Gli “occhi dentro” nello specchio di Rossella B.

Lo specchio di stagnola – di Rossella Bonechi

foto di Patrizia Fusi

Questo tondo improvvisato di stagnola è proprio uno specchio, che all’inizio tengo lontano per catturare quanto più posso, ma sorvolo velocemente sulla figura intera, lo specchio mi dice che ho troppo da lavorarci, e avvicinandolo mi metto occhi negli occhi. Lì per lì non mi sembrano i miei: troppe rughe intorno, le palpebre troppo calanti, poi intravedo un balenío birichino e finalmente riconosco i MIEI occhi mentre mi stanno spiegando che l’importante non è quello che hanno visto fuori di me, intorno a me, attraverso due vetri spesso appannati; l’importante, continuano i miei occhi, è quello che hanno visto dentro di me, gli sforzi le gioie le emozioni i dolori i sorrisi e i pianti. E soprattutto loro continuano a vedere il nocciolo di me, quella che sono davvero, e le sorridono complici e solidali.

Spostando lo specchio leggermente di lato, dietro le mie spalle vedo una fila di foto che immortalano istanti, persone, paesaggi. Mi confortano, mi ricordano, mi riempiono lo sguardo e l’animo.

Il tempo trascorso nello specchio di Patrizia

Specchio – di Patrizia Fusi

foto di Lucia Bettoni

Un cerchio di carta stagnola, con l’immaginazione vedo riflesso il mio viso.

Il tempo trascorso ha segnato il viso, la cosa che mi piace di più è quando sorrido mi sembra che gli occhi diventino più luminosi.

Sorridere rilassa il mio pensiero.

Sorridente mi sembra di comunicare meglio con le persone.

Alla destra dello specchio, di lato alle mie spalle, vedo il tempo trascorso, una fila di ricordi.

Oggi è un cerchio di carta stagnola in un cerchio di persone

Una giornata ottobrina, un tavolo a semicerchio, undici teste chine su un foglio a scrivere, i visi concentrati, su ogni testa vedo una nuvola di pensieri che si sciolgono in lettere, formano parole che compongono frasi da cui escono belle scritture, particolari e belle come ognuno di loro.