
La signora – di Nadia Peruzzi
Tutti la chiamavano “la signora” per quel suo atteggiamento altero e distaccato.
Si aggirava in quella casa spoglia di orpelli, essenziale ma viva.
Era una donna anziana quella che la abitava, eppure la casa trasudava energia e vigore da ragazza, non certo una patina polverosa da storia che si avvicinava alla fine.
Il computer di ultima generazione campeggiava sulla scrivania vicina alla finestra.
I raggi del sole che stava per tramontare colpivano sbiechi una pagina fitta di parole.
Lei attenta rileggeva e si commuoveva per ciò che le era venuto in mente di scrivere.
Era un segreto che si era portata con sé in quel lungo viaggio.
Leggeva con pena, tristezza e forse anche un po’ di vergogna per non aver saputo affrontare le cose nel modo giusto.
Era passato troppo tempo per poter rimediare. Le persone che aveva ferito non c’erano più.
Nel cercare di rimettere in fila e dare un senso ai pensieri e alla sua versione della storia, era doveroso che almeno fosse la verità ad essere centrale nel suo racconto.
Sapeva di non avere molto tempo davanti a sé.
Sapeva che avrebbe dovuto provare a rimettere finalmente le cose a posto.
…dare un senso ai propri pensieri… persone ferite ed assenti…immagini che lasciano il segno…
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