I tre personaggi si incontrano: il matrimonio a Milano di Luca

Il matrimonio a Milano – di Luca Miraglia

E’ un giorno livido, tipicamente milanese.

In Piazza Duomo il solito via vai di turisti affascinati e milanesi indaffarati.

Anche lui e lei sono lì, tenendosi per mano.

Avevano sperato in una luce più entusiasta per quel giorno speciale: il giorno del loro matrimonio.

Lui un po’ avanti con gli anni, per niente bello ma con un sorriso aperto che mascherava però le sue manie ossessive da scapolo quasi impenitente.

Lei molto più giovane, ultima di una covata di figli del sud emigrati in cerca di quella fortuna che difficilmente arriva. Infatti l’ultima spiaggia era diventato questo sposalizio: non per interesse certo, ma neanche per passione.

Lì sulla piazza, per mano, entrambi agghindati per la bisogna, sono in attesa del sacerdote che li avrebbe accompagnati in una cappellina della cattedrale per consacrare con un po’ di mestizia la loro unione.

Eccolo che arriva: alto e asciutto, dal volto scavato, le mani più da contadino che da prelato.

Con un cenno sollecita gli sposi a seguirlo.

Niente codazzo di parenti o ospiti festanti, solo lui, lei e il prete contadino.

Non sembra un buon inizio, ma un attimo prima che l’improbabile terzetto scompaia nella penombra della chiesa, ecco il sole sbracciare tra la bruma e affrettarsi a lanciare loro un tiepido abbraccio.

Lui e lei sorridono confortati, il prete no.

I tre Personaggi si incontrano: la bambina roccia di Lucia

Attesa sulla panchina – di Lucia Bettoni

foto e disegno di Lucia Bettoni

Non era Place Vendome
Era Place de Vosges
le panchine erano proprio quelle e proprio su una di quelle panchine lei attese
Attese tutte le stagioni e poi ancora e ancora
Lei era forte come la roccia
determinata e inamovibile
Si era fortificata piano piano
Piano piano da bambina lupa, da bambina albero, da bambina invisibile era sopravvissuta ed era  diventata roccia
Era diventata così forte che seppe attendere sotto la pioggia, il sole e il vento
Ferma ,immobile, quasi congelata
Gli uccelli si posavano sulla sua testa e le sue spalle, beccavano sopra i suoi piedi e le arruffavano i capelli
Lei rimase ferma, neppure un piccolo gesto
Sembrava una statua
Era chiaro però che fosse una donna in attesa
Un giorno un rumore inconsueto interruppe la normale scansione del tempo
Un uomo con un sacco lungo e stretto stava passando sotto i portici della piazza
Dentro il sacco qualcosa di metallico batteva sulle pietre della strada, batteva sulle colonne, contro i tavoli e le sedie dei caffè
Il sacco batteva ovunque scandendo la sua presenza ma soprattutto la presenza di chi lo trascinava
Lui conservava tutto e tutto trascinava dietro di sé
Lei fece il suo primo movimento dopo tutte le stagioni, tutte le piogge e tutti i soli
Giro’ la testa come una marionetta, solo un piccolo movimento mentre tutto il corpo rimaneva immobile
Era lui che aspettava?
Fu sufficiente un attimo e lei tornò di pietra, immobile, ferma
congelata
Perché l’attesa congela e fortifica
Non era lui
Passarono ancora i giorni e le notti e ancora giorni e ancora le  notti fino a quando un vento che profumava di terra avvolse la piazza, alzo’ le foglie e le vesti
mescolo’ in un vortice tutto ciò che incontrava
Lei apri’ le braccia
annuso’ bene l’aria
Era lui con le mani solcate di terra

Incontro del 27 novembre 2025: I personaggi creati una volta ritornano in nuove storie

Personaggio 1

Aveva la mania di conservare tutto Luigi, non era bello, il naso largo e un po’ schiacciato stonava con il viso lungo e spigoloso e gli occhi neri si perdevano quasi da quanto erano piccoli.

L’unica nota piacente era il sorriso sincero, dolce e un po’ malinconico che lo portava a diventare amico di tutti, sapeva di essere brutto e questo difetto aveva accentuato in lui una simpatia che tutti apprezzavano. (Carmela)

Personaggio 2

E’ nata in un paese del Sud, uno di quelli in cui tutti conoscono tutti. La più piccola di 5 fratelli, tutti molto più grandi di lei.

Ha dovuto fare a pugni con la vita, fino da piccola, per farsi considerare. Si sentiva, ed era, invisibile. Né bella, né brutta. Né grassa, né magra, era di un normale che tendeva all’insignificante.

Capelli ricci, grossi e castani, di quelli che non si domano nemmeno a cannonate. Doveva inventarsi ogni giorno nuovi sistemi per tenerli a bada. Di tagliarli non se ne parlava. L’unica volta che l’aveva fatto, per insistenza di sua madre, si era ritrovata con un palloncino setoso in testa, una via di mezzo fra il casco di un palombaro e quello di un astronauta. (Nadia)

Personaggio 3

Alto quel tanto che non è troppo

Un viso ossuto dalla carnagione di un oro bronzeo, frutto di un sole buono…quasi lontano.

Le labbra imbronciate, semichiuse.

Un filo di barba un po’ voluta, un po’ cialtrona.

Mani grandi, segnate qua e la da graffi vecchi, piccoli segni bluastri sulle falangi, le unghie, solo anonime falci mangiate dalla terra.

Sorrideva!! Sorrideva?…  al suo arrivo il sole per primo abbassò la guardia,  su una sensazione….di freddo…(Rossella G.)