I comignoli delle città di Tina

DALLE CITTA INVISIBILI – di Tina Conti

Lilliano – foto di Cecilia Trinci

Quante città ho scoperto nella mia via?

Tante e diverse, che mi hanno affascinato, incuriosito e rivelato i loro   angoli magici, nascosti, diversi.

Quando sono in un luogo, non mi stanco mai di andare in giro e incantarmi nelle cose belle che vedo,  poi ritornando nella mia bella città   penso che non la lascerei mai, me ne  innamoro  sempre più

 C’è’ sempre qualcosa che non conosco e che mi piace osservare.

 Ultimamente, sono i  comignoli dei palazzi ad attrarmi.

Ovunque vada, alzo sempre gli occhi al cielo per ammirare i tetti e i comignoli , che  moltitudine di manufatti si vedono, quanto ingegno per trovare funzionalità  in quelle forme rotonde, rettangolari.

Coperte di mattoni, intonacate, con cappucci di metallo.

C’ è  stato prima il tempo dei portoni, quanti ne ho fotografati e anche disegnati; bombati, intagliati di legno, con le borchie, dipinti con dei chiavistelli che erano esempi   di alta gioielleria.

 Quanta maestria e furbizia per trovare le soluzioni  pratiche e funzionali per la difesa della dimora.

Certo, i portoni sono lo specchio di chi ci abitava, il biglietto da visita.

Anche i materiali da costruzione son diventati il mio appassionato curiosare, i colori di una citta’ sono dati anche dalla pietra con  cui è’ stata costruita. Spesso sono pietre trovate vicino,  altre volte vengono da molto lontano. La luce che al tramonto illumina la Valletta a Malta rivela sfumature calde e ambrate con riflessi dorati dati dalla bella pietra con cui é’ costruita.  La sera, le ombre traverse scoprono   rugosità  e intagli restituendo   un aspetto intimo e romantico.

Appare cosi’   lo spirito del luogo, la sua unicità.

Da cosa è dato ? Dal silenzio, dal movimento, dal profumo, dal colore?

Spesso mi capita di “andare per naso” i luoghi  li  anticipo anche con il naso  ,in un paese di montagna durante una passeggiata dopo cena, abbiamo vagato per molto tempo in cerca di quel forno che  stordiva per il suo profumo. Le stagioni poi, danno un sapore sempre diverso ai luoghi, lasciandoci impressioni forti.

Passare vicino al bucato appena steso, vicino al portone di una chiesa, a un laboratorio di essenze, un vinaio, è entrare nell’anima di un luogo.

Scappare,  scappare, scappare, quando il bello  è troppo la gente  è troppa, gli stimoli mi sormontano mi allontano.

Tollero di vedere dall’alto tutta quella bellezza, ferma, quieta, illuminata dalla luce del sole al tramonto.

La visione placa il cuore e la mente fa accomodare in un angolo protetto    tutte   le cose ricevute.

Allora, l’inferno è lontano?   No, no, è sempre in agguato.!

Firenze a zigzag: Gavinana di Sandra

La città a zigzag – di Sandra Conticini

Non mi vedrei mai in una città diversa da Firenze anzi, diversa dal mio rione: Gavinana. I ricordi mi si affollano nella mente, i giochi fatti da bambina per la strada: campana, nascondino, le belle statuine, oppure scappare in bicicletta per andare alla casa degli spiriti, che poi è diventato un bel complesso residenziale. Com’era bello trascorrere intere estati così senza centri estivi, pochi compiti da fare,  e tanta libertà per noi bambini. Ogni volta che passo da quella strada guardo i campanelli, ma ormai le persone che ci brontolavano per la confusione non ci sono più perchè molti erano anziani altri hanno cambiato proprio zona. Passando sotto le  finestre  ricordo la signora che mi mandava a comprare le sigarette sciolte, o l’altra che, dovendo lavorare, mi faceva comprare il pane, ed ero contenta di fare queste commissioni  perchè spesso mi davano qualche caramella o, addirittura, i soldi per comprare il gelato.

Poi mi sono spostata di poco, perchè la città è cresciuta. Tante costruzioni nuove, ma io laggiù nella nuova città mi sentivo straniera, non conoscevo nessuno. Le mie amicizie erano rimaste nella città vecchia e mi sentivo emarginata, anche se andavo sempre. Poi mi sono ambientata ma il mio cuore è rimasto là.