Al buio si racconta chi è accanto: Lucia racconta Carmela

Carmela – di Lucia Bettoni

foto di Lucia Bettoni, mani di Carmela De Pilla

Dal mare si erge una collina
Nella terra della collina
sono stati scavati tanti scalini
Uno scalino dietro l’altro
Uno scalino sull’altro
Una scalinata su un’alta collina

Un filo alla destra
Un filo sottile di perle
dove aggrapparsi per salire
Un passo dopo l’altro
La mano destra sul filo di perle

Avanzi lentamente
Ti innalzi con fatica
con il petto aperto e
le spalle dritte
Un passo dopo l’altro
La mano destra sul filo di perle

Ogni tanto ti fermi
Quello che hai lasciato in basso
ti chiama
A volte la voce è straziante
e il cammino si strozza si blocca
Il respiro è affannoso

Poi passa un fagiano e canta
Il tuo sguardo si alza per seguirne il volo
Segui il fagiano
Segui il suo volo

Un profumo di terra impregna l’aria
Puoi sentire l’odore delle penne
del fagiano bagnate dalla pioggia
Profumo di vita!

Il cammino continua
Si intravede la cima
Ma cosa ti aspetta sulla vetta?

Sei curiosa
Inarrestabile
Modelli gli scalini perché
i tuoi passi siano più comodi
e scorrevoli

Non hai paura

Hai le mani piene
Hai le mani ricche
Hai le mani tutte tue


Al buio raccontiamo chi è vicino: Carla racconta Gabriella

Gabriella – di Carla Faggi

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Un filo di lana, molto lungo fatto di vari colori. Si arrotola su se stesso e diventa gomitolo. Mentre si arrotola incontra dei nodi, degli strappi, a volte cade e si srotola ma poi piano piano ricomincia a riaggomitolarsi.

Quando l’ho conosciuta qualche anno fa era un gomitolo parecchio rattoppato, a momenti sfilacciato ma si percepiva la forte volontà di auto-guarirsi e di accettare una mano anche da noi matite. A volte riuscivamo a tendere il filo perché lei lo riavvolgesse bene, a volte magari rischiavamo di strapparlo. Ora dopo arrotolate e srotolate percepisco un gomitolo ben fatto che si tiene bene e che trasmette calore a chi lo tiene per mano

Al buio parlare del proprio vicino: Rossella racconta Luca

Luca – di Rossella Gallori

disegno di Rossella Gallori

Luce Spenta, Silenzio, avverto calore al braccio Sinistro…

Luca si rivela per una immensa  ESSE maiuscola, una solida base bronzea la sorregge:

Se solo sapesse, se solo scrivesse brevi poesie, se si spargesse per cielo, per mare, per acqua di fiume, per cibo, per sale, per zucchero….(poco)!

ESSE solo ESSE, come salute, come sogni, come sto con te.

ESSE come sensazioni, come salgo… scendo…come scappo, come silenzio scandito da suoni, come scarpe senza stringhe.

Poi basta uno  ssssssguardo con più ESSE e  ci sei tu! .

Quindi dicevo: scottava,  stasera il mio braccio sinistro…

(La mia mano destra disegna una ESSE gigante)

Un giallo fiume quasi giapponese di Simone

Giallo fiume – di Simone Bellini

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Appoggiato alla spalletta del ponte guardavo scorrere l’acqua del fiume colore oro arancio che l’approssimarsi del tramonto gli donava. Era spiovuto da poco, nel cielo si era diffusa quella particolare luce gialla che nettava tutti i contorni evidenziando l’architettura e le sue ombre . L’arcobaleno delimitava quel chiarore separandolo dal grigio plumbeo delle nubi che si stavano allontanando. L’aria fresca, ancora umida , entrava nelle narici infondendo un senso di pace. Ero rapito da quell’atmosfera, ipnotizzato dai bagliori gialli riflessi sulle increspature dell’acqua che scorreva sotto di me facendomi sporgere nel seguirli. Un senso di tranquillità aveva spazzato via tutti i miei problemi. Ero in pace con me stesso.
-Ma cosa fa? Si fermi! Non lo faccia!- un energumeno mi si fiondò addosso bloccandomi in un abbraccio- ci ripensi, la vita è bella! A tutto c’è un rimedio!!!-
-Ma cosa fa, mi lasci- dissi dimenandomi per liberarmi da quella presa- mi lasci ho detto!- Lo strattonai con tutte le mie forze……. Troppe direi!!!…..mentre la spalletta si allontanava repentinamente dalla mia vista. Annaspando nel vuoto ebbi solo il tempo di dire:
-MAVAFANCULOOOOOoooooooo !!!!
SPLASH 💦

Color terra un po’ Giappone di Tina

Il colore della terra – di Tina Conti

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Si fa presto a dire è una macchia di terra.

Si deve indagare bene da dove provenga, come sia distribuita , che tonalità abbia.

La colorazione che osserviamo ci parla del mondo, della sua  natura e formazione.

La nostra terra ci racconta tutto del  tempo passato.

Della geografia e della storia , della nostra esistenza.

Qualcuno ha dato già alle  colorazioni caratteristiche  indicative: come  per  la terra di Siena  che   nella tabella delle colori  ha una posizione  ben determinata.

Noi possiamo vagare con gli occhi e scoprire tutte le variazioni che i nostri sensi  ci regalano.

Si può dire allora che il colore della terra non esiste, muta sempre, è diverso a seconda di dove lo guardiamo e in che momento di luce e condizione atmosferica.

Lo osserviamo.

Ritornando alla famosa macchia che si è stampata sui pantaloni bianchi mentre lavoravo in giardino.

Si può affermare che l’acqua abbia fatto un buon lavoro nel rimuoverla ma, guardando bene la si vede ancora apparire.

Come una leggera ombra ben delineata.

Era una macchia di terra oppure altro si dirà.

La magia del colore è infinita, quando denso  lo mettiamo su una superficie, lo vediamo rilucere al sole, aggiungendo acqua, si espande, corre, si schiarisce si mescola.

Cambia col calore e la luce.

La carta, la stoffa, la pietra, l’intonaco, assorbono il colore dando risultati diversi fango secco, terra nera concimata, polvere terrosa, terrina di fosso, terra argillosa, quasi sabbia.

E’ talmente forte l’attrazione dell’uomo per la terra  che

L’ha usata in tutti i modi,anche cospargendosi il corpo.

Mimetizzandosi, curandosi  per sentirsi parte di essa.