Il cappello di Rossella: un Panama di Livorno

Panama – di Rossella Gallori

…Giulia, deh, il Panama…

E Giulia correva porgendo il cappello al babbo…e la sua guancia per un bacio.

Deh, Giulia sto bene? Bene dico o di molto?

Rideva, no sorrideva…

Prendeva la giacca e giù per le scale, in via De Pecori al numero 6.

Lui, il sor Ugo, marito dell’Ynesse, era il babbo della Giulia e della Franchina che era troppo piccola e poco considerata.

Alto, esuberante , naso dritto, occhi scuri….

Era Panama…

era cappello…

era bello…

Donnaiolo per vocazione, “lihornese” per nascita.

Il suo Panama dimostrava che ce l’ aveva fatta, come le scarpe belle, come una bella casa, come una bella moglie….come avere due baffi da arricciare al primo sguardo di lunghe ciglia, alle prime calze a rete di qualche casino di lusso.

Il sor Ugo era il mi nonno

L’Ynesse la mi nonna

La Giulia la mi mamma

La Franchina era la Franchina, la zia.

Poi fu poi…e

Bussarono alla porta!

Giulia il cappello! Il gilet…e leva le ciantelle  di torno, deh un siam “miha ciartroni”

La porta venne abbattuta!

Camicie nere, fez.

Signori datemi il tempo! Vengo, vengo fatemi piglià i Panama…

Era novembre , cosa ne facesse di un cappello estivo  non è dato sapere…tanto non gli fu concesso tempo…a dicembre,  poi laggiù con il gros grain di 3 centimetri ci impiccavano i neonati…..

Ecco ora smetto, lo indosso io il cappello del sor Ugo, metto un gilet di raso nero, con l’orologio d’oro  a ciondoloni, una gonna con lo spacco, le scarpe bianche e nere con il laccio alla caviglia, per vezzo un bastone lucido di ebano con il pomello d’Avorio….e vò da Gigli, mi siedo ed accavallo le gambe, sorseggiando un caffè

 …e la gente penserà che io sia bella, giovane, ricca, viva.

Oh chi è? Oh  chi è?l

Lascio una bella mancia e” vò “ da Rivoire, appoggio il cappello sul piccolo tavolino di ferro battuto…mi alzo lentamente, aggiusto la gonna, sorrido ad un signore bello, con il volto di qualcun altro…

È  lui, mi saluta allontanandosi…è solo un attimo, il mio panamacappello non c’ è piú, lo vedo sollevarsi verso il cielo:

Un po’ Ugo, un po’ Giulia, un po’ Ynès…poco Franchina, un po’ me.

Raccolgo un piccolo sasso, lo bacio  e lo pongo su una tomba che non c’è.

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “Il cappello di Rossella: un Panama di Livorno”

  1. I tuoi fantasmi appaiono così, improvvisi, a salutarci in una stanza che di fantasmi ne ha conosciuti tanti. Fette di vita, flash di un passato che non è mai passato per te. Eleganza nel raccontare, senza retorica, come un raro piatto ebraico di sapore speciale. Ugo, Giulia, Ines…non moriranno mai più

    "Mi piace"

  2. Bellissimo questo passaggio da vecchie istantanee a un possibile oggi…con un cappello che è storia e vita ..Anzi prende vita e fa rivivere e ripensare a chi lo ha indossato..un affresco familiare allegro,triste e tragico.La vita e la storia di un’epoca si intrecciano con gioie,leggerezza e dolori che scavano nel profondo.Tenere tutti questi fili non deve esser facile..

    Rossella brava bravissima.

    .

    "Mi piace"

Lascia un commento