Ti racconto una storia – Il professore

Il professore di filosofia – di Roberta Morandi

Entrò in classe un omino rinsecchito e ingobbito, con gli occhiali appesi al naso appuntito, la sua figura preannunciava un modo ostinato e severo di rapportarsi coi ragazzi di quell’età esuberante di ormoni spesso olfattivamente repellenti.

Chiudendo la porta, sposta  l’aria, già pesa della 4° ora, lasciando entrare una lieve scia di cipolla, di soffritto di cipolla, quasi fosse stato nelle ore precedenti a girare il sugo della moglie, che da letto malata, impartiva ordini su cosa doveva fare. Sicuramente la sua casa doveva essere oscura, con grandi finestre  ma con poca luce, quasi che il sole non volesse entrare per paura di essere cacciato via, un aria tetra, scura con mobili tetri e scuri, e tutto era disordine: libri aperti uno sull’altro e accanto semi e bucce forse di mela sopra una carta assorbente macchiata d’inchiostro vecchio, più in là il portamatite rovesciato al passaggio del gatto grigio pure lui, una tazzina macchiata di caffè ormai secco sul fondo; in fondo si vedeva la cucina in ombra col focolare nero di fumo, che in passato aveva visto sicuramente tempi migliori, sul fuoco un tegame di coccio in cui sfrigolava nell’olio la cipolla.

Lui mescolava con un cucchiaio di legno quei petali rosati, rossi e biancastri dai margini neri, ma era riuscito a bruciarla forse perché la  sua mente vagava sempre tra Schopenhauer e Platone.

Il professore di filosofia teneva quell’aria annuvolata quasi ce l’avesse col mondo per la vita grama che gli si era girata contro, ma qualcosa nel suo sguardo tradiva l’amore che ancora portava per l’insegnamento.

Era stata la sua grande passione insieme  a Lei, la sua compagna prima e moglie poi, con cui aveva deciso di vivere in campagna, nella casa dei nonni di lei nella campagna toscana, dove insieme avevano imparato, filosofeggiando sui massimi sistemi del capitalismo e della vita, “l’arte di coltivare la terra per ricavarne frutti che amore volmente crescevano per il loro sostentamento”, così descrivevano la loro scelta di vita rurale.

Lei,  giornalista del Paese di Roma prima e del Paese Sera poi, lo aveva visto quel giorno a Roma nella sede de L’Unità per un seminario, era da poco finita la guerra e il morale era alle stelle speranzoso e proiettato mille anni luce avanti. Fu subito passione: una lunga treccia rossa fino al sedere, un passo sinuoso e sciolto quasi a dire guardami e due occhi verdi di gatta s’incontrarono  con una chioma riccia nera e lunga che incorniciava un viso scarno e furbetto, gli occhiali tondi da miope, di chi ha passato i suoi anni di ragazzo chino sui libri. Durante tutto il seminario si erano guardati  negli occhi e alla fine senza una parola erano fuggiti via con le mani strette: che grande scopata quella sera!

Questo stava  frullando nella testa del professore mentre entrava in classe con la sua scia di soffritto di cipolla, e per la prima volta la sua bocca prese una piega diversa, quasi un sorriso… fu un attimo, ma sufficiente da essere colto dai sessanta occhi penetranti e pronti alla derisione, ma questa volta s’incuriosirono e un lungo brusio si sviluppò nell’aula. Mai a memoria d’alunno quel ghigno perenne aveva preso la strana piega di quasi un sorriso.

Vollero sapere tutto.

E tutto fu detto…o quasi.

Fu la più bella lezione d’amore e di storia degli ultimi 20 anni anche per quei ragazzi degli anni 70, pieni d’ormoni e di speranze.

Suona la campanella e lentamente le labbra del professore tornano a serrarsi sottili, beffarde, gli occhi prima scintillanti di voluttà ridiventano puntuti e stridenti e la sua figura che per due ore si era eretta finalmente soddisfatta, pin piano era tornata ad ingobbirsi e rinsecchirsi: e la magia finisce.

quei ragazzi della 5°A degli anni 70 si porteranno agli esami e per sempre la memoria di quell’omino ingobbio e rinsecchito in odor di soffritto di cipolla che per due ore aveva soffritto la sua immagine al grigiore di una vita grama esaltandola nella bellezza di un amore per la vita.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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