Occhi di fantasmi

INCUBO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – di Luca Di Volo

Sul finire di via Montebeni, proprio dove essa termina traformandosi in via dell’Olmo, sulla sinistra, lievemente spostata verso l’interno, si ergeva (e tuttora si erge) un grazioso edificio.

In origine fu creato come cappella di famiglia per i nobili del luogo, circa alla fine del XVIII secolo… In seguito fu abbandonato, usato per scopi diversi, le guerre e i rivolgimenti sociali lo condannarono al silenzio e al mistero.

Ma non tutto fu dimenticato…tra i fittavoli del posto circolava a bassa voce una leggenda nera. Si parlava tra i denti e facendosi il segno della croce in continuazione, di un certo fatto di sangue proprio in quel luogo benedetto..u.n conte avrebbe ucciso la moglie e l’amante sorpresi in flagrante adulterio. Poi si sarebbe trafitto con la stessa arma.

Com’è ovvio, di episodi simili non c’è traccia nei cronisti del tempo né nei registri ecclesiastici. Ma questo non deve stupire, a quel tempo (come ora) con molti talleri si poteva nascondere sotto il tappeto tante cose…

Comunque, le visioni su quel luogo maledetto si sprecavano. Un contadino, in una notte di luna piena, aveva giurato di aver visto lì nei pressi un cavallo con sopra un cavaliere che portava la sua testa, anziché sul collo, sulla punta della sua spada..

Il poveretto fu internato a S.Salvi e non se ne è saputo più nulla.

Però la nera leggenda gotica persisteva.

Naturalmente se ne parlava durante l’Estate, quando, abbandonate le case, le donne, giovani e vecchie, si portavano la seggiolina fuori sul marciapiede e si preparavano ad affrontare il dolce rito del “frescheggiare”. Con tutto il corredo di chiacchiere e sussurri, immancabile.

Gli uomini giocavano a carte, chi a ventuno, chi a briscola, ma qualche commento sulle nuove spose o servette del quartiere animava sempre l’ambiente tra i tavolini all’aperto.

E i ragazzi…..già, i ragazzi… loro che facevano?!

Io mi ricordo solo quello che idearono quella sera.

Era Luna piena. Ad uno dei più grandicelli (si fa per dire), un certo Luigi, detto Ghighi, venne un’idea fantastica: Ragazzi, sevvucciavete coraggio, stasera si va avvedere la cappella degli spiriti.

Il silenzio scese ma tra il passare da vili o da eroi, non ci fu esitazione, molti avrebbero gradito che la mamma li chiamasse a casa (io), ma la mamma era lì che non ci pensava nemmeno.

Allora…tutti coraggiosi. Infatti un gruppetto di fieri eroi con visi sbiancati e gambe tremule si misero in fila e col coraggio della disperazione si misero in fila dietro al comandante. Che a quanto sembrava non era molto più coraggioso, ma di mezzo c’era l’onore e il posto di capo. Come al solito.

Durante il cammino, si erano un po’ rincuorati, qualcuno aveva anche ripreso a scherzare.

Ma quando il piccolo edificio sbucò da dietro una curva, bianco e spettrale nella cruda luce della Luna, zittirono tutti.

Anche perché questa pausa di assoluto silenzio fece sì che si potessero udire, proprio provenienti dalla cappella, gemiti, piccoli urli, rumori, grugniti…

Con un fil di voce Ghighi farfugliò..E son l’anime de dannati, stasera ci dev’essereissabba”.

Chissà perché in quel momento la curiosità ebbe la meglio sulla fifa, che era tanta, ma la voglia di vedere qualcosa fu più forte.

Quindi si avvicinarono, un passo avanti e due indietro…fino al cancello che li fece passare, sgangherato com’era.

Ora erano proprio davanti alla bocca nera dell’ingresso.

I gemiti, i sospiri, le mezze parole, le urla, evocavano davvero una specie di notte di Valpurga, sembrava che tutte le anime del Purgatorio si fossero date convegno..

Inconsapevoli delle gambe che li portavano avanti, stringendosi le mani sudaticcie, avanzarono ancora..e qualcosa ,nella penombra fallace del chiarore lunare, qualcosa videro.

Sarebbe stato meglio non vedere, ai loro occhi apparve una massa informe, senza capo né coda..uno di loro, Paolino, strillò: ”Madonna cià quattro gambe!!”.

Mal gliene incolse. Il mostro si scisse in due ..ne emerse un orco gigantesco nell’ombra che cominciò a berciare: ”Ora ve lo do io, brutti ragazzacci, evuvvenite addànnoia alla poera gente, ma ora ci penso io..” E afferrato un che di nodoso lo brandi’ con l’evidente scopo di romperlo in testa ai malcapitati.

Ma questi ultimi non fecero nemmeno in tempo a vedere quell’atto..già: erano schizzati via come avessero davvero il diavolo alle calcagna, la paura li faceva volare, letteralmente..La discesa di Montebeni fu compiuta in una frazione di secondo, mentre le urla belluine poco a poco si attenuavano. L’Orco non poteva competere con i cuori freschi e allenati di quei ragazzini.

Verso il Ponte a Mensola ripresero fiato….cominciarono i commenti. Ancora Paolino: ”O macchèavisto, l’era tutto ignudo..”

E Ghighi, con sufficienza :”Ma untelanno insegnao i preti che spiriti son sempre ignudi, io vorrè sapè icchevinsegnano alla Parrocchia”

Così s’è capito qualcosa dell’Italia di allora.

Ma a me scappò: ”E quell’altro..Madonna..un s’è nemmen visto, l’è rimasto nibbuio, si vede si nascondeva dalla luce, o chi era?!”

“O chi volevi che fosse..un’altra anima dannata..già ,più dannata della prima..” Questo era il solito Ghighi.

Nessuno al ritorno ebbe il coraggio di parlare. Le mamme la mattina dopo ci dettero a tutti un po’ di VOV perché ci vedevano un po’ sciupatini, e infatti ci furono domande da Inquisizione, ma tutti tenemmo duro. Ci tenemmo tutti dentro le nostre visioni…finché ormai abbastanza grandicelli, si capì cosa stavano combinando l’Orco e la Demonessa. Una risata liberatoria fece svanire i mostri.

PS:Non si stupisca il lettore di tanta ingenuità tra ragazzini  ancora in età prepubere, a quei tempi. Tra mamme reticenti, babbi sempre a lavorare, e poi preti e monache scoraggianti,l a conoscenza dei cosidetti “fatti del mondo” procedeva zoppicando tra travisamenti ,incomprensioni, tabù..e tanto altro. Quindi questa storia, che è vera ,è perfettamente aderente alle conoscenze e alle superstizioni che erano proprie dei ragazzi del rione di S.Salvi nell’Anno del Signore 1950.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Occhi di fantasmi”

  1. Freschissimo racconto condito di un giusto pizzico di suspense… Si legge tutto d’un fiato! E si ride anche!!

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  2. L’ingenuità dei ragazzini di un tempo… come era bella però, specialmente se la fantasia si apriva al mistero. Oggi di misterioso c’è rimasto ben poco e leggere questi stati d’animo del passato è suggestivo ancora.

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  3. In quegli anni quasi quasi si era ai bambini portati dalla cicogna…
    Bella descrizione delle paure e dei luoghi che le trasmettono nonostante tutto..le ragazzate a sfare..noi si andava a rubar ciliege.Bravo Luca.

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