Parole: Cielo di Stefania

Cielo – di Stefania Bonanni

Ieri era un giorno di pagine e nuvole, sciolto nei raggi di un sole finalmente stanco  e sbiadito , stretto tra le braccia di un buio che ha fretta. Il cielo di ieri copre i pensieri e li trascina con se’, nel vento, insieme alle foglie che non volano, atterrano stropicciate e stanche di sole ed arsura.

Forse domani pioverà acqua buona e tranquilla, che culla e tintinna, e sarà un cielo che piange, prima di un arcobaleno di colori.

Parole: Volo di Mimma

Volo – di Mimma Caravaggi

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Librarsi in volo leggera tra le nuvole di panna montata, con la voglia di metterne un pò sopra un bel gelato,   e scendere giù in picchiata fino a toccare terra e poi di nuovo su in alto sempre più in alto, come aquile  godendo dello stupendo panorama al di sotto di noi e lasciandosi trasportare dalle correnti verso mete impensabili, improponibili, irreali. Incontrarsi per una piccola chiacchierata o un riposino sopra una bella quercia e poi con calma riprendere il volo verso orizzonti sconosciuti dandoti l’idea di una libertà infinita, dolce, carezzevole.

Parole: Ali di Nadia

ALI – di Nadia Peruzzi


Che effetto farebbe sentirsele addosso? Icaro ci provò ad incollarsele con la cera, ma il sole con i suoi raggi la sciolse e lui precipitò in mare.
Io non ci ho mai pensato ad incollarmele, ma ci sono momenti in cui il pensiero di averle sento che è un bel pensiero. Fa star bene. Alimenta il sogno e dal sogno prende vita una leggerezza dell’essere che uno non si aspetta.
L’età che si avvicina a chiudere un decennio, per aprire uno ancora più impegnativo, dovrebbe portare a un pensare diverso. Fatto di prese d’atto, di appesantimento, di rallentamenti, di mare calmo, di emozioni e passioni deboli.
Ma non ho voglia di prese d’atto. Sarà la reazione ai due anni passati in quasi prigione, ma io le ali le sento. Realissime,vicine e dentro di me. Non ai piedi, come Mercurio. Lo sfarfallio è più dentro l’anima. Come stimolo a non adagiarmi e a inventarmi cose nuove da fare.

Parole: Volo di Rossella B.

Volo – di Rossella Bonechi

La parola che mi ha chiamato è “volo” perché per me è sempre stata sinonimo di libertà.  

Con l’età ho ridimensionato molto i miei sogni nel cassetto, ma uno resiste nel tempo con forza: un volo in mongolfiera, col vento sulla faccia, lasciando che lo sguardo spazi tutto attorno, in silenzio. Il volo che sogno non conosce confini, limiti, ostacoli: è come quello della poiana quando si arrende alla corrente ascensionale, lasciandosi trasportare; e poi, con un colpo d’ala improvviso, cambiare direzione, andare più in alto, senza peso, quasi senza sforzo.

Questo è per me il volo: la libertà di percorrere spazi.

Parole: Scatola di Rossella

La scatola – di Rossella Gallori

Occhi “ pigri” quasi ciechi, frugano nella scatola piena di niente…..

Eppure ci avevo lasciato cose, vuota, ora è vuota, piena di nulla.

 Sto per gettarla, mi pento dell’ ignobile pensiero, frutto della rabbia.

Accarezzo il coperchio, inciso dal tempo, ne scopro ancora una volta la magia dei ricordi… ad occhi aperti non vedo..

Parole: Sapere di Lucia

Sapere – di Lucia Bettoni

Non so chi sei
Non so dove sei
Non so cosa fai
Ignoro tutto di te
e non cerco di sapere
Non voglio sapere
Non mi interessa sapere
Non c’è niente da sapere
Vibri dentro di me come la corda di un’arpa
Un pizzico con due dita e via!
E poi ritorni a vibrare
Vibri in una pietra
in un campo di grano
in un cielo arancione
Vibri in tutte le lune piene
Non c’è niente che possa fermare il fremito
A che serve sapere?
Sei ovunque
Sei nelle mie vene come sangue

Parole: Volo di Carla

Volo – di Carla Faggi

Penso a quando bambina all’asilo stavo con le braccia raccolte dietro, appoggiata al muro.

Alla foto delle elementari quasi nascosta in me stessa con gli occhi che guardavano in basso.

Alle scuole medie quando mi vestivo sempre di beige e forse non c’ero o non mi si vedeva nella foto di gruppo.

Poi mi viene in mente l’istituto d’arte, quando iniziai a colorarmi, coloravo i miei capelli, i vestiti, la mia casa, i miei amici. Cominciavo a prendere il volo, piano piano, con colori prima azzardati, poi cancellati , con insicurezze e ostentazioni.

Poi l’Università, di nuovo ero beige, non mi sono divertita per niente, poi è passata, è arrivata l’età adulta, c’erano i colori ma erano come pigri poeti al sole. Quando ci si guarda indietro velocemente troppo presi dal presente i ricordi sono in bianco e nero oppure con colori un po’ sbiaditi.

Poi ho fatto il compleanno dei settant’anni, coloratissimo. O pensato ai miei anni passati soffermandomi ed ho trovato tanti colori nella scatola delle matite.

Considerazione da pigro poeta “diciamo che prendere il volo e usare tutte le matite della scatola, usarle tutte anche il beige fa proprio bene.”

Parole: Mosca di Gabriella

Mosca – di Gabriella Crisafulli

Foto di Andreas da Pixabay

Voi non lo sapete

ma anche le mosche hanno una metamorfosi

cambiano

da schifo merda fastidio

alla scalata di steli fiori

alberi nuvole

Voi non lo sapete

la mosca si è trasformata

prende il volo

in una nuova livrea

prima che il giardino torni in ombra

Voi non lo sapete

ma quella mosca tenace

da schifo merda fastidio

viaggerà sulle parole

perché gli occhi le diano un colore