Lettera a Cecilia di Tina: vado a Trieste

Lettera a Cecilia – di Tina Conti

Cara Cecilia, ormai scrivere è diventato per me una  bella maniera  per passare il tempo. E tu ne sei in parte responsabile.

Oggi, sono in treno, sto andando per la seconda volta a Trieste.

Ho pensato così di  scrivere delle lettere   da mandare alle persone  che mi sono nel cuore

E tu sei una di queste, da quando ti conosco ho dato molta più importanza alle parole.

Quando riordino i cassetti e trovo vecchie lettere, provo tanto piacere e le conservo  con gratitudine perché, rispolverano  emozioni e esperienze che avevo dimenticato.

Penso che comincero’ a scrivere  nel librino delle frasi buffe dei miei nipoti anche delle lettere dedicate per non perdere quei pezzi di cuore che loro   per la fretta non percepiscono.

Nelle mie mattinate  di perdigiorno, rileggo , modifico, aggiusto  vecchie cose scritte, e  nuovi pensieri. Ma ritorniamo  a te, la prima volta che venni a Trieste con un gruppo di amiche ero molto contenta e coraggiosa.

Uscivo da un periodo nel quale episodi di vertigini e malessere mi avevano azzoppato.

Partire con le amiche care mi dava coraggio e forza.

Anche oggi mi sfido, parto da sola, mi devo mettere  nuovamente alla prova.

Ieri,  ho compiuto 89 anni, sono stata festeggiata  con affetto dalla mia famiglia, hanno cucinato loro per fortuna. Mio marito è stato ben contento che partissi da sola, lui gioca a carte tutto il giorno e  metodicamente  va a passeggiare a Fontesanta.

Sono stata prudente  nel preparare  le valige, vestiti  caldi e comodi, scarpe basse e una scatola con tante  medicine per gli acciacchi.

Spero di divertirmi anche questa volta, ho anche un appuntamento  con Gina per martedì.

Vicino a me nello scompartimento, c’e un signore  distinto, un po’ piu’ giovane di me mi sembra: porta un completo grigio di ottima fattura, ha baffi e capelli bianco|brizzolati.

Parla volentieri, non spippola sul cellulare , ha risposto a una chiamata con un vecchio modello uguale al mio . Ha proposto di portarmi in giro per la città, lui è triestino autentico.

Quando scenderemo  , mi accompagnerà all’hotel  e mi indicherà dove  ci troveremo  domani pomeriggio, per poi cenare al suo locale  storico situato  nella  bella piazza grande .

Che emozione rivedere questa citta  con la bella luce e il riverbero del mare vicino.

Per fortuna non c’è vento, la volta precedente abbiamo passato  l’ultimo giorno  con ventate tremende che  ci facevano volare, ma ci siamo divertite tanto, sembravamo  delle  ragazzine  a rincorrere sciarpe e cappelli.

Quante scemenze ci siamo raccontate, eravamo molto giovani, ridevamo anche dopo aver perso  la Marcella   che non si è certo persa d’animo   ed è andata ad aspettarci alla stazione dopo aver laciato un messaggio in hotel.

Non la trovo molto cambiata questa città, le  persone mi incantano quando parlano in dialetto.

Non riesco a capire niente.

Ho voglia di rivedere  Gina e stare  un po’ con lei, ci conosciamo da tanto tempo e apprezzo molto le sue opere, in metallo e legno. Venerdì, nella piazza Carlo Magno  ci sarà una grande festa per l’inaugurazione di una sua Installazione vicino alla  fontana.

Chissà come si presenterà, lei veste molto   fantasioso e con tanti colori, quanto parla! io capisco la metà dei suoi discorsi, faccio però un viso interessato e partecipe. Al telefono poi, mi servirebbe un traduttore  specialmente quando mi risponde che si trova “in Barcola a ciappà il sol”

Lettera a Cecilia di Daniele: vado a Sorrento

Torna a Surriento – di Daniele Violi

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Con i biglietti gratuiti in treno, perché figlio di ferroviere, mi sono potuto permettere viaggi meravigliosi fino alla età di 25 anni.

Ti pare che con tremila chilometri a ufo me ne sarei stato appena diciottenne senza assaporare la libertà di vedere questo mondo e toccarlo con mano. Si, allora appena potevo, viaggiavo e tentavo anche di valicare i confini del dolce nostro paese, dove allo stesso modo potevo usufruire con una riduzione sul biglietto e scatenarsi a visitare e insieme assaporare storia e geografia che ho sempre amato e che mi appassionano ora più di prima con tutti gli aspetti sociali che ne sono coinvolti. Il concetto di condivisione modello Erasmus, avevo capito di tenerlo a battesimo e quindi via!

Si Carissima, questa opportunità mi faceva sentire abitante ancora di più di un insieme di culture che non erano lontane da me, che non mi impaurivano pur essendo giovane, ma incuriosivano e stimolavano la grande voglia di volare sul mare aperto della vita che si gusta quando si sogna, si vuole conoscere e si ama la libertà. Ebbene si’, il dolce paese lo ho attraversato tante volte. Anche in autostop. Ritenersi fortunato è dire poco. Poter raggiungere perle di mare, posti stupendi, di una bellezza naturale anche con il contributo umano, che da tempi antichi ha condiviso con la fatica, il piacere per il profumo e l’armonia della poesia che circonda il contatto con il mare e la terra dove i suoi frutti sono come sirene, per la bontà che esprimono. Vuoi mettere trovarsi sulla riva del mare e scorgere piante di limoni, di fichi, pergole d’uva, orti con pomodori e peperoni, delizia nella delizia.

Dovevo tornare ma arrivare in un luogo allegro, un luogo conosciuto, di cui addirittura anche le melodie e l’arte della musica, ne hanno reso una celebrità. Torna a Sorrento. Si’, sai sono tornato e sono felice.