SPECCHIO – di Sandra Conticini
foto di Nadia Peruzzi e di Daniele Violi




Ma proprio devo guardarmi in questo specchio strano? Ci proverò, io che normalmente mi sbircio furtivamente passando davanti per non vedere quello che si riflette.
Vedo una macchia marrone con accanto un po’ di beige tendente al rosa e in mezzo a due strisce verdi c’è forse la mia mano che si muove da destra a sinistra facendo un’ombra. Chiudo gli occhi, respiro profondamente, mi ritrovo in un bosco autunnale, sotto i miei piedi sento il rumore delle foglie dai mille colori rossi, gialli, arancioni. Alzo gli occhi vedo alberi secolari di castagni ormai con alcuni ricci verdi attaccati a quei rami ormai nudi. Con un piede schiaccio un riccio e fanno capolino le castagne, così inizio la raccolta. Mentre cammino in questo bosco incantato vedo dei funghi, ma sembrano proprio porcini, li prendo poi li farò vedere a qualcuno che li conosce perché il rischio è grosso!
Mettendo lo specchio dietro vedo qualcosa di non ben definito, dai colori più sfumati, ma sempre un po’ sul marrone con qualche pennellata di verde. Potrebbe essere, un rapace, con il becco adunco e gli artigli, appollaiato sul castagno in attesa di trovare una preda da mangiare o forse un ramarro a prendere un po’ di sole.
Questa volta non ho guardato lo specchio di sfuggita, perché non rispecchia i miei capelli di tutti i colori, le mie rughe, i miei occhi spesso un po’ stanchi, le macchie buttate come una manciata di sale, il fisico che non è come lo vorrei. Ed allora mi vengono in mente le parole che spesso diceva mia mamma “E’ tanto brutto invecchiare”, ma io ancora non ci pensavo.