Racconto interrotto – di Luca Di Volo

“Era una notte buia e tempestosa”….che grandioso inizio per un affascinante romanzo ..Oddìo..forse non troppo originale..
Ma lui quell’incipit lo aveva sempre, come dire..?! Stregato..sì..la parola giusta..: stregato. Incantato, sedotto.. Gli sembrava una degna apertura di un sipario su scene infinite ma tutte immense, evocative..e tenebrose ..quel tanto che bastava per accendere il lettore ..
Peccato però che quella sera, dopo il “tempestosa”, al nostro scrittore non fosse riuscito aggiungere nemmeno una parola…
Si vede che qualcosa gli aveva bloccato il software dei suoi neuroni…un virus?! Ma l’aveva installato un antivirus adatto..?!
Cercò di smettere di pensare fesserie e di concentrarsi sul racconto..che, tra l’altro, doveva consegnare all’editore non più tardi di mezzogiorno….e lui era ancora a “Caro amico..”
Inutile stare a rovinarsi le meningi…per distrarsi si alzò per andare alla finestra.
A quell’epoca i nuovi palazzi abitativi confinavano ancora con i campi dell’aperta campagna, e molti erano coltivati, se non altro per avere ortaggi freschi…Come quel piccolo podere di proprietà del suo vicino di casa, con quel buffo spaventapasseri in mezzo…Buffo…insomma..mica tanto..Già, nel quartiere (ma un po’ anche in città ), quel fantoccio era il terminale di una leggenda nera arrivata fresca fresca dal più profondo Medioevo..
Pochi sapevano (ma era storicamente vero) che in quella zona..forse proprio nei pressi di quel modesto podere, fino alla fine del diciottesimo secolo (e oltre) si trovava il tristemente famoso “Prato della Giustizia”..un eufemismo per il luogo dove erano eretti vari patiboli e venivano eseguite le sentenze capitali…che non erano come ce le hanno fatte immaginare nei film..un colpo e via..No no..a quei tempi era spettacolo comune lo squartamento dei condannati..l’esibizione di budella messe sul fuoco mentre il disgraziato era ancora vivo..Tutte cose che i cronisti dell’epoca preferivano tacere…e che gli storici moderni hanno poi ricavato scavando negli archivi processuali…
Insomma..Ma cosa aveva a che vedere con questi orrori quella figura sbilenca al chiaro di Luna..?!
Le spiegazioni erano tante..fra tutte però ce n’era una che sembrava abbastanza plausibile…Sembra infatti che, al cessare della pena di morte, (in epoca relativamente recente), la pietà popolare avesse eretto una rozza croce di legno in memoria dei poveri condannati e anche per esorcizzare gli orrori di cui quel luogo era stato testimone…
Col passare del tempo poi..i ricordi si erano affievoliti..nonostante che quei dintorni avessero sempre mantenuto una specie di aura sinistra..tanto che non era raro vedere qualche vecchietta che passando davanti si facesse il segno della croce..
E anche la rozza croce si era trasformata..ed era stata degradata a sostegno di qualche straccio..divenendo così un volgarissimo spaventapasseri…Che, per la verità, il suo mestiere di “spaventare” lo faceva benissimo..
Tutte leggende e superstizioni?!…Forse..fatto sta però che da quel posto tutti se ne tenevano un po’ alla larga…tranne che il proprietario..già…il suo vicino di casa…che anzi coltivava quel pezzetto di terra con grande cura, deridendo con sarcasmo quei creduloni dei suoi concittadini.
Mah..forse aveva ragione lui…
Si sedette di nuovo al computer..sempre davanti a quell’incipit..Però questa volta gli sembrò di poter andare oltre…dunque….”Era una notte buia e tempestosa…tratta dall’oscurità profonda dalla violenta luce dei fulmini che si susseguivano senza posa, una carrozza nera, trainata al galoppo da quattro cavalli neri come l’Inferno….”Sosta…ma che ne sapeva lui di che colore era l’Inferno?! Boh…tanto non lo sapevano nemmeno i suoi lettori..Allora vada per il nero…sì..poteva andare..
Proprio in quell’istante di incoraggiamento percepì una gran tramestio…botte, schianti..e, alla fine..un lungo urlo straziante..interrotto bruscamente..E senza dubbio proveniva dall’appartamento accanto al suo…cioè dal proprietario di quello strano arnese in forma di spaventapasseri nel suo orticello..
Non poteva far finta di nulla…Aprì la porta e senza esitare bussò alla porta del suo dirimpettaio..
Dovette aspettare un bel po’ prima che uno stridente rumore di catenacci gli rivelasse che qualcuno aveva sentito e sulla soglia si manifestasse l’imponente sagoma del suo vicino…
In controluce, con l’illuminazione da dietro, sembrava ancora di più somigliare all’orco delle fiabe…non era colpa sua, ma madre natura con lui era stata davvero matrigna..Alto quasi due metri…testa piccola…capelli a ciuffo sul cranio puntuto..torace a barile..pancia extralarge..gambe lunghe ma sottili..E la voce non era da meno…
“Beh..che c’è.?!!”.Un rimbombo amplificato dal corridoio deserto..
“Mi scusi..ho sentito un grido..sembrava da lei..forse qualcuno si sente male..?! Forse potrei essere d’aiuto…”
Una voce acuta..di donna..dall’interno..”Ermanno…chi è a quest’ora..?!”
La vociaccia divenne lievemente più dolce…un miscuglio terribile..”Niente niente ..solo un rompic…ehm..il nostro vicino..dormi dormi”..e a lui : ”No..va tutto bene..”
“Ah…mi scusi per averla dist…” Gli rispose il tonfo dell’uscio che si chiudeva..
Ritornò in casa..si rimise a sedere..e stette lì..in silenzio..senza pensare a nulla…tanto meno al racconto..
Dopo una buona mezz’ora di assenza dall’esistenza..sentì il bisogno di guardare ancora un po’ il mondo di fuori..
Si riaffacciò alla finestra….aspettandosi il solito panorama spettrale…Un’ombra furtiva gli sembrò entrare nell’orto di fronte..
Ohè…che succedeva..?! Un ladro?!..Ma che c’era da rubare lì..al massimo qualche zucchina…e poi bisognava tener conto delle leggende popolari…Tutto molto strano..e lo divenne ancor di più quando l’ombra si rivelò essere, inconfondibile.., quella del suo vicino..
Ma che ci faceva..di notte..al buio. ..in un orto che poi era il suo..?!
Sentì uno strano pizzicore alla nuca..gli succedeva sempre nei momenti di tensione…
Guardò meglio..l’omone stava armeggiando proprio alla base dello spaventapasseri..miseramente divelto e sdraiato a terra….Però…un bel coraggio..E doveva aver trovato qualcosa di grosso…una..una..valigia?! Sembrava..e molto pesante, anche…visto che l’omone barcollava nel portarla..Ma ce la fece..aprì il bagagliaio del suo camioncino e la buttò dentro con ultimo sforzo…
Poi si appoggiò alla carrozzeria per riprendere fiato…
Fu in quel momento che un’altra ombra..più sottile…anch’essa con una valigia..traversò la strada, raggiungendolo…girò intorno al camioncino, aprì la portiera..ed entrò, mettendo la valigia nei sedili posteriori..
L’omone dette un ultimo sguardo intorno con circospezione….e il nostro scrittore si tirò istintivamente dietro la finestra…sapeva che non poteva vederlo, ma, terrorizzato com’era..non si sa mai…
Udì il rumore soffocato del motore che si allontanava..poi..più nulla..silenzio..solo il povero spaventapasseri atterrato..muto testimone di …già..di che cosa..?!
Riaprì la porta di casa e si affacciò di nuovo nel corridoio…
Oddìo…cos’era quella cosa vischiosa..brunastra..che si insinuava dalla fessura in basso di quella porta…spargendosi per il corridoio vuoto..?!
Non ci voleva grande immaginazione per capirlo..
Non potè far altro che telefonare alla Polizia….
E mentre le sirene si avvicinavano ululando nella notte..si rimise davanti al computer..
Dunque…”Era una notte buia e tempestosa….”Cancellò il resto che gli sembrava banale…
Sarebbe rimasto un bel racconto incompiuto…
Un genere che riesce a dare piacevolezza ai tuoi racconti, divertenti e ironici ……un piacere leggerti
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Ritmo, ritmo, quello che trovo nel tuo scritto, qualche brivido e….ritmo” era una notte”
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Piacevole leggerlo.
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Riesci sempre a mantenere alta la suspance e il fiato sospeso fino alla fine….originale e piacevole…
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