OCCHI LANGUIDI – di Simone Bellini

Finalmente il portone si apre, dopo dieci minuti di attesa esce una giovane coppia con l’aspetto estasiatamente stanco per una notte non dormita.
Uno sguardo per scusarsi dell’attesa mentre carico le valige ed un abbraccio impetuoso mentre rientro in macchina.
Un lungo bacio ardente, lungo mentre metto in moto il taxi, lungo mentre mi sporgo lanciandogli una comprensiva ma spazientita occhiata.
Le labbra si lasciano lentamente, l’abbraccio si scioglie accompagnandola sul sedile posteriore :
- Airport please, departure for Canada, tank’s –
La portiera si chiude, l’auto parte, lei si volta per salutarlo un’ultima volta prima di perderlo di vista.
Adesso la testa è appoggiata sullo schienale, mento in alto occhi persi nei ricordi.
Pian piano le lacrime invadono il viso accompagnate da soffocati singhiozzi.
Cerco nelle mie tasche il pacchetto dei fazzoletti e in silenzio glielo offro. Lei lo prende ringraziandomi con uno sguardo attraverso lo specchietto retrovisore.
Arrivati, mentre scarico le valige, mi restituisce i fazzolettini con un bacio sulla guancia: – Y love Italy, y love Florence, tank you ! –
I suoi occhi adesso brillano di gratitudine, la partenza sarà più lieve !