli. Se si protraggono ulteriormente, amici con i quali si possono scambiare opinioni e confidenze. Una specie di alter-ego positivo. Non necessariamente sono compensazioni di bambini soli, più spesso sono frutto di fervide fantasie che aiutano lo sviluppo cognitivo. In genere sono amici segreti, molto fidati che ci conoscono più di ogni altra persona. Sono specchio di emozioni legate all’amicizia e per dirla con Freud: “una via regia” verso la socializzazione. Spesso sono un mezzo che serve al bambino per adattarsi al mondo difficile degli adulti. Per quanto mi riguarda, ricordo di aver avuto amici immaginari nell’infanzia, sporadicamente nell’adolescenza. Non erano persone ma animali che correvano liberi in una
natura incontaminata di verdi radure o boschi folti percorsi da acque cristalline. Non ho mai analizzato il perché di queste mie fantasie, presumo un bisogno di quiete, di concentrazione su me stessa e di rifugio da situazioni conflittuali, in genere molto sentite dai bambini. Situazioni che non lasciano lo spazio e la libertà necessari ad una mente fanciulla, per esprimersi e far galoppare la
fantasia. Potrebbero, più semplicemente, anche essere state nostalgie per la campagna dove solitamente andavo a trascorrere i mesi estivi. Auguro a tutti di aver avuto compagni immaginari meravigliosi, che siano stati di aiuto alla propria crescita e verso i quali abbiano potuto provare un sentimento puro e disinteressato, utile ad acquisire e sviluppare la futura capacità di amare.

Un documento unico

foto di
Mirella Calvelli

Mirella Calvelli ha approfondito le sue ricerche ed ha scoperto che la lettera attribuita giorni fa a sua nonna, era in realtà una lettera della sorella della bisnonna indirizzata a lei in un momento di dolore. La lettera è del 1921 e in essa si parla della malattia che poi porterà alla morte la sorella, la cosìdetta SPAGNOLA. Altri familiari comuni erano morti in quei giorni per la stessa causa. La bisnonna sopravviverà e avrà ancora tempo per la vita, ma il parallelismo con i fatti che oggi ci angosciano e l’apparente casualità del ritrovamento, rimangono un fatto misterioso e di notevole intensità emotiva. Abbiamo l’occasione, grazie a Mirella, di ricordare quel disastro e quelle persone che allora non ce la fecero…..e trovare comunque un segnale di speranza.

Traduzione

Sorella Carissima

Firenze, 14.11.1921

La tua lettera giuntami ieri l’altro ha destato in me un profondo dolore.

Mi prevedevo però che qualche cosa di nuovo fosse accaduto, non avendo ricevuto da te nessuna notizia , dal giorno che venisti a trovarmi.

Ha dovuto subire un dispiacere, che purtroppo ,(… )   indimenticabile.

Triste il morire, moltopiù lasciare i figli e la moglie che (… )  ha dovuto godersi la loro felicità.

Il destino infame vuole così, e la rassegnazione è ben triste per la famiglia che ha colpita.

Coraggio però qualche buona persona penserà anche alla situazione e del mantenimento della moglie devota e per la innocente creatura che in così tenera età ha dovuto perdere il padre, senza avere i di lui esempi e i di lui baci.

Potevi star ben tu, ed invece  una catena  è venuta a disturbare.

Speriamo però che per l’avvenire tu possa vivere tranquilla, all’amore del tuo caro consorte, cognate e cognati e sopratutto della tua suocera, che dici di aver ritrovata una madre.

Ho piacere che tutti ti vogliano bene e tu medesima a fare il tuo dovere per sapertelo sempre più prevalere.

Anche tu, sei già sistemata e non hai che il pensiero alla famiglia.

Le condizioni mie sono eguali di quando mi lasciasti, nessun miglioramento ho sempre temperatura abbastanza alta che mi tiene molto inquieta.

La stagione anche in cui ci troviamo è rigida quindi influisce ancor più nella nostra mal ferma salute, che una guarigione non lo spero oramai è troppo tempo…..

Carolina, l’autrice, e la sorella, la bisnonna Assunta

A proposito di cucina, di amore e ….di Jorge Amado

Dona Flor e i rimedi contro il mal d’amore

Jorge Amado resta nel cuore per il suo “Dona Flor e i suoi due mariti”, pubblicato nel 1966. Lui stesso dirà che il fatto che il giovane marito di Dona Flor, morto improvvisamente per Carnevale, appaia un giorno nel letto di lei, richiamato dal suo desiderio, è un fatto che è accaduto a Baia e che Amado si limita a raccontare senza cercare spiegazioni.

Magia, amore, cucina si mescolano in questo libro carico di colori e suoni perché Dona Flor, dopo la morte di Vadinho, continua ad amare il primo marito, amerà il secondo e nel mezzo, per cercare consolazione e vita, apre una scuola di cucina in casa sua…….