Contatto in cinque note – di Laura Galgani

lento / pianissimo:
SOL – LA – FA- FA- DO
presto / sussurrato:
SOL – LA – FA- FA- DO
E nella stanza, fino a quel momento avvolta nel buio e nel silenzio profondo, insieme alle note filtrarono dei bagliori intermittenti e colorati.
allegretto / mezzo forte:
SOL – LA – FA- FA- DO
presto / forte
SOL – LA – FA- FA- DO
ripetuto a piacere
La prima a scuotersi dal torpore fu la palla color verde acqua, che riverberava le misteriose luci: “Ehi, ma che succede?”
“E che ne so, io?” – biascicò la colla “son tutta impastata!”
“Magari, succedesse qualcosa” – bofonchiò qualcos’altro – “son decenni che le mie pagine non si muovono più!”
Come fosse stata sentita, un’improvvisa folata di vento scompigliò le pagine della rivista buttata sul pavimento. La polvere si sollevò dagli oggetti, abbandonati ovunque per la stanza.
Di nuovo quelle stesse note riecheggiarono nella notte, SOL – LA – FA – FA – DO, accompagnate da luci meravigliose.
“Ma non vi ricorda nulla questa musichetta? Mi sembra familiare…” provò a dire la camicia.
“Ecco lei, ma chi si crede d’essere? Fa sempre la sapientona! Solo perché è stata indosso a qualcuno crede di saperne di più degli altri!” borbottò la sedia, verde d’invidia.
“Ma sì, dai” – si fece avanti lo zaino – “anche a me ricorda qualcosa … ma non mi viene …“ e non finì nemmeno la frase, perché stavolta le note furono così forti, le luci così abbaglianti, la folata di vento così impetuosa che le imposte dell’unica finestra di quella stanza si aprirono con violenza, sbattendo sulle pareti esterne della casa, i vetri si spalancarono e uno stranissimo essere, dalle braccia affusolate, il collo lungo e la testa simile ad un gigantesco acino d’uva, senza occhi né bocca, si affacciò nella stanza.
La musichetta continuava a ripetersi: SOL – LA – FA – FA – DO … proveniva da quell’essere, che sembrava la canticchiasse nonostante non avesse né bocca né altre aperture visibili. Una luce bianchissima pervase la stanza e inondò gli oggetti uno ad uno.
Da quando gli esseri umani erano scomparsi, a causa di una devastante guerra atomica scoppiata per la crisi economica e le tensioni seguite agli irreversibili cambiamenti climatici e ad una gravissima pandemia, niente aveva più portato un po’ di vita dentro a quelle mura.
La luce invece era calda, ma non troppo, dolce, rassicurante. Ognuno dei tanti oggetti si sentì accarezzato e desiderato come se fosse ancora stretto con simpatia, persino con amore fra le mani di un essere umano.
Le teglia nuova, ancora con la fascetta dell’imballo, ebbe un sussulto: “Ora mi ricordo! Incontri ravvicinati del terzo tipo!” “Sì, è vero!” fece eco lo zaino “proprio quello!” “Ecco dove l’ho sentita, al cinema!” interruppe la camicia “ma allora … se è come nel film … “ – la sua voce era rotta dall’emozione – “vuol dire … vuol dire … “ “E che vuol dire?” fecero eco tutti gli altri oggetti “che qualcuno ha lanciato un messaggio nello spazio, quelle note sono un codice, un richiamo per gli extraterrestri! Vuol dire che almeno un essere umano è sopravvissuto!”
Tutti gli oggetti trattennero il fiato. Ma fu questione di un attimo.
Lo strano essere non era più affacciato alla finestra e la musichetta era diventata una nenia, quasi una ninna nanna. Lentamente la luce si ritirò, i colori sbiadirono, i vetri e le imposte si richiusero.
Gli oggetti tornarono ad essere avvolti dal buio. Dormivano di nuovo, sognavano. Sognavano ognuno il proprio personale, intenso incontro ravvicinato con esseri capaci di ripopolare il Pianeta Terra.
Straordinariamente bella,Laura,mi fa vergognare della mia banalità.Uno scenario apocalittico e terribilmente evocativo!!Sarà il covid ma il salto di qualità è reale.Brava!!👏👏👏
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Grazie Luca, troppo buono… Comunque sì, questo periodo particolare mi ha portato ad una maggiore centratura e concentrazione. Spero di saper coltivare questi germogli!
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visto Laura, ce l’hai fatta a giocare! Non so se sperare se a ripopolarci sia l’unico sopravvissuto o un eroe extraterreste. Purtroppo siamo un popolo che ha bisogno di eroi.
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Grazie Laura, le tue parole sono una fiammella che si accende dentro di me e porta oltre …
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