Ciò che se ne va se ne doveva andare – di Cecilia Trinci
Se non torna vuol dire che voleva dimenticare la strada e tu non devi inseguire, ma fermarti e saper dire addio.
Può essere il gatto selvatico che non è più tornato a mangiare perché le tue carezze erano belle, ma impegnative e la sua libertà troppo leggera.
Può essere un amico, una donna, un’ombra nel riquadro della finestra.
Un fantasma che non vuole appesantirsi di ricordi.
Un sogno sbagliato che non vale la pena realizzare.
Un numero di telefono che non squilla più da troppo tempo.
Il silenzio delle ragnatele in una casa lontana dove il portone cigola e la finestra si oppone all’apertura.
Zavorre. Ricordi
Ricordi. Zavorre.
Volta la pagina, lascia che vadano.
Un soffio di vento, una mano di vernice, uno strappo di carta nel per sempre
La strada si apre soltanto davanti. Il dietro, il laterale, si perdono nei campi di sale.
Bellissimo Cecilia.È così difficile dire addio però.
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Cecilia mi è piaciuta tanto la descrizione delle carezze belle ma impegnative al gatto selvatico!! La libertà ama la leggerezza! Ho capito perché il mio gatto pur volendomi bene ogni tanto quando mi avvicino scappa!
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diceva mia madre: se ne sono andate via le persone …posson andar via le cose…
Spesso sento lei, nelle tue parole, nel tuo scrivere:
” VOLTA LA PAGINA, LASCIA CHE VADANO”
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immagini bellissime e parole piene di significato e di sentimento…la strada si apre solo davanti e allora percorriamola con occhi pieni di meraviglia…
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(Volta la.pagina,lascia che vadano)bello
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