LA SIGNORA DAI MILLE CAPPELLI – di Sandra Conticini

Era tornata da poco tempo in quel condominio, nessuno la conosceva bene.
Quando incontrava qualcuno per le scale salutava educatamente, ma non si fermava a parlare, andava via dritta per la sua strada. Era una bella signora sui sessant’anni, forse qualcosa di più, sempre ben vestita, curata e non l’avevano mai vista uscire senza cappello. Li aveva di tutti i tipi e di tutti i colori, per l’inverno cappelli di pelliccia dei più svariati colori, ma anche di lana, di feltro, baschi e in primavera estate cappelli di cotone fatti a mano o di paglia con fiori, bottoni, perline ma anche molto eleganti di raso, di seta con tese più o meno grandi, insomma si capiva che al cappello non ci poteva rinunciare. La mattina in genere usciva sempre molto presto e spesso in una borsa si poteva intravedere qualche altro cappello colorato, con le piume, con gli occhi, con tralci di fiori di plastica.
Questa persona era diventata quasi un’attrazione in un condominio dove da decenni gli abitanti erano sempre gli stessi, così quando la sentivano uscire la spiavano da dietro le persiane o si affacciavano alla finestre e ai balconi poi rientrando in casa dicevano: Oh chissà che giri l’avrà quella del quarto piano che tutti i giorni esce tutta ripicchiata… E tutti quei cappelli??? Mah! per me c’è sotto qualcosa!
Questa storia durò per un po’, finchè un giorno tornando a casa Elena, questo era il nome della signora, trovò un signore del palazzo in terra così l’aiutò a rialzarsi, lo medicò e gli fece tutto quello di cui aveva bisogno, eh sì perchè lei era una dottoressa ormai in pensione e tutte lemattine usciva per andare all’ospedale dove c’erano bambini con malattie molto importanti e tutti quei cappelli che aveva o si portava dietro servivano per farli giocare e sorridere.
Da quel giorno nessuno ebbe il coraggio di dire più niente, anzi: era diventata la più amata persona del palazzo …


L’apparenza spesso inganna ma il cuore si rivela sempre quando batte forte…….
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Quando un cappello diventa una medicina ed un sorriso per lenire il dolore…..
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Chissa’ perche’ Sandrina leggendo mi e” venuta in mente Zia Caterina col suo cappello pieno di colori a bordo del suo taxi a disposizione dei piu’ piccoli e mi sono commossa.
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Grazie a tutti… Si anche io quando vedo il taxi di Zia Caterina mi si stringe il cuore e mi vengono i brividi. Queste persone fanno gesti che non hanno parole per descriverli. Con gli adulti è dura, ma con i bambini non ci posso pensare.
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Alcune volte siamo diffidenti e curiosi,bello i cappelli di questa signora e l’uso che ne faceva.
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