Gli occhi miei

Lampi – di Luca Di Volo

Occhi, occhi, occhi,

mille ti trapassano,

sopra lembi di stoffa

timidi, smarriti,

belli, provocanti,

tutti lucidi, lampeggiano,

un solo codice

un messaggio che ferisce:

sorpresa, si scopre

che a poco valgono

i sorrisi, i bei volti,

affascinanti, se gli occhi, loro

loro non si accordano

all’aspetto che forse

può ingannare, ma loro,

loro non mentono mai.

Occhi azzurri, occhi neri,

occhi gialli, occhi marrone

e tante anime si affollano

per amare, pregare,

di dolore parlano

e di gioia e di malizia astuta

ma tutti mi feriscono

umano tra gli umani,

ma i miei, gli occhi miei

forse non li conosco.

Talento per vivere

Vivere e sopravvivere: ci vuole talento – di Simone Bellini

Il talento ce l’abbiamo tutti: basta scoprire qual è.

Per la serie “Parole (rin)Corse” curata da Simone Bellini il suo testo “Vivere e sopravvivere: ci vuole talento” raccontata in taxi tra una corsa e l’altra:

Parole (r)inCorse

           VIVERE E SOPRAVVIVERE: CI VUOLE TALENTO

di Simone Bellini

Il talento signora mia,è il talento che ognuno di noi ha più o meno nascosto e che magari ancora dobbiamo trovare, quel talento che t’ inonda la vita e ne dà il senso inseguendo la felicità, perchè è la felicità il premio più bello. Non è facile, non è semplice agguantare la felicità, ti può scivolare dalle mani anche quando l’hai raggiunta. Ti ci devi aggrappare convinto della tua forza, ti porterà lontano, facendoti scoprire modi e  mondi nuovi, solo allora potrai dire; – SI, STO’ VIVENDO LA MIA VITA,… la MIA vita !

Ma se non ci credi, se non la insegui, se la lasci sfuggire dalle tue mani anche quando l’ hai raggiunta, allora la felicità perduta diventa un tormento, un rimorso logorante, continuo.

Ti rassegnerai,ti accontenterai di sopravvivere, spossato dalla delusione, perché è inutile avere talento se il problema sei tu !

Anche nella sopravvivenza ci può essere il germoglio della felicità. Nasce dalle cose semplici, apparentemente inutili, banali ma sorprendenti se li sai apprezzare, perché hanno soltanto bisogno di un sincero emozionato sorriso.

Quello che gli occhi dicono

Silenzio di parole – di Stefania Bonanni

Silenzio, per parlare

Silenzio, per far posto, ed ascoltare

Silenzio di parole

per far parlare il sangue

per sentire se si ferma il cuore

Silenzio, per parlare a bocca chiusa,

per sentire chi non parla

per ascoltare chi non sente

Silenzio, per lasciare un rigo bianco,

ed andare a capo.

Ed andare a capo, ancora e ancora,

fino a che non ci sia bisogno di parlare,

fino a che si conosca già  quello che dicono gli occhi,

quello che è dentro al cuore,

quello che misurano i passi,

quello che stringono le mani.

Allora, solo allora, si è fatto silenzio.

Occhi grandi

Occhi grandi – di Carla Faggi

Gli occhi dolci di mia madre, grandi, da bambina. Occhi che mi accoglievano sempre con affetto ed io magari distratta dalle mille scintille della vita me ne accorgevo appena.

Gli occhi intelligenti di mia madre. Scuri con quelle luci penetranti ed intermittenti che ti trasmettevano le mille idee che prima di arrivare alla mente passano dagli occhi.

Di quella arguzia, anche se a volte distratta me ne accorgevo sempre. Forse perchè ne ero un po’ invidiosa.

Mio padre, poco espansivo mi abbracciava poco, a quei tempi non usava, anche a parole poco manifestava il suo affetto. Anche quello non usava.

Mi accorgevo di quanto mi amasse dal suo sguardo e da quel mezzo sorriso che nascondeva ma trapelava.

I suoi occhi dicevano tutto, affetto, stima, protezione.

Peccato che allora non me ne accorgessi, poi con il passare degli anni, da adulta ho capito.

Ora che non c’è più ci ripenso e capisco ancora di più.

Occhi gialli

Vivere e sopravvivere – di Carla Faggi

La lucertola del mio giardino si gode il sole, chissà che pensa, immagino stia pensando che la vita è bella, che sta vivendo in un mondo giusto, fatto di odori, silenzi, fruscii della natura, calore del sole.

Ah! Questo si che è VIVERE! Vivo bene…come…un POLPO nel mare!

Poi di colpo si scuote, alza la testa e ascolta.

Eccolo è lui, Gigi il gatto!

Inizia a correre, inizia la sua corsa per SOPRAVVIVERE.

Cerca di nascondersi sotto una mattonella, non ci riesce.

Gigi corre più forte di lei. Quasi la prende, ma ce la fa a sguizzare via dai suoi artigli.

Ha il fiatone, mi verrà un infarto, pensa spaventata ma corre ancora più forte, vuole sopravvivere a tutti i costi.

Non per ritornare alla vecchia vita fatta di quiete. Ma perche si!e basta!

Trova un anfratto nel muro, ci si ficca.

Gigi arraspa, cerca di scalzarla.

Lei ansimando vede solo due grandi OCCHI gialli. Gialli e neri e ci vede l’abisso.

Ma si rallegra e si prende un po’ di PAUSA.

Pensa, perchè si pensa sempre nelle pause, che a volte basta poco per sopravvivere, anche solo una piccola crepa nel muro!

Occhi marroni

Occhi marroni – di Carla Faggi

Ora è il momento dell’immaginazione.

Il neo sulla fronte sarà sempre sicuramente esotico e mistico.

I capelli più lunghi, ma la lunghezza caotica fa più sexy.

Le collane saranno più timide, immagino.

Il sorriso sarà sempre buono, forse un po’ più triste.

Gli occhi, ecco, me li immagino fragili, un po’ impauriti, occhi che vogliono darsi un senso e che vogliono darci un senso, ma che chiedono anche aiuto  cercano anche da noi matite un senso per tutto quello che sta succedendo.

Occhi grandi, occhi buoni, occhi marroni, almeno io li ricordo così. Marrone, il colore che raccoglie il rosso, il giallo ed il blu. Che ricorda il calore caldo della terra, del corpo. Il profumo del caffè e la libidine del cioccolato. Occhi marroni!