Guardare le cose andare via per Rossellina

Le cose se ne vanno per natura – di Rossella Bonechi

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Penso che se potessimo scegliere non smetteremmo mai di
appassionarci alla vita, di agguantare quanta più vita possibile. Ma non siamo
solo anima ed emozioni: esiste un fisico, che si logora, si stanca, a volte
perde pezzi. E così ci illudiamo che sia una nostra scelta allentare la
stretta, che non inseguiamo più per pacificazione dei sensi e non perché il
fiato non regge. Dovremmo confessarci che le cose le guardiamo andare via
sempre con rimpianto ma ci piace di più sembrare “pacificati” che non
delusi o nostalgici.

Per forza accettiamo la fine: non c’è alternativa, ma se potessimo…… Vorrei
dire ai giapponesi che il ciliegio lascia con amore cadere i suoi fiori perché
è certo che ne avrà di nuovi e così anche per noi è la speranza, sempre e
comunque, che se anche non si può più inseguire qualcosa, qualcosa può sempre
arrivare che valga la pena

Partire è sempre un po’ morire per Daniele

Il dolore del partire – di Daniele Violi

Succedeva puntuale ogni estate, man mano che si avvicinavano i giorni fissati per le partenze, per godere dei giorni di vacanza. Tra tutte le amiche e tutti gli amici, già da mesi ci si scambiava le mete per vivere a pieno il gusto della vita che dava la libertà  di poter raggiungere un desiderio. ….noi si và in Turchia…..ganzo…ma che siete soli….si é già fissato con Renato….e via e via. Questi i messaggi che a voce ci si scambiava per sondare altre idee da coltivare. La pigrizia talvolta dava colpi grossi e faceva vincere la rinuncia. Anche i soldi ci davano lo stimolo a decidere dove e quando arrivare a una decisione per partire verso i lidi desiderati, decisione che investiva amiche e amici insieme e le coppie che ai trent’anni di vita si affacciavano davanti a scelte autonome. Ecco mi nasceva allora con leggero senso di smarrimento, la sofferenza e il vuoto che sentivo e che mi portava a vivere le giornate in estate e i pomeriggi prossimi alle partenze, come momenti di abbandono; e anche le sere vicino alle partenze erano sempre meno animate, la compagnia si riduceva delle presenze, fin quando si avvicinava la liberazione da questo stato d’animo, perché partivo, partivamo anche noi. Tante estate nella mia vita vissuta con la mia voglia di comunità che si realizzava con le persone a cui volevo bene, tante estati ho sentito vivere come una pena il distacco delle voci, dei pensieri e degli affetti che si prendevano una pausa vicendevolmente. Allora sicuro ho iniziato poi a capire che tutto dentro di me doveva riuscire a restare come un armadio pieno di sveglie che comunque erano ben funzionanti e continuavano a battere come dei cuori e la presenza si sentiva come magica.               

Oggi lascio andare talvolta le voci, quei pensieri, anche se sono una parte di me, lascio andare gli affetti che le amicizie rappresentano e spero tanto che esse ed essi vivano con la loro saggezza la prova di ciò che gli appartiene.