Volo – di Carla Faggi
Penso a quando bambina all’asilo stavo con le braccia raccolte dietro, appoggiata al muro.
Alla foto delle elementari quasi nascosta in me stessa con gli occhi che guardavano in basso.
Alle scuole medie quando mi vestivo sempre di beige e forse non c’ero o non mi si vedeva nella foto di gruppo.
Poi mi viene in mente l’istituto d’arte, quando iniziai a colorarmi, coloravo i miei capelli, i vestiti, la mia casa, i miei amici. Cominciavo a prendere il volo, piano piano, con colori prima azzardati, poi cancellati , con insicurezze e ostentazioni.
Poi l’Università, di nuovo ero beige, non mi sono divertita per niente, poi è passata, è arrivata l’età adulta, c’erano i colori ma erano come pigri poeti al sole. Quando ci si guarda indietro velocemente troppo presi dal presente i ricordi sono in bianco e nero oppure con colori un po’ sbiaditi.
Poi ho fatto il compleanno dei settant’anni, coloratissimo. O pensato ai miei anni passati soffermandomi ed ho trovato tanti colori nella scatola delle matite.
Considerazione da pigro poeta “diciamo che prendere il volo e usare tutte le matite della scatola, usarle tutte anche il beige fa proprio bene.”