Lettera dal treno – di Luca Miraglia
foto di Luca Miraglia

Carissima,
si é appena mossa la mia freccia per Milano e ho deciso di scriverti. Seduto al mio posto smart, coi bimbetti che fanno la loro colazione urlante, mi sono già scocciato di questo viaggio obbligato.
Non é la prima volta, e forse non sarà neanche l’ultima, di questo mio pendolare tra casa e Milano, e tu sai il perché.
Mi affatica più che altro il pensiero dello sbattimento urbano che mi attende: treno, metro, bus e una lunga camminata verso quell’ambulatorio di periferia tutt’altro che accogliente.
Le prime volte riuscivo anche a godermi un po’ la scoperta dei luoghi che attraversavo, cercando di intuire il gusto, lo spirito, il senso del vivere in una metropoli come quella. Oggi invece assaggerò solo la convulsa arroganza di un città difficile e spesso respingente.
Certo, il suo centro colto e progressivo, la sua anima propulsiva ed accattivante, ma quanto è scolorito e anonimo tutto il resto.
Non nego di esserne stato affascinato le prime volte che ho approfittato di questi miei viaggi di poco più di mezza giornata per inoltrarmi nelle sue pieghe storiche e nei suoi slanci futuribili, ma oggi, forse per il mio spirito mal disposto, non ho alcuna attrattiva verso di lei.
E intanto i bimbetti hanno cosparso di nutella e briciole il sedile accanto mentre mamma chiacchiera al cellulare… il buongiorno si vede dal mattino…
A presto.
Luca
…dopo aver assaggiato per antipasto una Milano “propulsiva ed accattivante” ho continuato il pranzo…ed ho trovato ottimo tutto….
una domanda Luca ma il “viaggio obbligato” era da medico o da paziente……o…..o….
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