Lettera a Cecilia di Lucia: Vado a Parigi

foto di Lucia Bettoni

Cosa sarebbe la vita senza sogni?
Io ho un sogno e te lo voglio raccontare
Quando ero una giovane donna mi ero innamorata di un ragazzo del quale sapevo ben poco
Sapevo che abitava in una grande città e un giorno decisi di andarlo a cercare
Lo cercai e lo trovai
Ti sembra impossibile?
Credi che stia mentendo?
No, amica mia, è successo davvero e questa non sarà l’unica volta in cui un’evento così poco probabile succederà veramente nella mia vita
Tutto dipende da quanto un sogno è grande
Ti sto raccontando questo perché mentre ti sto scrivendo sono in viaggio per Parigi
Un altro viaggio, non più di una adolescente ma un nuovo viaggio di donna molto donna, perché è vero, non ho mai smesso di sognare
Ho sempre un sogno
Ho sempre quella forza che si chiama desiderio
Andrò a Place des Vosges, quella piazza in pieno centro nel quartiere Le Marais, uno dei luoghi che amo di più di questa bella città
Camminerò intorno alla piazza sotto i portici
Guarderò dentro ogni bar, dentro ogni negozio d’arte
Annuserò l’aria
Respirerò ogni profumo
Ascolterò il rumore di ogni passo
Scruterò ogni volto alla ricerca del suo
Mi siederò su una panchina, la piazza ne è piena
Aspetterò l’estate, l’autunno e tutte le stagioni
Aspetterò finché non lo vedrò arrivare
Sì, perché lui arriverà, ne sono sicura
Sentirò lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi passi, poi la sua mano si poggerà sulla mia spalla
Mi volterò e riconoscerò i suoi occhi e non ci sarà bisogno di parole
Nessuna parola quando i sogni si avverano
Basta un attimo
Un solo attimo per un sogno
Poi ripartirò
Un treno mi aspetta
La mia vita mi aspetta
Mi fermerò a Torino
Andrò al Parco del Valentino
Andrò lì solo per passeggiare e chissà…
Sicuramente due amiche mi stanno aspettando

Lettera a Cecilia di Luca: Vado a Milano

Lettera dal treno – di Luca Miraglia

foto di Luca Miraglia

Carissima,

si é appena mossa la mia freccia per Milano e ho deciso di scriverti. Seduto al mio posto smart, coi bimbetti che fanno la loro colazione urlante, mi sono già scocciato di questo viaggio obbligato.

Non é la prima volta, e forse non sarà neanche l’ultima, di questo mio pendolare tra casa e Milano, e tu sai il perché.

Mi affatica più che altro il pensiero dello sbattimento urbano che mi attende: treno, metro, bus e una lunga camminata verso quell’ambulatorio di periferia tutt’altro che accogliente.

Le prime volte riuscivo anche a godermi un po’ la scoperta dei luoghi che attraversavo, cercando di intuire il gusto, lo spirito, il senso del vivere in una metropoli come quella. Oggi invece assaggerò solo la convulsa arroganza di un città difficile e spesso respingente.

Certo, il suo centro colto e progressivo, la sua anima propulsiva ed accattivante, ma quanto è scolorito e anonimo tutto il resto.

Non nego di esserne stato affascinato le prime volte che ho approfittato di questi miei viaggi di poco più di mezza giornata per inoltrarmi nelle sue pieghe storiche e nei suoi slanci futuribili, ma oggi, forse per il mio spirito mal disposto, non ho alcuna attrattiva verso di lei.

E intanto i bimbetti hanno cosparso di nutella e briciole il sedile accanto mentre mamma chiacchiera al cellulare… il buongiorno si vede dal mattino…

A presto.

Luca