Una voce fuori dal coro – di Nadia Peruzzi

Una da No. Una da Brexit.
Il 2016 che inizialmente aveva determinato un vuoto assoluto di ricordi, si è colorato di molto dopo che Cecilia ci ha sintetizzato una serie di eventi che lo hanno caratterizzato.
Si è rivelato anno interessante. E ho dovuto concludere che è un anno corposo, a tutto tondo, e che sta nelle mie corde più di quanto avrei potuto immaginare facendo affidamento a ricordi che si erano pressochè ridotti a zero.
So da me che si tratta di strane corde, fili sottili che convergono a fare di me una da NO.
Non in senso assoluto, ma in questo scorcio d’epoca e per una serie di questioni che riguardano il mondo in generale e la vita di tutti noi in particolare, considero questo modo di pormi come necessitato. Una linea di autodifesa per un tempo in cui le pressioni al “si deve” stanno diventando opprimenti e prevalenti rispetto al ci è dovuto e dovremmo proprio pretenderlo con uno sforzo collettivo.
Un tempo in cui si orientano i desideri avendo pure la grande e perniciosa capacità di farli passare come scaturiti direttamente da noi. Il sistema un bel pezzo avanti e gli ingranaggi in difficoltà o direttamente ostaggi del divertirsi da morire fatto di gadget colorati e ammiccanti.Questi siamo tutti noi ora più , ora meno.
Stare nel gorgo mi è sempre piaciuto poco. Malgrado sia una strutturata,di fronte a qualunque cosa diventi ripetitiva e parte di un “si deve” mi sento presa prigioniera. Comincia a mancarmi l’aria. Mi accadrebbe anche se con un’amica si definisse un giorno dedicato per trovarsi a parlare o andare al cinema. Già dalla terza volta comincerebbe il mio “dovrei andare, però” .. e tutto prima o poi si incrinerebbe.
Vivo male nel tempo delle pressioni che arrivano da ogni parte a condizionare le nostre vite, del “non ci sono alternative”. Tanto più se lo dicono a reti unificate e a tg con un unico format. Per forza deve essere così, lo diciamo noi. Sottinteso chi sei tu per remare al contrario?
E io? Beh, io quando il coro è al massimo e il numero dei cantanti è ogni giorno più numeroso e quando le spinte a seguire quell’unica strada bella asfaltata e senza buche davanti, quando la ola da stadio dovrebbe proprio partire a squarciagola..beh,io invece mi ritraggo,prendo fiato e lascio che dal profondo esca il Pierino che c’è in me. Quello delle domande scomode, quello che gira in senso antiorario,quello che imbocca il viottolo accanto proprio per cercare di dimostrare prima di tutto a me stessa che le alternative ci sono sempre. La vita è una ricorsa e uno slalom continuo fra alternative piccole o grandi. Eppure nei macrosistemi e sugli schermi dei potenti, nelle loro statistiche a senso unico e come risultanza dei loro maledetti logaritmi chissà perché le alternative non ci sono mai. Il piano B non è mai contemplato. Se lo cerchi, o lo immagini sei ai margini e collocato fra quelli che criticano sempre e non vogliono che il manovratore manovri per il bene di tutti noi! Un rompiballe, in definitiva.
Dalla posizione di autodifesa al ritrovarmi drastica su più di un punto, il passo diventa breve .
Con queste premesse ci ho messo un nanosecondo a diventare una da Brexit. Mica peraltro. Quando il coro si fa assordante e dichiara sfracelli sicuri,preferisco affidarmi al Manzoni e al suo “ai posteri l’ardua sentenza”, democraticamente ha deciso il popolo inglese col voto il resto sarà storia e futuro e qualcuno le somme le tirerà.
Del resto nel 2015 ero stata una da OKI e in Piazza Syntagma avrei accarezzato l’idea di una vittoria che cercava che si realizzasse il piano B invece della macelleria sociale a cui l’Europa ha deciso invece di condannare la Grecia.
1998
Avevo sfiorato col pensiero gli anni belli, forse per autoprotezione. Cercavo di far scorrere la pellicola avanti e indietro andando a pescare anni più o meno recenti , ma non quello.
Poi ..ho varcato il mio Rubicone e costi quel che costi ho deciso per questo anno.
Anno brutto davvero, di dolore profondo di quello che non si cancella con nessun colpo di spugna e anche se giri la testa quello te la invade quando meno te lo aspetti e scatena temporali e anche il cuore si appesantisce.
Il cassetto di fondo non sarà mai pronto per questo anno e per i ricordi che si porta dietro.
Fu di luglio.
Il mese che era stato di nascita è stato anche quello che ha segnato la fine.Sulla lapide la scritta è impietosa: 13 luglio 1953/12 luglio 1998.
Il terzetto, che poi era un quintetto visto che abitavamo con i miei , ha smesso di suonare come insieme coordinato e unito.Il violino non c’era più.
La vita scorre. Tutto scorre, prosegue, costringe a percorrere strade che non avevi immaginato e trascina pure laddove la salita è più ardua e faticosa. Andare avanti nonostante tutto, cercando in te la forza che nemmeno credevi di avere.
Andare avanti , nonostante tutto , con a fianco un’assenza fin troppo presente. E’ per fare in modo che la ferita non sanguini troppo che preferisco che il pensiero vada ai tanti anni prima di questo, in cui serenità , allegria e impegno comune, hanno segnato il nostro percorso.
Il quintetto ha smesso di suonare, mancava il violino…..
Ha solo cambiato musica, mancava il solista, è diventato un piccolo coro, dalle note più basse, meno impetuose…andare avanti…
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Un “Pierino” …una rompi palle… una che non sa stare nel gorgo… una donna controcorrente che sa andare avanti anche quando la salita è ardua e faticosa
Brava Nadia…avanti avanti…c’è una presenza con te che ti tiene per mano e una forza oltre l’immaginazione
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Gratitudine infinita per questa tua tenera apertura, Nadia. Non è da tutti lo sguardo imparziale su te stessa e sugli eventi, sapendo e ammettendo che sono punti di vista, i tuoi, e per questo non meno validi di quelli altrui, pure personali e di parte. Eppure ti accarezzi, nel ricordo, comprendi e racconti e ci regali la Nadia che amiamo.
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“Impegno” credo sia la parola chiave della tua vita. In ogni senso: intellettuale, morale, affettivo, politico anche. In questa tua volontà si trova il motore della tua esistenza. Brava Nadia, grazie di questa testimonianza. E’ preziosa per tutti.
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Grazie
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Andare avanti nonostante tutto, cercando in te la forza che nemmeno credevi di avere. L’importante è stato andare avanti con quella forza che non sappiamo dove era nascosta fino ad allora… ma potevamo fare diversamente? Penso proprio di no, non tanto per noi, ma per chi ci stava vicino ed aveva bisogno di noi. Grazie Nadia continuiamo per la nostra strada 😘
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