La città a zigzag – di Sandra Conticini

Non mi vedrei mai in una città diversa da Firenze anzi, diversa dal mio rione: Gavinana. I ricordi mi si affollano nella mente, i giochi fatti da bambina per la strada: campana, nascondino, le belle statuine, oppure scappare in bicicletta per andare alla casa degli spiriti, che poi è diventato un bel complesso residenziale. Com’era bello trascorrere intere estati così senza centri estivi, pochi compiti da fare, e tanta libertà per noi bambini. Ogni volta che passo da quella strada guardo i campanelli, ma ormai le persone che ci brontolavano per la confusione non ci sono più perchè molti erano anziani altri hanno cambiato proprio zona. Passando sotto le finestre ricordo la signora che mi mandava a comprare le sigarette sciolte, o l’altra che, dovendo lavorare, mi faceva comprare il pane, ed ero contenta di fare queste commissioni perchè spesso mi davano qualche caramella o, addirittura, i soldi per comprare il gelato.
Poi mi sono spostata di poco, perchè la città è cresciuta. Tante costruzioni nuove, ma io laggiù nella nuova città mi sentivo straniera, non conoscevo nessuno. Le mie amicizie erano rimaste nella città vecchia e mi sentivo emarginata, anche se andavo sempre. Poi mi sono ambientata ma il mio cuore è rimasto là.
Cercare i nomi sui campanelli che non ci sono più. Un gesto istintivo, tenerissimo che nasconde la tristezza di chi è sparito, si è allontanato, non rivedremo….
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Cambiare zona nell’infanzia può essere un trauma, anche per me è stato così, non rassegnarci a constatare che che alcune certezze non esistono più. Bella e realistica esposizione!
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Bello, ho visto i giochi della mia infanzia ,e ho visto te bambina, grazie
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