Dodicesimo incontro virtuale: la tenacia del fico

Avete mai notato l’albero di fico? Così semplice, umile, eppure fortissimo, cresce dappertutto, non teme la siccità, rinasce sempre dalle radici anche quando credi di averlo ucciso.

E’ un albero antichissimo, che viene dall’Asia Minore, ben noto agli Egiziani che lo consideravano segno di immortalità tanto da usarlo per costruire i sarcofagi. I Greci lo consideravano simbolo di fecondità e pensavano fosse sacro a Dioniso.

Diffuso dai Fenici è stato sempre un frutto sacro agli dei e si racconta che Polifemo usava il latticello per cagliare il latte e fare il formaggio.

I Romani lo consideravano un albero sacro a Marte e sembra che la cesta di Romolo e Remo fosse stata trovata……. sotto un fico!

Nel mondo cattolico ha avuto significati negativi e positivi. Secondo una leggenda Giuda si impiccò a un albero di fico dopo aver tradito Gesù, ma la foglia di fico fu usata per pudore da Adamo ed Eva e anche, dopo, per coprire le nudità di opere d’arte …..

Secondo una leggenda Maria e Giuseppe, in fuga dall’Egitto con Gesù, furono nascosti da un albero di fico che coprì la Sacra famiglia con i suoi rami durante la notte. Maria la mattina chiamò il fico “sacro” e lo ringraziò…

Vi lascio come scintille:

  • tenacia
  • umiltà
  • rinascita

ma soprattutto queste parole di Epittèto, filosofo greco del primo secolo dopo Cristo:

“Nessuna cosa grande compare all’improvviso, nemmeno l’uva, nemmeno i fichi. Se ora mi dici: “Voglio un fico” ti rispondo: “Ci vuole tempo”. Lascia innanzitutto che vengano i fiori, poi che si sviluppino i frutti e poi che maturino”…..(Epitteto, Diatribe, 50-135 d.C.)