Occhi di stelle

Occhi di stelle – di Stefania Bonanni

Si fa tutto, con gli occhi. Si ride, si piange, si mangia, si cerca, si nasconde, si ruba, si fa all’amore, si parla con bambini che ancora non parlano ma hanno già occhi così grandi e spalancati che potrebbero contenere il mondo. Potrebbe essere che il processo fosse inverso. Che si nasca pieni di sapienza di vita, e che piano piano ci si veda costretti a dimensioni più umane, piccole, limitate e tutte da imparare. Questo lo penso da quando ho conosciuto una piccolissima nipote, con occhi enormi e spalancati, da subito. E neri, del nero luminoso di una notte trapuntata di stelle, pronti a ridere argentati come sanno i bambini, immediatamente felici. Credo che quella sia la felicità, quella che un nano secondo dopo diventa strilli, e pianto a dirotto, senza intermediazioni.  E occhi pieni di lacrimoni gonfi e r otolanti, inconsolabili. Si risolve all’inizio con l’essere attaccati ad un seno, o cullati, baciati, comunque guardati dagli occhi più dolci che la vita avrà in serbo per noi,  accarezzati da mani calde e leggere, o fredde e pesanti e callose e screpolate, ma sempre calde e leggere, sulla fronte dei bambini. Poi cambiano, gli occhi. Ci sono credenze, parlano di veli di angeli sugli occhi dei neonati, anche il colore dei primi tempi sarebbe un’illusione. Però cambiano davvero. Diventano pieni d’affetto, di voglia di fare il chiasso, di curiosità,  di risate, di capricci. Poi cresce tutto il resto, e sembrano ridimensionati. Fossi un pittore disegnerei bambini con occhi grandi, come tele da riempire.

Questi sono occhi di oggi. Quelli di  eri, gli ultimi, per l’ultima volta li ho visti già chiusi,  e fu questo a provocarmi  un dolore violento.  Fu una corsa in auto, treno, aereo, treno, taxi. Percorsi l’Italia, con l’angoscia di non arrivare in tempo. Era morto ieri, sapevo che avrebbe avuto gli occhi chiusi, se fossi arrivata in tempo, prima che chiudessero, ma non ci credevo. Perché si chiudono subito gli occhi? Semplicemente, senza che si potessero vedere gli occhi, non era lui. Aveva occhi più azzurri del cielo sereno, più celesti dell’acqua del mare, più belli di brillanti preziosi. Lampeggiavano, tra capelli neri e pelle abbronzata. Gli occhi belli sono quelli colorati di celeste,  verde, lui li aveva stretti come tagli e brillanti come acciaio. Non aveva bisogno di parlare molto, guardava, e tanto bastava. Non volevo più  mangiare? Uno sguardo, e mangiavo. Parlavo, forse non era il monento? Uno sguardo, e non volava più una mosca. Erano occhi amorevoli quando rideva, con i denti bianchissimi in mostra, e le guance magre che si arrotolavano arricciate sotto gli occhi stretti stretti,  l’azzurro lampeggiante .”Mio padre un falco, mia madre un pagliaio “. Lei era riposo, abbracci, distendersi al fresco, bere dalla sorgente. Occhi neri come i fondi di caffè,  come i resti dei legni bruciati nel camino che non avevamo, come le more mangiate dai rovi, senza lavarle, come le scritte sulle pareti bianche. Come una macchia d’antico inchiostro su una cartasuga. Ci si entrava dentro, e cullavano ,lasciavano scie . Non li ho persi. Mi sorprendevo a cercare, tra la gente. A fare paragoni,  confronti, somiglianze.  Mi è capitato di essere ancora al centro di quel raggio. Non dovrei raccontarlo, ma è stato così intenso ed indimenticabile che la realtà vaneggia, e i sogni non finiscono, in quella dimensione.

In un prato di un verde nuovissimo, china, coglievo piccoli fiori fatti di campanelline bluette, alcuni più azzurri, alcuni più viola. Sola. Si fermò il vento, si immobilizzarono le foglie degli alberi, non passarono macchine sulla strada lontana, e forse neanche sull’autostrada, ancora più  lontana. Fu come trovarsi riparata sotto un telo di cotone spumoso. Piano, mi tirai su e mi trovai occhi negli occhi di un meraviglioso capriolo. Un attimo, riflessa in quegli occhi neri. Gli occhi freschi e fieri di un animale potente, che in un lampo divoro’ la collina e sparì. In quegli occhi neri, io.

Un’altra volta,  Un posto pieno di gente e io che da un po’ mi sentivo guardata. Capita, no?, che ci si sente uno sguardo addosso. E non capivo, non trovavo l’origine della sensazione. Guardavo alla mia altezza, non era da la’. C’è voluto un po’, sempre bisogna fortemente volere,  poi ho incrociato gli occhi di un vecchio labrador. Lui, diciamo bianco sporco, gli occhi grandi e tondi,  di nero profondo.  Mi ha guardato arrivare vicino, mi ha tenuto inchiodata al suo sguardo fino a che l’ho toccato. Avrei potuto dargli un bacio, lo avrei potuto abbracciare. Aveva quegli occhi potenti, che non si staccavano. Mi sono allontanata a fatica. In fondo al corridoio l’ho cercato ancora, e ancora eravamo occhi negli occhi. E ancora lo penso.

Non si dimenticano gli occhi che si sono lasciati guardare dentro.

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

11 pensieri riguardo “Occhi di stelle”

  1. Bellissime descrizioni fatte col cuore che ti toccano nel profondo perché autentiche.Riesci a dire quello che anche io sento e ti ringrazio

    "Mi piace"

  2. Meraviglioso brano: occhi spalancati da contenere il mondo,occhi di un nero luminoso di una notte trapunta di stelle,dipingere bambini con occhi grandi come tele da riempire. Belli anche gli occhi del babbo. Gli occhi dei genitori sono fra i pochi che si sono fatti guardare fino nella profondità del loro amore. Intenso e commovente.

    Piace a 1 persona

  3. …Non trovo le parole, vedo gli occhi di tutta la tua famiglia, mi sento osservata, dietro le spalle ho un canone bianco, ma non troppo, un capriolo mi si para davanti, mi hai resa partecipe, del tuo passato, presente e futuro grazie, grazie

    "Mi piace"

  4. Un racconto pieno di emozioni. Mi ha fatto ricordare, mi ci sono riconosciuta. Gli occhi dei bambini che sanno già tutto, ma poi dimenticano…..

    "Mi piace"

  5. Una ragnatela di sguardi che brilla in un’alba autunnale. Una rete di occhi sempre aperti. Tu sei al centro e te ne nutri, ne fai la trama del tuo essere. Molto intenso. Grazie

    "Mi piace"

  6. Bello il contrasto fra gli occhi di oggi e quelli di ieri che avresti Voluto vedere aperti ancora una volta e che invece vedesti chiusi .Gli occhi parlano sempre e qui li hai fatti parlare tutti. Ondate di sentimenti in quelle occhiate e in quegli sguardi.Potente.

    "Mi piace"

  7. Leggendo questo brano ho visto tutti gli occhi che sono passati e stanno passando nella tua vita descritti con un amore così forte che mi è sembrato di viverlo. Grazie

    "Mi piace"

Lascia un commento