Le cartine di Vanna

Lo specchio – di Vanna Bigazzi

Percorrendo il sentiero nel folto bosco verde e fresco, intravidi un laghetto: uno specchio d’acqua limpida e brillante. Vi giunsi potendolo osservare nella sua interezza e, non lontano, intravidi il corpo bello e seminudo di una giovane donna dal lungo collo e i capelli raccolti. Voltava le spalle al lago, coperta sui fianchi da un leggero lino. Era intenta a guardarsi in uno specchio, in simpatia col riflesso del lago, sembrava pensasse: “Voglio vedere me stessa attraverso questo strumento piuttosto che rimandare al lago le mie sembianze, comunque non potro` mai avere un’immagine reale di me, vedermi dall’esterno”. Ma in fondo al suo cuore avrebbe desiderato vedere se stessa e non la sua copia. Il dilemma la inquietava. Nella sua ingenuita` non capiva quanto, nella vita, l’inganno, l’apparenza, oltre la vanita`, avessero a che fare con la verita`, l’eternita`, la realta`, poiche` legati dal tema del “doppio” del “rovescio”, contraddizioni appartenenti alla psiche di ogni uomo.

Le cartine di Rossella B.

Caccia al pinolo – di Rossella Bonechi

Il rumore delle onde mi culla ipnoticamente mentre il materasso di aghi di pino mi accoglie rilassandomi. Apro gli occhi e intravedo l’azzurro attraverso le fronde. Se sposto lo sguardo riesco a scorgere le bianche cime dei monti, il cui marmo mi rimanda il riflesso del sole. Alla fine penso solo ai colori (1° carta): l’azzurro, il bianco, il verde, il marrone e mi ci immergo riuscendo per un attimo a fermare i pensieri, cosa rara e difficilissima per me. E così anche un altro senso riesce a farsi strada: respirando a fondo percepisco il profumo di piccoli fiori colorati (2° carta) che forse mi sono vicini, o sopra la testa o a portata di mano. Odori lievi, che vanno e vengono col vento.                                                                                Ma qualcosa disturba, si insinua nell’incanto: un profumo sgradevole, acre, che risuona ai miei sensi come una nota stonata. Non sono più sola??? Lentamente mi costringo a “riemergere” e a prendere atto che  il solo pensare ad un’invasione di questo mio luogo, ne ha stravolto l’atmosfera e la serenità. Ora è niente più che una striscia minacciosa di pineta (3° carta) tra mare e monti.

Un rumore guida il mio sguardo e intravedo il visetto sudato e polveroso di un bambino che cerca di nascondersi o scappare. “Mi scusi signora, cercavo solo i pinoli cascati in terra” mi dice temendo una sgridata. Gli sorrido con tenerezza alzandomi e mentre mi scuoto i vestiti mi sento così stupida per aver permesso alle mie paure di distorcere una piacevole realtà! Mi avvio verso il campeggio, augurando al piccolo disturbatore una buona Caccia al Pinolo.