Il saluto di Cecilia

In tutto c’è stata bellezza.

Ricordate? Abbiamo cominciato così. Con qualche perplessità da parte vostra, con qualche timore perché si parlava, quel giorno, anche di morte. La morte dei genitori, la perdita di un amore….Dove sta la bellezza? avete pensato senza dirlo. Poi piano piano abbiamo capito.

La bellezza sta nella vita che si svolge come un filo silenzioso. Sta nei nostri giorni tristi ma veri, nei rimpianti di giorni “altri” ma nostri, nei resti di amori morti, anche se mai risorti…..

Sta nel sorriso dei bambini con cui abbiamo giocato, in certi attimi rosa come i tramonti sul mare. Sta negli amici che ci conoscono tanto bene da non credere ai nostri abbandoni. Sta nel caffè la mattina che non troviamo coraggio, sta nel cuscino dove ritroviamo vecchi sogni.

Sta qui, la bellezza, nelle nostre piccole cose preziose.

Abbiamo dovuto perdere tutto, tutto insieme per sentirlo davvero.

Ma oggi i nostri tramonti sono più rossi e i canti degli uccelli in giardino più intensi. Più verdi le foglie e i fiori nei vasi…. e più dolci le voci che teniamo nel cuore.

Perché nonostante tutto, davvero……… in tutto c’è stata bellezza

Cecilia

Il saluto di Luca

Gentili Muse – di Luca Di Volo

Da voi gentili Muse

Così prendo congedo.

Lascio ciò in cui credo. 

E non avrò più scuse. 

Amore è.. 

Alba.. 

tramonto…

tortura

barocco enfatico

 crudele  inganno …     

 rosso……

violento… 

scioglitore di gambe……

amore è…..

ho finito le parole.   

A settembre forse

ne troverò dell’altre.

I saluti di Nadia

Cara Cecilia e care Matite – di Nadia Peruzzi

Arriviamo in fondo a questo nostro anno particolare che collocherei a mezza strada fra due titoli di film come “Travolti da un insolito destino“ (nel pieno di una pandemia) e “Un anno vissuto pericolosamente”.

Ancora molto spaesati e consapevoli di non essere sbarcati su un’isola deserta in un mare d’agosto, tantomeno precipitati nelle convulsioni dell’Indonesia del 1965, ma semplicemente in questo meraviglioso e contraddittorio paese, l’Italia, nell’anno di grazia 2020 per di più bisesto. 

A tradurlo in funesto oltre al proverbio, ci ha pensato, chissà se per caso, anche un centenario che avremmo evitato proprio volentieri .La maledetta Spagnola è tornata fra noi con altro nome ma con una virulenza altrettanto devastante e globale.

Come le barche su cui ci soffermammo con Cecilia in un bel pomeriggio abbiamo dovuto riposizionare le vele, trovare nuovi ancoraggi e individuare nuove rotte.

Non è stato facile. Per nulla. Eppure abbiamo saputo riadattarci, rigenerarci, andando a cercare fili dorati, spazi di bellezza e di risposta dentro di noi e dentro il nostro gruppo che si sono poi tradotti in racconti, in parole, musiche, suggestioni e atmosfere.

La nottata non è ancora passata, ma averne passata una bella parte in compagnia, in questa compagnia, a me ha fatto bene.

Un sapere che ci siamo che conforta, aiuta, arricchisce e protegge.

La quarantena è stata fattore di ansia ma anche attivazione di contatti diretti, e ricerca di vie per nuove amicizie e incontri.

I nostri pomeriggi comuni pur fra qualche difficoltà tecnica e necessità di aggiustamenti in corso d’opera, hanno significato una svolta che ha ridato vigore e nuovi stimoli.

L’apertura di un tavolo più ampio anche se virtuale  ha allargato il confine e messo in contatto due gruppi che in precedenza si sfioravano solo e semplicemente al cambio di orario. Gran merito di Cecilia e della sua ricerca continua delle vie del nostro stare insieme che ci ha fatto attraversare al meglio questo mare tempestoso .

Sbarcati dentro le nuove tecnologie chi ci ferma più??

Il periodo è stato e continua ad essere non facile. 

Le Matite con le loro scintille hanno portato più di una luce in un momento che da soli avremmo vissuto molto molto peggio!

Grazie di cuore a tutte le Matite!

UN ABBRACCIO DI CUORE A CECILIA E A TUTTE LE MATITE! 

Nadia

Il saluto di Rossella

AMORE MIO di Rossella Gallori

Ci ritrovammo al solito posto, difronte ad un portone immenso e scortecciato, ci aprì il solito signore un po’ stropicciato, l’ aria assonnata gli conferiva un vago senso di mistero, il suo non fu un proprio e vero saluto, un leggero sorriso, nascosto da una barbetta volutamente trascurata, si affacciò sul suo volto, sembrava ospite in casa sua, nessuno o quasi ne ricordava il nome…

Salimmo, chi a piedi, chi nel grande box doccia che poi scoprimmo essere un ascensore, i più agili, optarono per l’ arrampicata, altri ancora andaron sul tetto per calarsi dal camino…le scale erano senza  corrimano, fragili e pericolose, per molti di noi.

La stanza era così grande da sembrare una piazza, al centro un tavolo rotondo gigantesco conteneva tutte le nostre anime comodamente sedute, LEI sbucava da un foro centrale, la sua immagine riflessa nel lucido dell’ebano, appariva nitida… delicata e  forte al tempo stesso, prese la parola, battendo il piede per terra per avere attenzione

Tacque  anche il silenzio: questa sicuramente sarà la nostra ultima volta, quindi che lo vogliate o no, parliamo d’amore…

Ad ognuno di noi mancò il respiro, il cuore accelerò, qualcuno si asciugò il sudore, due o tre coprirono le lacrime…altri tiraron fuori un sorrisetto cretino

Nonostante il tavolo fosse rotondo  non riuscivo a vedere bene in volto i miei compagni…ne percepivo il profumo, indovinavo i loro vestiti : piccole gonne di maglia, morbidi kaftani, camice firmate, pantaloni fantasia a fiori così grandi da vederne solo uno per coscia…un golfino perbene, uno chemisieur troppo sganciato…giacche da lavoro…

Coraggiosamente presi la parola: senza amore non si vive, ho bisogno di amare ed essere amata,  che scopo avrebbe la vita?

Incalzò il compagno seduto accanto a me: ho amato troppo…poi  si interruppe..svogliatamente

Amo più che altro i miei figli

Ho amato solo lui

Io amo me stessa

Lui se ne è andato, non ho saputo fermarlo.

Credevo lei mi amasse

Speravo tornasse

Il cane è il mio unico amore

Ho sofferto troppo

Ho fatto soffrire

L’ AMORE non esiste

Un’invenzione di Dio

Una maledizione dell’ uomo

Un passatempo

Vivo per i miei amici……

 Amore come amicizia

L’amore non è per i vecchi…..

Le parole si inseguirono, senza mai  scontrarsi, gridarono, risero, piansero, si sfracellarono al suolo come  velivoli in avaria, molte volarono in cielo…

Fuori intanto si faceva buio

Al centro del tavolo LEI non c’era più, in punta di piedi era uscita,   molti di noi si accorsero del rosso fiore poggiato al centro , della delicata scia di profumo che riscaldava l’ aria, un po’ mughetto, un po’ limone.

Ci guardammo e  ci scoprimmo uguali, un gioco di specchi magici mi rivelò un unico volto, un solo sguardo…forse un unico pensiero…parlammo d’amore mentre  scendevamo  le scale tenendoci per mano…..il campanile dell’ Antella scandiva 2020 ore…..