Il personaggio di Tina: l’avventuroso casalingo

L’avventura – di Tina Conti

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Quanto fermento  nella sua casa, tutti mobilitati, la sorella aveva  contribuito  aggiungendo allo zaino altre  tasche tecniche e  impermeabili.

Al giaccone  a tre strati, avevano aggiunto  cerniere  e tasche , consigliate e realizzate dall’amico calzolaio, un vero talento  per lavori di precisione.

L’autunno con  le sue  giornate corte  ma ancora soleggiate consentiva di testare  i vari materiali   utili alla riuscita di quella impresa che  nel tempo aveva coinvolto e appassionato anche il resto della famiglia gli accessori con tecnologia innovative garantivano un funzionamento in condizioni estreme come la  lampada solare, il fornello ad anidride carbonica il telefono super  potente che   non necessitava di ripetitori satellitari.

Solo la sua mamma  come sempre era in ansia, non si aspettava  che a 55 anni  con moglie e tre figli  avrebbe ancora voluto compiere quella impresa di cui parlava da sempre.

E poi da solo, con quella attrezzatura casalinga di cui andava tanto fiero e che a lei non dava sicurezza.

Per anni, lo vedeva soddisfatto del lavoro, sportivo e allegro amante delle belle nuotate al mare e impegnato a far appassionare i suoi ragazzi alla vita all’aria aperta.

Poi, quel suo capriccio era ritornato fuori, ne parlava sempre, e cercava di coinvolgere i suoi interlocutori,  ma nessuno aveva deciso di seguirlo.

L’amico medico che  lo aveva sempre incoraggiato, si era impegnato a monitorarlo a distanza in ogni situazione, con il  kit di  pronto intervento che gli aveva preparato lo avrebbe fatto sentire al sicuro ovunque, anche lui però  non si era sentito di   affiancarlo.

Da mesi in casa a  rotazione aveva indossato una serie di calzature e indumenti che dovevano risultare comodi caldi e anallergici garantendo giorni sicuri.

Spesso, diceva che avrebbe brevettato   alcuni  degli oggetti da lui creati in quanto molto innovativi a basso impatto ambientale  così da mettere a frutto la sua esperienza.

Per allenarsi nelle giornate di pioggia, aveva sperimentato un    cavalletto dove sistemata la bici poteva pedalare per ore simulando terreni  diversi  di  pianura, di salita e ripide discese.

Il garage di casa sembrava un laboratorio spaziale, i vari materiali sistemati con cura e rodati a giorni alterni con registrazioni e tempi cronometrati apparivano perfetti.

Aveva già fatto  quattro tentativi  di partenza, ma qualcosa era sempre andato storto.

Oltre ad aver dovuto buttare le scorta di cibo per la sopravvivenza, si percepiva   anche una certa stanchezza negli amici fedeli.

Questa volta però, tutto avrebbe funzionato.

Recuperato un po’ di entusiasmo la moglie gli aveva preparto il suo bagno preferito con Sali e aromi del giardino, dopo una cena leggera   con le cose da lui preferite che facevano però storcere sempre il naso ai suoi bambini, si stava rilassando  nella sala adattata a palestra.

Suonò il barbiere, non sarebbe mai partito con la testa in disordine e la barba sfilacciata.

Dall’aspetto appariva in forma smagliante, felice e coccolato, si sentiva pronto.

Un ronzio strano però ad un certo punto lo infastidiva mentre nel suo studio riordinava le carte doveva lasciare le cose apposto, aveva fatto anche testamento per scaramanzia.

Il ronzio intanto si faceva insistente, si mise a guardare da dove proveniva  non  vide niente.

in poco tempo si accorse che  tutto quello che aveva fatto per una partenza impeccabile si stava rilevando vano, il ronzio era insopportabile.

Cominciò a sbatterei il ginocchio al tavolo, un occhio iniziò a traballare, stava perdendo la calma.

Stava tutto andando a rotoli per un grande favo di vespe che si era stabilito nel cassone dell’avvolgibile e che ora aveva invaso la casa.