FICHI SECCHI – di Elisabetta Brunelleschi

Con il settembre i contadini preparavano i fichi secchi.
Dopo averli raccolti, li tagliavano per lungo, facendo attenzione a lasciare unite sul fondo le due parti, poi li distendevano per bene sui graticci di canne. Un giorno dopo l’altro il sole di fine estate li asciugava e quando erano pronti facevano le picce, cioè prendevano due fichi tagliati a metà e li appiccicavano facendo combaciare la polpa, non prima però, di averli farciti con noci o semini di anice. E per Natale si cominciava a mangiarli: buoni, morbidi, zuccherini.
Una vera ricchezza che anche i pigionali non volevano perdere e nei primi giorni di settembre, in paese c’erano graticci appoggiati su ogni spazio baciato dal sole, sui davanzali, sui muri che recintavano i campi, su due seggiole addossate all’uscio di casa e perfino sui tetti.
In paese ci si industriava per poter avere un panierino di fichi. C’era chi se li poteva comprare, chi li otteneva in cambio di un qualche lavoretto e chi se li andava a cercare zitto zitto, piano piano in qualche campo dei dintorni.
Bardo Bardi, era uno dei pochi, che non aveva bisogno di chiedere o cercare, lui il fico ce l’aveva nell’orto. Era un albero enorme, frondoso, che ogni anno produceva frutti in abbondanza. Accanto al tronco aveva sistemato una panchina e nei giorni più torridi se stava lì seduto all’ombra con accanto la moglie Derma che rammendava o ricamava.
Dalla fine d’agosto controllava mattina e sera il procedere della maturazione e ai primi di settembre iniziava a raccogliere, tagliare, distendere sui graticci e poi … saranno state quelle finestre dell’ultimo piano mai abbandonate dal sole, sarà stata la qualità del frutto o anche l’attenzione che lui metteva nel prepararli e conservarli, alla fine i suoi fichi secchi risultavano sempre squisiti. I migliori del paese.
Anche all’Alfredina, donna semplice che sbarcava il lunario facendo la garzona, piacevano tanto i fichi secchi. Anche lei distendeva con amore i pochi frutti guadagnati andando ad aiutare i contadini, posizionava i graticci sul muro della strada e li ritirava la sera, prima del tramonto. Ma alla fine i suoi fichi secchi non venivano mai bene. A Natale alcuni erano muffiti, da altri svolazzavano farfalline! E così più della metà finivano nella concimaia!
“Bardo -disse un giorno d’inizio settembre l’Alfredina- a voi i fichi secchi vengono sempre buoni, come fate a farli così!”
“Bisogna tenerli al sole!” le rispose asciutto, continuando a cogliere i pomodori.
“Io ho provato anche l’anno scorso, ma non mi vengono! Mi muffano! Come si fa a mantenerli bene”.
Dovete sapere che Bardo Bardi era un gran burlone, gli piaceva scherzare e il tono lamentoso con cui l’Alfredina aveva pronunciato quelle ultime parole fu per lui come un trampolino di lancio.
Lasciò cadere nel cesto un pomodoro mezzo verde, si mise sull’attenti e con espressione seria disse:
“Signora bisogna saperli fare! Sa cosa ci vuole per non farli ammuffire? Un po’ di naftalina! Ne basta poca, messa bene dentro le picce!”
“Davvero?” Esclamò l’Alfredina spalancando gli occhi.
“Sì, vedrà come le arrivano a Natale!”
Concluse Bardo con voce ancor più ferma e sicura.
La semplice Alfredina se andò quasi convinta.
La naftalina? Certo se ammazza le farfalline della lana … nell’armadio ce ne dev’essere qualche pallina!
Bardo salì in casa ridendo a crepapelle, la Derma, che lo conosceva da più di quarantanni, lo puntò con un’occhiataccia d’interrogazione. Egli, in cinque minuti, le raccontò tutto, sghignazzando alle spalle di quella credulona.
La Derma, moglie buona e paziente, sempre pronta a ridere alle burle del marito, quella volta ebbe uno scatto:
“Ma che sei grullo! Se questa ci mette davvero la naftalina, poi come si fa? Quella roba è veleno!!”
Due giorni dopo si decise, scese al primo piano e bussò alla porta dell’Alfredina:
“O Alfredina il mi’ marito voleva scherzare! I fichi vanno seccati bene e tenuti in un posto asciutto! L’abbia pazienza, non ci vuole la naftalina ci vuole il sole!”
L’Alfredina si rabbuiò in volto, poi piegò la testa, sorrise e si strinse nelle spalle, avanzò in avanti con il busto e stava per aprir bocca … ma non fece in tempo perché la Derma continuava:
“Venga, si va nell’orto a coglierli”
Bardo le aspettava sul pianerottolo con due panieri in mano:
“Ma lei li deve solo mangiare, a Natale quelli secchi glieli do io!”
Scesero e lentamente lo sguardo dell’Alfredina si sciolse in un sorriso.