La lettera a Cecilia di Rossella G.: vado a Livorno

Cara amica ti scrivo…. – di Rossella Gallori

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Vado vicino, per andare lontano

Carissima

…scriverti, originale, l’idea un po’ mi spiazza, ma ce la devo fare, deluderti? No non sarebbe il caso.

Sono su questo treno del cavolo che dondola un po’ troppo per i miei gusti, detesto viaggiare, non ho senso dell’orientamento, mi stanca solo il pensiero e e e…non voglio annoiarti sai già tanto di me, qualcosa ti risparmio!!

Quindi ti dicevo: il treno è affollato, ma era l’ unico modo per raggiungere Livorno, a piedi? non potevo,  troppo lontano, in macchina? non ho patente, a nuoto, ma da dove mi butto dal ponte Vecchio? Dal Girone? In bici?  Sieeeee non ci so andare. Quindi treno sgangherato e via.

Devo ritrovare parenti quasi sconosciuti, ti dirò ho cercato di raccontarlo al signore accanto a me, annuiva, sorrideva, poi ho capito che era sordomuto, la conversazione silenziosa con la sua compagna me lo ha confermato.

Cerco gente che mi somigli, so dove andare, cerco cognomi che non sono il mio, che conosco bene.

Ma ci sarà ancora il ghetto? Il mercato americano, i quattro mori?

Il viaggio è breve Ceci, ma per me è tutto lontano, lontanissimo, poi oggi ho caldo, mi sono vestita troppo, le mie solite seghe mentali: …..e se tira vento? Se il mare è mosso? Se i gabbiani avessero la diarrea? Con il terrore del puzzo di pesce, dove andrò a mangiare? Ricordo però un posto unto anche nell’insegna con la cecìna che sembra la luna, con il proprietario con la faccia a luna, con camerieri con la luna storta, vicino all’ acquario, credo.

UNA voce un po’ metallica annuncia la fermata prima di Livorno, Cast…che ne so. Spero di non avere difficoltà a scendere, mi ci mancherebbe un gradino troppo alto, così invece che “ ai mercatino amerhano” vo a finire all’ ospedale” de ginocchi sfatti”

Ma tu come stai Ceci? Sei contenta che prenda un giorno per me? Magari diventan due, tre,  se trovo un chicchessia che mi ospiti, scrivo ai mi omo: un torno, per ora! Sarebbe carino, a proposito il tuo di omo icchefa?? Mi perdoni la mia fiorentinità vero!

Ora concludo, devo scendere, i deh, i bimbo, mi rimbalzano già in testa, famigliari a tratti. Te l’ho già detto che ho un foglio con dei cognomi e gli indirizzi? Tutto in borsa che pesa di ansie e cose.

Poi quando torno ti farò sapere, forse son tutti già morti e sepolti, prima del mio arrivo  e questo pellegrinaggio è stato inutile, o forse mi riconosceranno, ho ascoltato tanto la loro lingua.

Scendoooo Ceci scendo, vo per leVenezie!!!

Ps: alla stazione  sul treno Livorno/ Firenze dal finestrino  ho visto una nuvola rossa, forse era fuoco, una testa in fiamme!  Anche stavolta la Madonna di Montenero, unnà fatto grazie!!!!

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “La lettera a Cecilia di Rossella G.: vado a Livorno”

  1. Una scrittura fluida e mai noiosa che ti prende sempre e comunque dall’inizio alla fine…sicuramente nelle pagine di Rossella niente è troppo lontano o impossibile!

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  2. Nei tuoi scritti mi affascina il mondo di come adoperi le parole per raccontare le cose alcune di fantasia ,altre di vita vissuta ,grazie

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  3. I viaggi alla ricerca di gente che somigli, di cognomi diversi, di luoghi conosciuti, di lingue parlate, di parenti, se ci sono ancora, … chissà se sono pellegrinaggi inutili o piccole/grandi conquiste da mettere in borsa.

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