Rose rosse – di Rossella Bonechi

Lo sapevo che non sarebbe stato facile né sbrigativo, per questo mi sono presa il giusto tempo per sbrattare finalmente la soffitta da tutto quello che ti è appartenuto ma che avevi deciso di relegare sotto l’abbaino. Ho cercato di non farmi sovrastare dai ricordi e di mantenere una pratica lucidità ed ero quasi convinta di avercela fatta fino all’incontro con il baule dei libri. Il primo impulso è stato di richiuderlo e defenestrarlo tutto intero, tanto avevo intravisto copertine scolorite e pagine giallastre. Ma l’angolo di quel biglietto verde e rosso con una bella scritta dorata aveva acceso la mia curiosità: “Balestrini, Fiorista dal 1950” e dietro qualcuno con una bella calligrafia in un corsivo elegante e rotondo aveva scritto “Caro Amore”. Mi tremava la mano mentre decidevo di continuare la lettura, come se non avessi diritto di entrare così nella tua vita che fino ad ora consideravo condivisa in toto con me. Nel libro da cui era spuntato il biglietto c’era anche una rosa rossa a cui il tempo aveva prosciugato la linfa vitale ma che ancora conservava traccia del suo colore vivo e vellutato. Era sicuramente parte di un bel mazzo e tu ne avevi conservata una a riprova dell’importanza di quell’ omaggio. Era qualcuno che reclamava la tua presenza evidentemente troppo saltuaria per il suo sentimento, era qualcuno che aveva bisogno della tua fisicità per smorzare la solitudine di notti solitarie, era qualcuno che vedeva problemi ma si aggrappava al tuo carattere un po’ scanzonato. Ti conosceva bene…..
Quel baule non è stato solo una macchina del tempo ma anche un vortice cosmico che ha ribaltato certezze, abitudini, conoscenze scontate e ha aperto una porta che avevo solo voglia di richiudere. Frugo ancora per cercare traccia di una tua risposta? Per saperne di più? Ma il pulviscolo di quel vecchio mazzo di rose è ormai a giro, mescolato a quello di tutte le cose che ti riguardano e che io non conoscerò mai. Allora lascio tutto lì, tacito la mia curiosità e decido di tenerti con me per come ti ho conosciuto io, così come hai voluto farti conoscere da me. Di certo, però, quando scendo la scala di quella soffitta ho qualche certezza in meno ma ti voglio bene ancora di più.