Era giugno

Era giugno – di Rossella Gallori

Ma che giorno era?

Giugno, certo giugno, il 16, il 18? Chiamo mia cognata, santa Gabriella da Coverciano,  come la chiamava mia madre, la sua nuora preferita, quella che la rese nonna per prima, ed anche prestino.

Gabry, ma lui quando è morto? Mi vergogno ma non ricordo il giorno, eppure son passati solo tre anni, ah il 18, ci risentiamo per portagli un fiore, un sasso…

Chiudo in fretta, la mia Pupi, come la chiama mia figlia, è  donna di poche parole, fatti, concretezza, fare…sono i suoi fiori all’ occhiello, medaglie d’oro, conquistate in silenzio, senza pavoneggiarsi, mi ha aiutata con mia madre, ed è stata indispensabile con mio fratello, quanto ha fatto per quel cognato, dal carattere difficile…e quanto per me, che senza di lei mi sarei buttata sotto il primo camion ai Falciani, sotto il 32 all’Antella…o forse sotto il treno alla stazione del Campo di Marte.

Ho fatto un gran casino, per quel mio fratellino piccolo, che poi aveva 9 anni più di me, ho pianto, gridato, cercato  soluzioni probabili ed impossibili, ho bussato a tante porte, volevo rimetterlo in piedi, farlo tornare quello che era, cioè quello che io credevo fosse? Noncurante del suo intercalare di sempre” mia sorella è stu pi da…di nascita”  sono sempre stata una  Sancho  Pancia  ( ? ma come si scriveeee) in gonna, ho sempre combattuto contro mulini a vento, veri, immaginari, fantasmi dalle grandi braccia, pale che mi han fatto cadere, ma non son riuscite a schiacciarmi.

Forse era speciale o forse no, questo mio fratello, forse era stato  malconsigliato, o  forse, lui,  aveva capito tutto e viveva  incurante degli altri, un po’ guascone, un po’  coglione, tenero raramente, arrogante quasi sempre.

Ho saputo molto più di lui, in questi  3 anni da morto, che in 73 da vivo, ho conosciuto storie, zingarate, cazzate, generosità incredibili, strappi e toppe, poche “fatine” molti “gatti e volpi, mai un “grillo parlante” che lo togliesse dai guai per consigliarlo, per dargli una buona indicazione… mai.

Potevo essere io, l’aiuto per questo mio Pinocchio, so  che mi avrebbe schiacciata al muro, e forse, dico forse, si sarebbe accorto  che il mio sangue aveva il suo stesso gruppo sanguigno, avrebbe guardato i miei occhi meravigliandosi nello scoprirli dello stesso colore dei suoi. Si forse potevo fare qualcosa, ma non l’ho fatto, non l’ ho saputo fare… ed ora è tutto  inutile, da tre anni dorme, diciamo  sereno a Bagno a Ripoli… che “bello come lì, non esiste posto”

Ecco vedi, fratello mio, questa l ‘ho fatta giusta, ti ho messo dove volevi, con la sciarpa viola che si muove ad ogni alito di vento, con tanti sassi come avrebbe voluto  la mamma ed un po’ di fiori rossi, come sarebbe piaciuto al babbo!

Stasera mi perdono, non ho più voglia di piangerti, di rimuginare su i se ed i ma, che poi come dice il vecchio detto: sono il patrimonio dei bischeri.

Mi assolvo, dal vuoto di memoria,  che mi ha fatto dimenticare una data così importante e nefasta. Ma poi è cosi importante? Il 16 il 18…? era giugno, si questo lo ricordo più che bene, era pomeriggio… o proprio sera?

Devo richiamare Gabriella ….

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

1 commento su “Era giugno”

  1. Ricordi che tornano o se ne vanno. Belli, brutti e dolorosi ma ricordi a volte dolci. Nel tuo raccontare c’è tutto in poche righe, intense semplici e belle. Come fare a non leggerti ?

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