La cartina di Rossella G.

Tra carte che sanno di sogni – di Rossella Gallori

Tra carte che sanno di sogni….
Sogni reali…
Ricordi…….
Il sole stava ancora accecando il giorno, il giorno cercava quiete, trovò pace dietro la colonna, quella grande, liscia come seta che sapeva d’acqua che non c’ era, palpebre ombrettate d’ arancio, scrutarono dalle finestre alte, cercando le mie mani ed il mio sasso.
I pugni serrati, lo sguardo perso tra parole sconosciute : io…. Era pace Era nascondersi Era pregare…
Era se pur per poco :mamma
Era : non mi perdo
Era: non scappo
Era felicità pura, di sabatibelli( si una parola sola )
Incontri casuali, mai freddi, difesa da un cancello che non era ghetto, ma trionfo, libertà!
Mi accarezzò la signora, era una e cento: occhi, naso, capelli di persone “ altre” mai nemiche…..solo le labbra rosse eran di mia madre, socchiuse, carnose e rosse, silenziose e parlanti!
Salivo scale di gioia, salutando, un nonno, che era un nome….inciso.
Scendo scale accuminate, pesante di vita, sempre : io!
saluto un nonno che è una lapide di storia, di sofferenza e….
Si mescolano le carte, anni che sono: cuori, picche, fiori e quadri…..gioco ….perdo..vinco….vivo….Ed è oggi.

La figurina di Stefania

Il mondo in giardino – di Stefania Bonanni

Verde con qualche rosa rossa, bianca, gialla. Marrone dei vasi coccio, tutti via quelli di plastica. Mi affaccio tutte le mattine e guardo giù, e quello che vedo mi fa stare bene. E’ armonioso. Ho fatto tutto io, negli anni. Ho piantato l’edera, ho costruito un vialetto con grosse pietre piatte. Ho piantato strani rametti, verdi creature che mi hanno stupito crescendo, riempiendosi di fiori, diventando alberelli. Regali grandi, inaspettati,  che forse si sono nutriti di sguardi affettuosi. Il giardino che è il risultato di tutto questo non ha siepi ordinate e geometriche, non un vialetto dritto, non fiori dello stesso colore o piante dello stesso tipo. Non è potato bene. Si capisce bene che non ci sono intenzioni o progetti. Ci sono seminate conchiglie, e forse in futuro ci sarà chi pensera’ di aver rinvenuto fossili preistorici. C’è una gallina di coccio che forse farà uova di cioccolata. Se succedesse rivestirei l’uovo di carta rossa e arancione, e sarà contenta Beatrice che ogni giorno va a salutare la gallina e guarda se ha fatto uova. Da poco è arrivata una bellissima tartaruga dal giardino accanto e la lasciamo libera di andare dove vuole:una tartaruga condominiale.

Un mondo piccolissimo, pieno di tanta vita piccolissima. Non cambierei il mio panorama privato.

La figurina di Nadia

Una figurina-regina – di Nadia Peruzzi

Gli ultimi raggi del sole stavano regalando un cielo quasi viola.
Il dondolo mosso da una brezza autunnale che sapeva già di inverno,era un invito a lasciarsi andare e a dormire.
Angela,avvolta in un plaid colorato e caldo,stava per chiudere gli occhi, poi la vide.Una figurina minuscola,in lontananza,che si muoveva verso di lei.
Sulla superficie del lago,sembrava volasse con ali di libellula.Eterea,quasi incorporea.Un piccolo punto su cui i raggi del sole giocavano a rincorrersi con arcobaleni.
Cera qualcosa che brillava e sembrava di fuoco.
Angela intravide una piccola stella.La bambina la teneva nella mano destra a mo’ di bacchetta magica e la ruotava vorticosamente a destra e a sinistra.Ne uscivano lampi di luce e composizioni come quelle di un caleidoscopio.Quando colpiva l’acqua del lago ne salivano zampilli colorati che ricadevano in fili d’oro e sembravano pioggia,ma la trapassavano senza bagnarla nemmeno un po’. Eppure rideva lo stesso.La sua risata cristallina risuonava ovunque.Da qualche parte un’eco la moltiplicava ed era quasi una musica.
ln testa aveva qualcosa che riluceva come un piccolo sole.Aveva l’aspetto di una corona.Ma una di quelle vere,non da giochi di bambina.
Angela non credeva ai suoi occhi.Che giorno strano era quello.Anche l’aria che poco prima volgeva al gelido,si stava facendo più tiepida man mano che quella bambina si avvicinava.
Era presa nel suo gioco,danzava,scivolava e roteava sull’acqua,mentre il vestito faceva una ruota da piccolo
derviscio ed era quasi ipnotizzante.
A volte si tuffava.Quando usciva dall’acqua,come prima sotto quella pioggia dorata,non era per nulla bagnata.Potere di una qualche magia,pensò Angela.Era vecchia,Angela,ma non aveva perso la sua voglia di fantasticare e le letture di fate e folletti che aveva fatto da bambina l’avevano appassionata così tanto che quando erano cominciati ad uscire nuovamente libri su maghi e maghetti e piccole streghe li aveva letti e comprati quasi tutti.La saga di Harry Potter se l’era letta tutta proprio durante quell’estate.Lei alla magia un po’ ci credeva davvero!
Non ci volle molto di quel volteggiare ,alla bambina, per arrivare nel punto in cui Angela abbandonato il suo dondolo,la stava aspettando.
Era carina con le sue guance arrossate e i capelli ondulati e del tutto in disordine,avvolta in un vestitino di mussola trasparente che la faceva apparire più piccola di quanto in realtà fosse.
“Come ti chiami?” chiese Angela
Elisabetta”. E più sottovoce: “Betty,per gli amici,ma ne ho così pochi! Tu come ti chiami?”
“Angela!Da dove vieni? Sei una bambina e te ne vai a giro da sola. Ti hanno lasciato andare via da casa senza dirti nulla e senza venirti a cercare?Possibile che tu sia arrivata fino a qui quasi volando e non lasciando tracce dietro di te in modo da poterti rintracciare?”
“Macchè c’era una baraonda tale a palazzo che non si sono accorti di nulla. Hanno altro da pensare,loro.Me la sono filata aprendo un piccolo varco nella grande siepe che circonda il castello”.
“Saranno preoccupai….”
“Anche se fosse?Hanno intenzione di farmi fare qualcosa che non voglio fare.Mi terrà imprigionata per tutta la vita,che oltretutto sarà pure lunghissima,sembra. Si sono messi tutti d’accordo ,senza chiedermi se io ero d’accordo. Sono moltissimi ,te lo posso assicurare,a farmi pressione da ogni parte e a volermi far fare la regina.
Quelli son tutti matti. Ti rendi conto? Dover fare poi salamelecchi a destra e a manca, senza poter parlare mai con la dovuta sincerità ma sempre in perfetto “reginese”. Non poter fare un passo senza che uno stuolo di persone sia li a controllare quel che fai.lo voglio essere libera.Sono uno spirito troppo libero e indipendente per star dietro a istitutori,maggiordomi e dame di corte. Poi ci sono quelle che ti dicono come ti devi vestire ,quali borse,quali cappelli,quali tailleurs.Hanno gusti da barbari e io mi rifiuto di farmi conciare in quella maniera .Sono una da black and white ,tendente al dark e vorrebbero farmi vestire da rificolona con tutti quei colori pastello addosso,per non parlare di quelle orribili borsette e di quei cappelli rigidamente in tinta col resto.E i cerimoniali,come li detesto.Sorridi di qui,ammicca e sorridi di là mentre spesso e volentieri ne strozzerei a decine di quelli che vedo girare attorno a me con fare ossequioso e servile”.
Stava quasi per piangere ,mentre chiedeva ad Angela di tenerla con sé.
Angela non sapeva che fare,ma si intenerì di fronte a quella bambina. Tutte quelle costrizioni lei non le avrebbe sopportate nemmeno per un minuto,figurarsi per tutta la vita.
Se vuoi,puoi rimanere.Fino a che ti trovi bene e sei felice di restare.Una volta che decidi di andar via potrai farlo in tutta libertà”.
La bambina,non stava più nella pelle.Gettò nel lago lo scettro improvvisato con la stellina luminescente e la corona.Rimase con quel vestitino leggero mentre il cielo da azzurro viola che era ,passò al blu profondo in un attimo.
ln casa la tv si era accesa da sola.Stava passando un tg straordinario. Note dolenti ,musiche per nulla allegre accompagnavano la notizia che stavano dando .Angela da fuori non capiva di cosa si trattasse.Era assorta a fissare la bambina che si era seduta sul dondolo e si lasciava cullare . Era bella da vedersi.ll vestitino seguiva il dondolio increspandosi e sollevandosi ad ogni spinta.Un soffio di vento più forte degli altri scompigliandole ancor più i capelli le lasciò sulla fronte una ciocca ribelle che risaltava sulle sue guance arrossate.
Era felice,si vedeva.Gli occhi si stavano chiudendo sopraffatti dal sonno della stanchezza,eppure ancora lasciavano trasparire una contentezza fuori dal comune.Come fuori dal comune doveva essere stata per lei quella giornata,pensò Angela mentre entrava in casa.
ln tv si vedevano foto a ripetizione della regina Elisabetta.Era morta quello stesso giorno,dopo un lunghissimo regno.La colpì una foto di lei bambina.Corse fuori per avere conferma.
Il dondolo oscillava ma sopra non c’era nessuno.
L’aria era tornata fredda come all’inizio di quello strano pomeriggio in cui l’autunno volgeva già verso l’inverno.