Lo specchio di stagnola – di Rossella Bonechi
Questo tondo improvvisato di stagnola è proprio uno specchio, che all’inizio tengo lontano per catturare quanto più posso, ma sorvolo velocemente sulla figura intera, lo specchio mi dice che ho troppo da lavorarci, e avvicinandolo mi metto occhi negli occhi. Lì per lì non mi sembrano i miei: troppe rughe intorno, le palpebre troppo calanti, poi intravedo un balenío birichino e finalmente riconosco i MIEI occhi mentre mi stanno spiegando che l’importante non è quello che hanno visto fuori di me, intorno a me, attraverso due vetri spesso appannati; l’importante, continuano i miei occhi, è quello che hanno visto dentro di me, gli sforzi le gioie le emozioni i dolori i sorrisi e i pianti. E soprattutto loro continuano a vedere il nocciolo di me, quella che sono davvero, e le sorridono complici e solidali.
Spostando lo specchio leggermente di lato, dietro le mie spalle vedo una fila di foto che immortalano istanti, persone, paesaggi. Mi confortano, mi ricordano, mi riempiono lo sguardo e l’animo.