La ragazza che sapeva portare i cappelli – di Gigliola Franceschini
foto e cappello di Gigliola Franceschini

Amici fino dagli anni piccoli. Li ho amati, voluti e preferiti ad altri accessori perche’ mi facevano stare bene, mi facevano sentire giusta e consapevole di essere gradita. “Tu li sai portare i cappelli” mi dicevano ma non era questo ad alimentare la mia passione; il cappello riusciva a trasformarmi dal di dentro. I primi che ricordo, fatti con la pelliccia dei conigli che nelle domeniche erano finiti nel tegame alla cacciatora, bianchi e maculati neri e marroni. Con la poca modestia che hanno i bambini quando sono ancora avvolti nella loro innocenza, mi sentivo veramente la piu’ bella del reame! E poi baschi scozzesi nell’eta’ di mezzo, prima di approdare alla maturita’ con i cappelli veri e propri , a larghe tese a protezione di occhi truccati di azzurro e pieni di curiosa gioia per la vita. E i cappelli per le cerimonie, uno ad “ala di mosca” , morbide onde trasparenti, per accompagnare un amico all’altare. E’ stato il piu’ bello e i complimenti si sprecavano, mi sentivo in un mondo da fiaba, fuori dalla quotidianita’, per un giorno regina quasi quanto la sposa, un po’ bruttina, per dire il vero. Mai cappelli banali, dovevano avere il colore giusto e qualcosa che mi rappresentasse, un fiore, un nodo, un fiocco e la magia si ripeteva. Con molta nostalgia un giorno ho dovuto separarmi da tutti questi cimeli e calarmi nella mia realta’. Ho un cappello rosso che mi e’ molto caro, il dono di un’amica che me lo ha regalato senza una data, senza un motivo particolare. Gia’ al tatto mi accarezza e mi comunica qualcosa di bello. Il volto sotto quella larga tesa e’ ora segnato dal tempo che corre implacabile ma oltre le rughe e i lineamenti mutati e il colore spento delle guance, riesce ancora a rinnovare brevi scintille di sorrisi passati e di gioie presenti. Mi sento ancora la ragazza che sapeva portare i cappelli!
Si fanno regali semplici ad amiche speciali…in giorni normali, qualcosa di colorato…elegante …festoso, come te.
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