
Aroma familiare – di M.Laura Tripodi
I profumi del borghetto medievale sembravano imprigionati nei vicoli stretti, in quel momento battuti dalla pioggia. L’umidità provocava strane mescolanze fra i profumi dei giardini e gli odori che scappavano fuori dalle finestre in quei preparativi di giorno festivo.
Forse qualche massaia si stava affaccendando ai fornelli perché al naso di Giuditta arrivò prepotente un aroma familiare di ragù e si sentì risucchiata dal tempo.
La domenica era il giorno in cui si cucinava come Cristo comandava.
Il profumo della carne al sugo era sempre rimasto imprigionato nelle sue narici e ora chiedeva giustizia.
Ma giustizia di che?
Di ricordi dolci e teneri, di cose semplici, di bambini che speravano in una distrazione della mamma per inzuppare un pezzetto di pane nel sugo gorgogliante.
Espresse questo pensiero a Lara. Lo fece in maniera gioiosa, ma l’amica la guardò con aria distante e rispose accigliata che in ogni casa niente è come sembra e che a lei quel profumo non trasmetteva proprio niente.
Eccola là la bisbetica che aveva sempre da ridire su tutto. Mai una nota romantica, mai una considerazione tenera.
Lei invece quella mattina si sentiva contenta. Lasciò l’amica a ribollire nella sua indifferenza, proprio come il sugo sui fornelli.
Ma non proprio.
Se la immaginò a questionare con una se stessa rinsecchita e ansiosa.
Continuando a camminare, in silenzio però, provò a immaginare quante storie, quante persone, quanta vita avevano abitato quel borgo.
Ancora una volta fu investita da odore di cibo.
Alla finestra di un primo piano si affacciò una donna sorridente che mise a freddare sul davanzale un tegame pieno di polpette.
Le polpette fanno “casa” Giuditta, Lara..nel loro mondo stretto, ma mai angusto….
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Davvero delizioso! Laura mi hai riportato al passato!
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